SCAVOLINI: Beric 11, Gilbert 1, Richardson 17, Gigena 8, Malaventura 4, Lacey 4, Pecile 3, Mc Ghee 12, Albano 4, Christoffersen. All. Crespi
OREGON CANTU': Damiao 4, Fazzi 2, Hines 16, Mc Cullough 5, Jonzen 6, Gay, Jones 4, Thornton 12, Riva, Stonerook 8. All. Sacripanti.
Arbitri: Cazzaro, Reatto e Vianello.
Note: parziali 18-20, 34-29, 42-45. Spettatori 4742 per 45,172 euro. Usciti per falli: Hines nell'Oregon. Espulsi Beric e Mc Cullough. Tiri liberi: Scavolini 18 su 27, Oregon 6 su 9.
PESARO — Pesaro toglie il piombo dai piedi e lascia l'ultimo posto in classifica. Dopo il disastro contro Siena e i cenni di miglioramento fatti intravedere a Roma, infila con rabbia e tanta difesa la prima ciambella del campionato.
Sull'altro fronte emerge alla fine una Oregon diventata improvvisamente 'pesante' dopo la grande leggerezza del passato campionato quando tutto le riusciva bene e tutto andava dentro. Adesso la squadra rivelazione, il team che aveva agganciato anche l'Eurolega spendendo quattro soldi, mette in piedi un ultimo quarto da brividi segnando un solo canestro su azione dopo 7 minuti di gara: 45 dopo 30', 47 dopo 37' minuti. E quando Stonerook raddoppia muovendo una forte stratificazione di fanghiglia, ormai Pesaro è lontana e irraggiungibile, grazie soprattutto grazie a tre triple, una di Beric e due di Richardson.
Una partita brutta e segnata anche dall'espulsione di Beric e di Mc Cullough. Il primo si prende uno schiaffo dopodichè fa un passo in avanti che gli arbitri interpretano come una reazione e lo spediscono fuori assieme alla guardia canturina.
Una Oregon antica solo nei primi minuti di gara quando sfrutta le penetrazioni delle guardie pesaresi e i conseguenti sbilanciamenti difensivi con velocissimi contropiedi che fulminano i padroni di casa. Dopodichè Crespi cambia le carte in tavola riuscendo ad arginare il contropiede avversario. Retta solo ed essenzialmente da Hines, la squadra di Sacripanti (nella foto Damiao) lavora duro per realizzare canestri, tradita soprattutto dal tiro dalla distanza.
Pesaro prende confidenza e nei momenti peggiori della sua gara (terzo tempo), trova rimbalzi pesanti e qualche punto da Mc Ghee, una specie di blocco di granito nero che viaggia sempre, tanto per usare un termine motoristico, in coppia. Sia quando va a rimbalzo (15 per lui a fine gara), ma anche quando deve appoggiare a canestro (3 su 13): le sue conclusioni o sono un pelo troppo forti o un pelo troppo deboli. Quando avrà regolato la potenza e la coppia, quest'ala pivot potrebbe diventare una delle rivelazioni del campionato.
Alla fine Crespi mette proprio il dito nello strapotere della Scavolini a rimbalzo (47 contro 33), mentre Sacripanti annuncia che la sua formazione ha bisogno di lavorare: «Il gruppo c'è, ma manca ancora tutto il resto».
E' caduta una stella? Forse no, ma sicuramente questa Oregon che lo scorso anno stupì tutti, quest'anno viene guardata con occhio diverso e non gode più dell'effetto sorpresa. Pesaro ha tirato sabbia su suoi meccanismi mettendola in crisi.
Maurizio Gennari
OREGON CANTU': Damiao 4, Fazzi 2, Hines 16, Mc Cullough 5, Jonzen 6, Gay, Jones 4, Thornton 12, Riva, Stonerook 8. All. Sacripanti.
Arbitri: Cazzaro, Reatto e Vianello.
Note: parziali 18-20, 34-29, 42-45. Spettatori 4742 per 45,172 euro. Usciti per falli: Hines nell'Oregon. Espulsi Beric e Mc Cullough. Tiri liberi: Scavolini 18 su 27, Oregon 6 su 9.
PESARO — Pesaro toglie il piombo dai piedi e lascia l'ultimo posto in classifica. Dopo il disastro contro Siena e i cenni di miglioramento fatti intravedere a Roma, infila con rabbia e tanta difesa la prima ciambella del campionato.
Sull'altro fronte emerge alla fine una Oregon diventata improvvisamente 'pesante' dopo la grande leggerezza del passato campionato quando tutto le riusciva bene e tutto andava dentro. Adesso la squadra rivelazione, il team che aveva agganciato anche l'Eurolega spendendo quattro soldi, mette in piedi un ultimo quarto da brividi segnando un solo canestro su azione dopo 7 minuti di gara: 45 dopo 30', 47 dopo 37' minuti. E quando Stonerook raddoppia muovendo una forte stratificazione di fanghiglia, ormai Pesaro è lontana e irraggiungibile, grazie soprattutto grazie a tre triple, una di Beric e due di Richardson.
Una partita brutta e segnata anche dall'espulsione di Beric e di Mc Cullough. Il primo si prende uno schiaffo dopodichè fa un passo in avanti che gli arbitri interpretano come una reazione e lo spediscono fuori assieme alla guardia canturina.
Una Oregon antica solo nei primi minuti di gara quando sfrutta le penetrazioni delle guardie pesaresi e i conseguenti sbilanciamenti difensivi con velocissimi contropiedi che fulminano i padroni di casa. Dopodichè Crespi cambia le carte in tavola riuscendo ad arginare il contropiede avversario. Retta solo ed essenzialmente da Hines, la squadra di Sacripanti (nella foto Damiao) lavora duro per realizzare canestri, tradita soprattutto dal tiro dalla distanza.
Pesaro prende confidenza e nei momenti peggiori della sua gara (terzo tempo), trova rimbalzi pesanti e qualche punto da Mc Ghee, una specie di blocco di granito nero che viaggia sempre, tanto per usare un termine motoristico, in coppia. Sia quando va a rimbalzo (15 per lui a fine gara), ma anche quando deve appoggiare a canestro (3 su 13): le sue conclusioni o sono un pelo troppo forti o un pelo troppo deboli. Quando avrà regolato la potenza e la coppia, quest'ala pivot potrebbe diventare una delle rivelazioni del campionato.
Alla fine Crespi mette proprio il dito nello strapotere della Scavolini a rimbalzo (47 contro 33), mentre Sacripanti annuncia che la sua formazione ha bisogno di lavorare: «Il gruppo c'è, ma manca ancora tutto il resto».
E' caduta una stella? Forse no, ma sicuramente questa Oregon che lo scorso anno stupì tutti, quest'anno viene guardata con occhio diverso e non gode più dell'effetto sorpresa. Pesaro ha tirato sabbia su suoi meccanismi mettendola in crisi.
Maurizio Gennari
Fonte: Il Resto del Carlino