TRIESTE - Amichevole a Treviso per la Pallacanestro Trieste che, contro la Benetton (palla a due al Palaverde alle 16.30) si rimette in moto in vista della trasferta di campionato a Fabriano. Una gara contro i campioni d’Italia nella quale Pancotto ritroverà Podestà e Camata, di ritorno dal raduno della nazionale fissato dal tecnico Recalcati a Roma, ma nella quale non dovrebbero essere rischiati nè Erdmann in ripresa dopo il leggero stiramento inguinale rimediato giovedì scorso a Siena, nè Casoli che risente della distorsione alla caviglia riportata nei minuti finale della gara contro la Metis Varese.
«La gara contro Treviso - commenta il tecnico di Trieste, Cesare Pancotto - è un test importante per riprendere il ritmo e preparare nel modo migliore la trasferta di Fabriano. Consapevole di non poter avere a disposizione Erdmann, Casoli e, forse, Cavaliero non ho voluto ”sciupare” un allenamento. Nonostante gli infortuni si va in campo contro la Benetton. L’obiettivo è cercare di prepararci alle difficoltà che domenica troveremo a Fabriano giocando fuori casa».
Marchigiani difficili da interpretare: due sconfitte esterne a Cantù e Milano, netta vittoria in casa con la Virtus Bologna. Una trasferta che può rappresentare un primo momento importante della stagione?
«Fondamentalmente una trasferta difficile. Prendo atto che Fabriano ha ”sculacciato” Bologna nella seconda giornata e che domenica a Milano è stata in partita fino al 61-57, praticamente fino alle fine della gara. Per noi ogni partita diventa fondamentale. Lo è stata quella contro la Skipper perché ha dato fiducia al gruppo, ha fatto capire alla squadra quali sono i valori da ricercare creando entusiasmo e consentendoci di allenarci meglio. Adesso, dopo due vittorie al PalaTrieste, dobbiamo cercare di far bene fuori casa. Un successo a Fabriano, dando per scontata l’importanza dei 2 punti in classifica, aiuterebbe la squadra a crescere».
Quali sono le certezze di Trieste, quali le cose da migliorare?
«Parlare di certezze oggi dopo tre giornate e quattro allenamenti disputati al completo, mi sembra prematuro. Comincio a credere però che questa squadra abbia delle linee-guida come l’intensità del lavoro durante la settimana o la qualità degli obiettivi che si è data in questa stagione. Parlando di cifre, dire che, nonostante il fatto di aver affrontato tre squadre di livello come Skipper, Montepaschi e Metis, abbiamo il quarto attacco del campionato, siamo quarti nelle percentuali di tiro, e terzi nella classifica delle palle recuperate. Di contro, in negativo, direi che dobbiamo diminuire il numero di palle perse e aumentare quello dei rimbalzi. La prima cosa però, resta quella di mantenere nel corso della gara gli obiettivi difensivi che prepariamo durante la settimana».
Contro Varese, Trieste ha colpito per la sua sicurezza. Mai in affanno, sempre convinta di poter mettere le mani sulla partita...
«E qui torniamo al discorso della fiducia. Questa è una squadra che gioca insieme e nella quale tutti sono capaci di prendersi responsabilità; faccio un esempio per sottolineare il carattere del gruppo. Contro Varese per 35 minuti siamo stati in balia delgli avversari a rimbalzo. Negli ultimi 5, quelli nei quali si è decisa la partita, abbiamo rovesciato il dato. Penso sia una segnale importante che dimostra come i ragazzi abbiano saputo far le cose giuste al momento giusto».
Lorenzo Gatto
«La gara contro Treviso - commenta il tecnico di Trieste, Cesare Pancotto - è un test importante per riprendere il ritmo e preparare nel modo migliore la trasferta di Fabriano. Consapevole di non poter avere a disposizione Erdmann, Casoli e, forse, Cavaliero non ho voluto ”sciupare” un allenamento. Nonostante gli infortuni si va in campo contro la Benetton. L’obiettivo è cercare di prepararci alle difficoltà che domenica troveremo a Fabriano giocando fuori casa».
Marchigiani difficili da interpretare: due sconfitte esterne a Cantù e Milano, netta vittoria in casa con la Virtus Bologna. Una trasferta che può rappresentare un primo momento importante della stagione?
«Fondamentalmente una trasferta difficile. Prendo atto che Fabriano ha ”sculacciato” Bologna nella seconda giornata e che domenica a Milano è stata in partita fino al 61-57, praticamente fino alle fine della gara. Per noi ogni partita diventa fondamentale. Lo è stata quella contro la Skipper perché ha dato fiducia al gruppo, ha fatto capire alla squadra quali sono i valori da ricercare creando entusiasmo e consentendoci di allenarci meglio. Adesso, dopo due vittorie al PalaTrieste, dobbiamo cercare di far bene fuori casa. Un successo a Fabriano, dando per scontata l’importanza dei 2 punti in classifica, aiuterebbe la squadra a crescere».
Quali sono le certezze di Trieste, quali le cose da migliorare?
«Parlare di certezze oggi dopo tre giornate e quattro allenamenti disputati al completo, mi sembra prematuro. Comincio a credere però che questa squadra abbia delle linee-guida come l’intensità del lavoro durante la settimana o la qualità degli obiettivi che si è data in questa stagione. Parlando di cifre, dire che, nonostante il fatto di aver affrontato tre squadre di livello come Skipper, Montepaschi e Metis, abbiamo il quarto attacco del campionato, siamo quarti nelle percentuali di tiro, e terzi nella classifica delle palle recuperate. Di contro, in negativo, direi che dobbiamo diminuire il numero di palle perse e aumentare quello dei rimbalzi. La prima cosa però, resta quella di mantenere nel corso della gara gli obiettivi difensivi che prepariamo durante la settimana».
Contro Varese, Trieste ha colpito per la sua sicurezza. Mai in affanno, sempre convinta di poter mettere le mani sulla partita...
«E qui torniamo al discorso della fiducia. Questa è una squadra che gioca insieme e nella quale tutti sono capaci di prendersi responsabilità; faccio un esempio per sottolineare il carattere del gruppo. Contro Varese per 35 minuti siamo stati in balia delgli avversari a rimbalzo. Negli ultimi 5, quelli nei quali si è decisa la partita, abbiamo rovesciato il dato. Penso sia una segnale importante che dimostra come i ragazzi abbiano saputo far le cose giuste al momento giusto».
Lorenzo Gatto