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Galanda, il segreto di un record

Il lungo della Skipper: «Avevamo bisogno di vittoria»

Non è Fucka, né potrà mai esserlo, perché lui, rispetto a Gregor, preferisce colpire dall'arco dei 6,25 metri. Ma Giacomo Galanda, per questa Skipper, può essere qualcosa in più di una semplice arma tattica. Ad Avellino (ieri Gek era a Roma con i compagni di nazionale Basile e Pozzecco) Galanda è stato pressoché perfetto.
E non solo perché ha realizzato 29 punti in una sola gara (al massimo, in precedenza, si era fermato a quota 20), ma perché, piuttosto, è riuscito a restare in campo per 40 minuti. Tutti d'un fiato non li aveva mai fatti perché lui, Gek, ogni tanto casca in qualche fallo banale e, spesso e volentieri, proprio le sanzioni arbitrali ne limitano l'utilizzo. Una prova, quella di Giacomo, che conforterà anche Charlie Recalcati, che con Gek ha conquistato due scudetti consecutivi, il primo a Varese il secondo con la Paf.
Non sarà mai Fucka, Gek, ma non è nemmeno quel «bidone» che una parte (piccola) del pubblico biancoblù vorrebbe far credere. Quello spicchio, sistemato alle spalle della tribuna stampa, che un anno fa, durante una gara, arrivò a chiedere a gran voce, ai due arbitri, che fischiassero subito il quinto fallo di Galanda. Perché fosse confinato in panchina.
Con i 29 punti di Avellino, tra l'altro, Galanda ha superato quota mille in maglia Fortitudo. Lui, però, Gek, non si sofferma sulle cifre personali. «In campo non ho certo pensato ai record, l'ho scoperto solo dopo — dice — Mi sentivo carico perché avevamo un bisogno assoluto di una vittoria e ho giocato tutti i quaranta minuti con un'intensità altissima. Ho commesso anche qualche errore di troppo da sotto. Un paio davvero allucinanti, ai quali sto ancora pensando…».
Se gli errori da sotto rappresentano un incubo, la prima vittoria in campionato costituisce un buon punto dal quale ripartire con slancio.
Per dimostrare che questa Skipper è stato costruita bene (che non significa, però, vincere comunque qualche trofeo alla fine), con giudizio e raziocinio. «Sono contento – insiste Galanda — prima di tutto per la prestazione di tutta la squadra: abbiamo dimostrato che possiamo essere completamente diversi da come eravamo apparsi nelle prime due gare, questo adesso dovrà diventare un segnale di svolta e dovremo continuare su questa stessa strada. Cominciando da quella difesa con cui abbiamo tenuto ferma Avellino soprattutto nel primo e secondo quarto. E che ha visto tutti coinvolti, anche Delfino, che non si è ancora sbloccato in attacco, ma in difesa ha dato segnali importanti e positivi».
Alessandro Gallo
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