PESARO — Finora ha spaccato i ferri, come si dice dalle nostre parti. Ma «Aronne» è un tipo testardo e non s'arrende. La mano non è proprio così quadra, di questo McGhee è sicuro, le percentuali che ha tenuto al college sono scritte negli annali di Oklahoma (nell'ultimo anno 48% da due, 38% da tre) e sa che prima o poi alzerà quel tremendo 25% che ha tenuto nelle prime tre uscite ufficiali: 8/32 in totale.
«Sono molto dispiaciuto, anche un po' arrabbiato per tutte quelle conclusioni sbagliate da pochi centimetri. Ma non sono preoccupato: mi fido del mio tiro, so che prima o poi tornerà e quando accadrà sarò felice».
Eppure in allenamento non sbaglia quasi mai.
«Appunto».
E allora cos'è?
«Solo una questione di fiducia. E anche di qualche fallo non fischiato: vedo che qui si lascia molto correre sui contatti».
Nel frattempo però a rimbalzo si è fatto sentire, no?
«Bè, visto che non riuscivo ad aiutare la squadra segnando, mi sono detto che dovevo assolutamente fare qualcos'altro di utile nel frattempo».
Le cifre della Lega raccontano che McGhee è terzo assoluto…
«Davvero? Non lo sapevo. E quanti ne prendo?».
Dodici di media.
«Sì? Allora sono molto soddisfatto. Al college ne prendevo sette di media, questo significa che posso fare qualcosa di buono anche qui».
Magari le difficoltà sono date anche dall'età dei suoi avversari: al college siete quasi coetanei. Può pesare questo fatto?
«Sì, questo è vero. Qui la gente contro cui devo combattere è più grossa e anche più sveglia. Ma in compenso io posso controbattere con la mia rapidità e la mia forza. Imparerò».
Se l'aspettava così il livello del nostro campionato?
«Sì, sapevo che era competitivo. Se continueremo a lavorare duro, anche la Scavolini non sfigurerà a questo livello».
Una curiosità: come mai ha giocato con la fascetta in testa domenica?
«Così, un vezzo come un altro».
La portava anche DeMarco Johnson…
«Ah sì? Non lo sapevo».
Che cosa fa McGhee nel tempo libero?
«Guardo una marea di film. Non mi piace molto andare in giro, amo stare in casa e i film sono il mio passatempo preferito».
Come va la vita a Pesaro?
«Bene. Ci si orienta subito in città e poi la gente è davvero carina con me. Quando vado a comprare qualcosa in un negozio c'è sempre qualcuno che mi saluta, che mi incoraggia: apprezzo molto questo modo di fare».
C'è già feeling con i tifosi, dunque?
«Lo spero. Se osservano il mio stile di gioco vedranno che mi piace combattere. E se a loro piace uno che combatte, allora mi vorranno bene».
Domenica affrontiamo la Benetton, che ha il tricolore cucito sul petto: come la mettiamo?
«La mettiamo che loro sono i campioni, che devono confermarsi e noi invece non abbiamo niente da perdere. Andiamo a giocarcela e vediamo cosa succede…».
Elisabetta Ferri
«Sono molto dispiaciuto, anche un po' arrabbiato per tutte quelle conclusioni sbagliate da pochi centimetri. Ma non sono preoccupato: mi fido del mio tiro, so che prima o poi tornerà e quando accadrà sarò felice».
Eppure in allenamento non sbaglia quasi mai.
«Appunto».
E allora cos'è?
«Solo una questione di fiducia. E anche di qualche fallo non fischiato: vedo che qui si lascia molto correre sui contatti».
Nel frattempo però a rimbalzo si è fatto sentire, no?
«Bè, visto che non riuscivo ad aiutare la squadra segnando, mi sono detto che dovevo assolutamente fare qualcos'altro di utile nel frattempo».
Le cifre della Lega raccontano che McGhee è terzo assoluto…
«Davvero? Non lo sapevo. E quanti ne prendo?».
Dodici di media.
«Sì? Allora sono molto soddisfatto. Al college ne prendevo sette di media, questo significa che posso fare qualcosa di buono anche qui».
Magari le difficoltà sono date anche dall'età dei suoi avversari: al college siete quasi coetanei. Può pesare questo fatto?
«Sì, questo è vero. Qui la gente contro cui devo combattere è più grossa e anche più sveglia. Ma in compenso io posso controbattere con la mia rapidità e la mia forza. Imparerò».
Se l'aspettava così il livello del nostro campionato?
«Sì, sapevo che era competitivo. Se continueremo a lavorare duro, anche la Scavolini non sfigurerà a questo livello».
Una curiosità: come mai ha giocato con la fascetta in testa domenica?
«Così, un vezzo come un altro».
La portava anche DeMarco Johnson…
«Ah sì? Non lo sapevo».
Che cosa fa McGhee nel tempo libero?
«Guardo una marea di film. Non mi piace molto andare in giro, amo stare in casa e i film sono il mio passatempo preferito».
Come va la vita a Pesaro?
«Bene. Ci si orienta subito in città e poi la gente è davvero carina con me. Quando vado a comprare qualcosa in un negozio c'è sempre qualcuno che mi saluta, che mi incoraggia: apprezzo molto questo modo di fare».
C'è già feeling con i tifosi, dunque?
«Lo spero. Se osservano il mio stile di gioco vedranno che mi piace combattere. E se a loro piace uno che combatte, allora mi vorranno bene».
Domenica affrontiamo la Benetton, che ha il tricolore cucito sul petto: come la mettiamo?
«La mettiamo che loro sono i campioni, che devono confermarsi e noi invece non abbiamo niente da perdere. Andiamo a giocarcela e vediamo cosa succede…».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino