ROSETO. E' difficile sognare rimanendo con i piedi per terra, eppure a furia di esercitarsi, c'è chi riesce. E' il caso di Enzo Amadio, l'imprenditore che nel giugno scorso ha acquistato il Roseto Basket garantendo la continuità della pallacanestro di vertice nella cittadina adriatica, che non si lascia indurre in tentazioni di grandezza nemmeno dopo le imprese della "sua" squadra, capace di vincere nel giro di quattro giorni prima a Bologna e poi a Roma, dopo aver iniziato la stagione con un ko interno.
Sognare è lecito?
«Direi di più: è un diritto. Senza i sogni non si va da nessuna parte. Nulla succede se prima non lo sogni, e poi mi piace credere una cosa che ho letto da qualche parte, ovvero che, alle volte, il vincitore è semplicemente un sognatore, che non ha mai mollato».
Allora dopo le imprese dell'Euro si può sognare?
«Eh no, così non vale. Sono due giorni che vado ripetendo a tutti i miei collaboratori che ora è quanto mai indispensabile rimanere con i piedi per terra e non perdere di vista un insegnamento: senza l'umiltà e il lavoro è precluso anche sognare. Se non si vuole che le vittorie come quelle di Bologna e Roma restino fatti episodici bisogna lavorare in tal senso perché, credetemi, spesso la riuscita delle cose è dovuta a piccolissimi fattori».
A Roma era al palazzetto dello sport due ore e mezza prima dell'inizio della partita. E' un "padre" apprensivo?
«Non apprensivo, ma presente sì. Quando decidi di fare una cosa devi trovare il tempo e il modo di seguirla, il rischio contrario è di lasciarsi travolgere dagli eventi. E' la mia regola nel lavoro e la penso così anche nello sport».
Allora non è vero che ha acquistato il Roseto per interesse?
«Chi vede questo evidentemente ha interessi sul Roseto Basket, io non ne ho e mi sembra che lo stia dimostrando».
E non è neanche vero che quando si stuferà, porterà il titolo sportivo a Pescara?
«Davvero qualcuno pensa questo? Perché in tal caso sarebbe assurdo. Roseto è una splendida realtà che io vedo come capitale del basket di tutto il Centro-Sud. Ciò non toglie che amo tutte le altre realtà abruzzesi e, in tal senso, sono molto dispiaciuto della sconfitta della Sanic all'esordio. Dico all'amico presidente Antonetti di non abbattersi perché sono sicuro si sia trattato di un incidente di percorso».
Nemmeno lei ha perso anche per un solo istante la fiducia dopo la brutta partita con Milano?
«Mai, per davvero! Nell'arco della giornata sono alle prese continuamente con piccoli e grandi problemi, talmente grandi da sembrare, delle volte, insormontabili. Ma se invece di arrenderti lavori ti accorgi che hai le capacità di risolverli, anche se ci vuole pazienza».
C'è una cosa che l'ha delusa fino ad oggi?
«Quando mi scontro con gli isterismi di qualcuno. Io faccio le cose con grande tranquillità e cerco di trasmetterla ai miei collaboratori ed anche ai giocatori. In tal senso aver subito un processo dopo la prima partita senza considerare le attenuanti delle assenze mi ha deluso».
Il proverbio dice che l'appetito vien mangiando. Per puntare allo scudetto comprerà qualche altro giocatore?
«Vedo che la storia di credere ai sogni è piaciuta. Non scherziamo, per ora stiamo bene così, ma sia chiaro che non ci tireremo indietro se si presenterà una occasione imperdibile o se sorgerà la necessità. Quanto allo scudetto il mio prossimo sogno è vedere Roseto presente sui titoli dei più importanti quotidiani sportivi nazionali dopo vittorie come le ultime che abbiamo conquistato, perché nonostante tutto hanno fatto più notizia le sconfitte di Fortitudo e Roma».
Tanto per cominciare il settimanale di basket più prestigioso ha dedicato la copertina alle imprese della sua squadra.
«Mi date il gancio giusto per tornare a quanto detto all'inizio dell'intervista. In questo momento, se proprio si vuole continuare a sognare meglio farlo con i piedi ben piantati per terra».
Giorgio Pomponi
Sognare è lecito?
«Direi di più: è un diritto. Senza i sogni non si va da nessuna parte. Nulla succede se prima non lo sogni, e poi mi piace credere una cosa che ho letto da qualche parte, ovvero che, alle volte, il vincitore è semplicemente un sognatore, che non ha mai mollato».
Allora dopo le imprese dell'Euro si può sognare?
«Eh no, così non vale. Sono due giorni che vado ripetendo a tutti i miei collaboratori che ora è quanto mai indispensabile rimanere con i piedi per terra e non perdere di vista un insegnamento: senza l'umiltà e il lavoro è precluso anche sognare. Se non si vuole che le vittorie come quelle di Bologna e Roma restino fatti episodici bisogna lavorare in tal senso perché, credetemi, spesso la riuscita delle cose è dovuta a piccolissimi fattori».
A Roma era al palazzetto dello sport due ore e mezza prima dell'inizio della partita. E' un "padre" apprensivo?
«Non apprensivo, ma presente sì. Quando decidi di fare una cosa devi trovare il tempo e il modo di seguirla, il rischio contrario è di lasciarsi travolgere dagli eventi. E' la mia regola nel lavoro e la penso così anche nello sport».
Allora non è vero che ha acquistato il Roseto per interesse?
«Chi vede questo evidentemente ha interessi sul Roseto Basket, io non ne ho e mi sembra che lo stia dimostrando».
E non è neanche vero che quando si stuferà, porterà il titolo sportivo a Pescara?
«Davvero qualcuno pensa questo? Perché in tal caso sarebbe assurdo. Roseto è una splendida realtà che io vedo come capitale del basket di tutto il Centro-Sud. Ciò non toglie che amo tutte le altre realtà abruzzesi e, in tal senso, sono molto dispiaciuto della sconfitta della Sanic all'esordio. Dico all'amico presidente Antonetti di non abbattersi perché sono sicuro si sia trattato di un incidente di percorso».
Nemmeno lei ha perso anche per un solo istante la fiducia dopo la brutta partita con Milano?
«Mai, per davvero! Nell'arco della giornata sono alle prese continuamente con piccoli e grandi problemi, talmente grandi da sembrare, delle volte, insormontabili. Ma se invece di arrenderti lavori ti accorgi che hai le capacità di risolverli, anche se ci vuole pazienza».
C'è una cosa che l'ha delusa fino ad oggi?
«Quando mi scontro con gli isterismi di qualcuno. Io faccio le cose con grande tranquillità e cerco di trasmetterla ai miei collaboratori ed anche ai giocatori. In tal senso aver subito un processo dopo la prima partita senza considerare le attenuanti delle assenze mi ha deluso».
Il proverbio dice che l'appetito vien mangiando. Per puntare allo scudetto comprerà qualche altro giocatore?
«Vedo che la storia di credere ai sogni è piaciuta. Non scherziamo, per ora stiamo bene così, ma sia chiaro che non ci tireremo indietro se si presenterà una occasione imperdibile o se sorgerà la necessità. Quanto allo scudetto il mio prossimo sogno è vedere Roseto presente sui titoli dei più importanti quotidiani sportivi nazionali dopo vittorie come le ultime che abbiamo conquistato, perché nonostante tutto hanno fatto più notizia le sconfitte di Fortitudo e Roma».
Tanto per cominciare il settimanale di basket più prestigioso ha dedicato la copertina alle imprese della sua squadra.
«Mi date il gancio giusto per tornare a quanto detto all'inizio dell'intervista. In questo momento, se proprio si vuole continuare a sognare meglio farlo con i piedi ben piantati per terra».
Giorgio Pomponi