PESARO — Una faticaccia, ma la soddisfazione del primo successo (64-57) risuona nel tono di voce allegro di Crespi: «Sono molto contento perchè tutti hanno dimostrato un enorme desiderio di vincere e quando lotti per qualche cosa che poi arriva senti che recuperi energie — dice il coach —. Ora all'interno del gruppo dobbiamo mantenere equilibrio: non siamo una squadra fortissima ma se avessimo perso per sfiga allo scadere, non saremmo una squadra da buttar via. Spesso le partite di basket sono decise da episodi».
Una gara iniziata in salita: le ragioni?
«L'inizio in difesa è stato davvero poco brillante ed ha consentito a Cantù di fare un piccolo break, ma li abbiamo ripresi subito e poi tutti hannno portato qualche cosa alla costruzione della prima vittoria, chi giocando bene chi meno, ma sempre portando un contributo».
Altra partita stravinta a rimbalzo: eppure continuiamo tutti a pensare che siete troppo deboli sotto...
«Vi invito a guardare una statistica interessante sullo scout della Lega della quale sono un fissato: il computo dei rimbalzi, 47 a 33 per noi, conta poco perchè se io sbaglio 100 tiri l'avversario ha 100 rimbalzi da prendere. Conta, invece, la percentuale dei rimbalzi che prendi su quelli disponibili: e noi abbiamo preso il 32% dei rimbalzi offensivi sui tiri sbagliati e l'87% di quelli difensivi sugli errori avversari. Questo è il numero che mi interessa e mi dice che abbiamo avuto il dominio».
A proposito di rimbalzi: McGhee ne ha arpionati 15. Qualcosa di buono lo fa, no?
«Teniamoci i rimbalzi e aspettiamo il resto. Ma voglio sottolineare che spesso quando un giocatore sbaglia tanto in attacco può perdersi completamente nei meandri dei suoi pensieri invece Aaron è rimasto presente sul match prendendo tanti rimbalzi importanti».
Crede che l'ingresso di Gigena sia stata una svolta all'interno della gara?
«Ognuno è chiamato a dare cose importanti e anche Silvio ce le ha date quando Beric è dovuto tornare in panchina col quarto fallo. Poi alla fine l'ho schierato da ala forte perchè coi quattro piccoli volevo cercare di aprire il campo e direi che poi Richardson ne ha approfittato per i due canestri della tranquillità».
Mastica amaro, invece, coach Sacripanti che ammette: «La nostra squadra non è ancora quella dell'anno scorso. Lo è nella volontà di fare le cose, ma non nella preparazione e nella fluidità di gioco: l'anno passato la palla correva, adesso ristagna. E siamo anche colpevoli di aver lasciato troppi rimbalzi offensivi ai pesaresi. La Scavolini? Me l'avevano dipinta come non all'altezza ma mi pareva un giudizio esageratamente severo: secondo me con pazienza questa diventerà una buona squadra».
Elisabetta Ferri
Una gara iniziata in salita: le ragioni?
«L'inizio in difesa è stato davvero poco brillante ed ha consentito a Cantù di fare un piccolo break, ma li abbiamo ripresi subito e poi tutti hannno portato qualche cosa alla costruzione della prima vittoria, chi giocando bene chi meno, ma sempre portando un contributo».
Altra partita stravinta a rimbalzo: eppure continuiamo tutti a pensare che siete troppo deboli sotto...
«Vi invito a guardare una statistica interessante sullo scout della Lega della quale sono un fissato: il computo dei rimbalzi, 47 a 33 per noi, conta poco perchè se io sbaglio 100 tiri l'avversario ha 100 rimbalzi da prendere. Conta, invece, la percentuale dei rimbalzi che prendi su quelli disponibili: e noi abbiamo preso il 32% dei rimbalzi offensivi sui tiri sbagliati e l'87% di quelli difensivi sugli errori avversari. Questo è il numero che mi interessa e mi dice che abbiamo avuto il dominio».
A proposito di rimbalzi: McGhee ne ha arpionati 15. Qualcosa di buono lo fa, no?
«Teniamoci i rimbalzi e aspettiamo il resto. Ma voglio sottolineare che spesso quando un giocatore sbaglia tanto in attacco può perdersi completamente nei meandri dei suoi pensieri invece Aaron è rimasto presente sul match prendendo tanti rimbalzi importanti».
Crede che l'ingresso di Gigena sia stata una svolta all'interno della gara?
«Ognuno è chiamato a dare cose importanti e anche Silvio ce le ha date quando Beric è dovuto tornare in panchina col quarto fallo. Poi alla fine l'ho schierato da ala forte perchè coi quattro piccoli volevo cercare di aprire il campo e direi che poi Richardson ne ha approfittato per i due canestri della tranquillità».
Mastica amaro, invece, coach Sacripanti che ammette: «La nostra squadra non è ancora quella dell'anno scorso. Lo è nella volontà di fare le cose, ma non nella preparazione e nella fluidità di gioco: l'anno passato la palla correva, adesso ristagna. E siamo anche colpevoli di aver lasciato troppi rimbalzi offensivi ai pesaresi. La Scavolini? Me l'avevano dipinta come non all'altezza ma mi pareva un giudizio esageratamente severo: secondo me con pazienza questa diventerà una buona squadra».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino