ROSETO - Fino a quando lo sport riuscirà a mescolare sapientemente gli ingredienti di spettacolarità, imprevedibilità ed emozione, rimarrà una delle pagine più esaltanti delle vicende umane. Prendete il Roseto Basket targato Euro. Brutto precampionato, infortuni tagliagambe, mercato rifatto praticamente daccapo, ambiente depresso, esordio casalingo infelice. Tutto questo fino a sette giorni fa, mentre nei successivi sette giorni l'insicuro e tenero paperotto beffato dalla poiana meneghina è diventato aquila fiera, capace di planare, violandoli, sia sul Paladozza di Bologna sia sul Palasport di Roma: due successi in fila così prestigiosi, in trasferta, non c'erano mai stati. Ed ecco dunque tornare l'entusiasmo, ecco che le convinzioni dell'altro ieri sono carta straccia, ecco che il Roseto Basket è la sorpresa più bella di questo inizio di Campionato. Dopo le brutte figure in precampionato, era giusto essere indulgenti, visto che, da sempre, le gare estive confondono le idee e, se ben giocate, possono provocare falsi appagamenti. Dopo il Trofeo Lido Delle Rose, era giusto che la società riconsiderasse il roster, visto che la squadra andava ripensata in buona parte e Pieri poteva essere un utile innesto. Dopo Milano, era giusto non lasciarsi andare allo scoramento, visto che la squadra era scesa in campo largamente rimaneggiata. Dopo questi due colpacci in trasferta, c'è bisogno assoluto di calma e sangue freddo. A tutti i livelli. Calma nella squadra, che se ben amalgamata dispone di 10 giocatori in grado di giocarsela sempre fino in fondo e che non deve lasciarsi rapire da facili entusiasmi. Calma nell'ambiente, che deve avere la serenità necessaria per godersi questo "magic moment". Un calma che potrebbe essere ben rappresentata dal glaciale Teemu Rannikko, che con un vecchio scudiero vicino come Pieri sta dando il meglio di se. Ma anche Milic ha subito preso confidenza con la squadra, Moltedo sembra perfettamente a suo agio nel ruolo di sesto uomo d'impatto, Fajardo macina tutto e tutti con la sua grinta e Ben Davis si candida al ruolo di miglior pivot rosetano di sempre. La panchina è salda con Ruggero, Maresca, Sartori e Callahan. E all'appello mancano ancora Radosevic e Monroe. Insomma, una Melillo Band da sogno. Che deve conservare la calma dei forti se vuole continuare a stupire.
Luca Maggitti
Luca Maggitti