News

Ira Clark, un inizio promettente

Il nuovo Usa di Fabriano: «Questo è proprio un altro pianeta»

FABRIANO — Diciotto punti, sette rimbalzi e due schiacciate a partita. Dovesse mantenere queste medie per l'intera stagione, Ira Clark conferermerebbe le ottimistiche supposizioni della platea fabrianese estrinsecate già alla vigilia del torneo. «Sarà lui il 'rookie' dell'anno in serie A», dissero in molti rimanendo a bocca aperta di fronte alle sue prime, terrificanti inchiodate ai ferri del PalaGuerrieri.«Ma a me non interessa vincere la classifica degli schiacciatori», mostra il sorrisone il giocatore che, per primo, coach Carmenati ha 'precettato' destinazione Fabriano dopo averlo avuto alle dipendenze sue e del mito Jabbar agli Oklahoma Storm. «Sono qui per imparare. Anzi, siamo tutti qui per imparare». Piuttosto pensa a una Carifac che già sente sua, il 27enne dalle gambe esplosive e i bicipiti da culturista. «Dobbiamo adattarci al vostro basket così competitivo, ma anche così diverso da quello americano. Negli States si gioca molto di fisico, con l'atletismo che spesso risulta decisivo.
Qui, invece, è un'altra storia. Una pallacanestro più tecnica e soprattutto tattica, diciamo pure una questione più di testa che di gambe». E proprio all'effetto novità, Ira imputa le due sconfitte esterne di inizio stagione (inframezzate dal più 35 con la Virtus), caratterizzate dai punteggi bassi. «Degli stranieri solo John (Turner, ndr) ha già giocato da voi. Tutti gli altri, me compreso, sono neofiti. Non crediate che sia così semplice adattarsi, o comunque trovare presto la chimica di squadra con giocatori nuovi. Ci sono formazioni che ci mettono due anni prima di riuscirci, noi credo che lo faremo molto prima. Ecco, il nostro obiettivo dev'essere di migliorare e 'apprendere' partita dopo partita. Ora direi che siamo al 60 per cento, ma i margini di progresso sono elevatissimi». Forse già domenica (PalaGuerrieri, ore 18,15, quasi certamente ancora senza Balliro) con Trieste qualche passo avanti si concretizzerà, anche perché Clark confida molto nel «sesto uomo» biancazzurro. «Ragazzi, che pubblico» , sgrana gli occhi il mulatto quando gli introduci l'argomento tifosi.
«Abbiamo sostenitori fantastici. Quanto contro Bologna è sceso dalla tribune il bandierone, mi sono emozionato, perché negli Stati Uniti non avevo mai visto nulla di simile. E poi il calore, i cori e perfino le urla contro i fischi degli arbitri, altra 'usanza' che non c'è in America. Sì, pure grazie a loro, la salvezza non è irraggiungibile».
Alessandro Di Marco
TAGS
Le ultime gallery
Le ultime notizie
Title Sponsor
Platinum Sponsor
Official Marketplace
Official Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Technology Partner
Medical Supplier
Treno ufficiale
Official Ball
Official Luxury Rental Car Supplier
Technical Sponsor
Official Ticketing
Official Water
Official Nutrition Partner
Official Supplier
Official Court Supplier
Media Partner
Media Partner
Media Partner
Official Radio
Official Advisor