PESARO — A Roma era uscito dagli spogliatoi aiutando il massaggiatore a portare le borse dopo aver giocato appena 5' ma non ha fatto drammi, aspettando il suo momento nella partita contro l'Oregon: sta in questo la grandezza di Gigena, eletto capitano anche per il grande attaccamento ad una maglia che dopo quattro anni sente sua. Quando la situazione stava precipitando contro i brianzoli, Crespi si è voltato verso la panchina e ha fatto un cenno al gaucho, chiedendogli di andare in campo e accendere la scintilla: 4 recuperi, due entrate vincenti quando l'attacco era impantanato e pazienza se non è entrata la tripla.
«Ma non è la prima volta che faccio di queste cose uscendo dalla panchina, la gente sa che non mi sono mai nascosto nei momenti difficili. Il mio minutaggio? Non è importante, con Crespi i discorsi sono chiari: lui sa che io rispondo sempre presente all'appello e in quel tempo che mi concede, possono essere 5' o 30', devo fare qualcosa di importante. Magari fuori dagli schemi, affidandomi alla fantasia».
Domenica il pubblico però s'era stancato di aspettare il suo ingresso in campo che non arrivava mai e ha cominciato ad invocarlo: li ha sentiti i cori?
«Li ringrazio per la stima, ma non ce n'è bisogno. Io sono contento di essere utile quando serve. Quest'anno sono il cambio di Beric come ala piccola e lui è troppo importante per la nostra squadra perché crea per sé e per i compagni, mentre io sono un giocatore molto diverso – spiega Gigio -, che deve portare dentro il parquet la carica agonistica. Se Misha riesce a non incappare nella trappola dei falli, allora sicuramente in qualche frangente potremo anche giocare insieme, magari quando io vado nella posizione di n.4 per un quintetto con quattro piccoli com'è già capitato nel finale con l'Oregon».
L'attacco biancorosso ha ancora diversi problemi: quando vi vedremo un po' più brillanti?
«Quando diventeremo più imprevedibili. E' normale che quest'anno le difese puntino a fermare Beric e Richardson. E dopo le sette triple infilate a Roma, Misha è diventato già un osservato speciale. Importante sarà cercare di innescare sempre più McGhee per diventare pericolosi anche coi lunghi e saper sfruttare gli spazi con i giocatori che vengono lasciati più liberi. E' il caso soprattutto mio e di Malaventura che uscendo dalla panchina possiamo cambiare le partite».
La metamorfosi di Pecile ti ha colpito?
«Sta tirando fuori tutta la sua maturità: il suo compito principale, partito Booker, è quello di far girare la squadra, di innescare e coinvolgere tutti e ci sta provando. Ora poi le marcature su di lui sono più dure perché gli altri sanno che se ingabbiano Pecile, i nostri giochi potrebbero incartarsi».
· Trasferta. Il club Tonucci organizza la trasferta di Treviso: si parte domenica alle 9 del mattino. Info 347/8291115.
Elisabetta Ferri
«Ma non è la prima volta che faccio di queste cose uscendo dalla panchina, la gente sa che non mi sono mai nascosto nei momenti difficili. Il mio minutaggio? Non è importante, con Crespi i discorsi sono chiari: lui sa che io rispondo sempre presente all'appello e in quel tempo che mi concede, possono essere 5' o 30', devo fare qualcosa di importante. Magari fuori dagli schemi, affidandomi alla fantasia».
Domenica il pubblico però s'era stancato di aspettare il suo ingresso in campo che non arrivava mai e ha cominciato ad invocarlo: li ha sentiti i cori?
«Li ringrazio per la stima, ma non ce n'è bisogno. Io sono contento di essere utile quando serve. Quest'anno sono il cambio di Beric come ala piccola e lui è troppo importante per la nostra squadra perché crea per sé e per i compagni, mentre io sono un giocatore molto diverso – spiega Gigio -, che deve portare dentro il parquet la carica agonistica. Se Misha riesce a non incappare nella trappola dei falli, allora sicuramente in qualche frangente potremo anche giocare insieme, magari quando io vado nella posizione di n.4 per un quintetto con quattro piccoli com'è già capitato nel finale con l'Oregon».
L'attacco biancorosso ha ancora diversi problemi: quando vi vedremo un po' più brillanti?
«Quando diventeremo più imprevedibili. E' normale che quest'anno le difese puntino a fermare Beric e Richardson. E dopo le sette triple infilate a Roma, Misha è diventato già un osservato speciale. Importante sarà cercare di innescare sempre più McGhee per diventare pericolosi anche coi lunghi e saper sfruttare gli spazi con i giocatori che vengono lasciati più liberi. E' il caso soprattutto mio e di Malaventura che uscendo dalla panchina possiamo cambiare le partite».
La metamorfosi di Pecile ti ha colpito?
«Sta tirando fuori tutta la sua maturità: il suo compito principale, partito Booker, è quello di far girare la squadra, di innescare e coinvolgere tutti e ci sta provando. Ora poi le marcature su di lui sono più dure perché gli altri sanno che se ingabbiano Pecile, i nostri giochi potrebbero incartarsi».
· Trasferta. Il club Tonucci organizza la trasferta di Treviso: si parte domenica alle 9 del mattino. Info 347/8291115.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino