FABRIANO - "Il supertalento che salta sopra gli avversari" così gli addetti del settore hanno presentato DeAndre Hulett all’Italia cestistica. In effetti DeAndre di talento, atletico e non solo, ne ha proprio da vendere. Basta osservare la sua costituzione fisica perfetta per il basket o basta vedere con quanta vitalità e con quanta eleganza egli si muova sul parquet per capire che uno così potenzialmente è di un altro livello, è chiaramente da NBA. Hulett, appena ventunenne, vorrebbe sempre andare a schiacciare: per fare un notevole salto di qualità deve quindi imparare a leggere la difesa avversaria e a sfruttare il suo straordinario atletismo e la sua eccellente tecnica non solo in campo aperto, ma a qualunque ritmo di gioco.
DeAndre, quanto pensi ti possa aiutare questa esperienza italiana in ottica NBA?
«Spero di concretizzare presto il mio obiettivo di giocare tra professionisti americani. Qui a Fabriano voglio crescere molto, acquisire esperienza e dimostrare le mie qualità in un campionato di ottimo livello. Finora ho giocato quasi sempre da ala piccola nelle leghe minori americane, ora coach Carmenati mi sta insegnando anche altri ruoli, in modo da rendermi il più possibile versatile. So di essere giovane ed in fase di apprendimento, quindi devo allenarmi e giocare molto perché, così facendo, posso soltanto migliorare».
Che effetto ti fa essere paragonato a Kobe Bryant?
«Ringrazio Mr.Joe Bryant per avermi paragonato a suo figlio, ma so che è davvero durissimo anche soltanto avvicinarsi a quel livello. Kobe è il mio giocatore preferito, mi piace tutto quello che crea in campo, lo osservo con attenzione e cerco di ispirarmi al suo stile di gioco».
Quali sono le tue impressioni sui compagni di squadra? E sulla città di Fabriano?
«Già conoscevo molti dei miei compagni per averli incrociati nell’USBL e nelle varie Summer League. Fabriano è una città piccola e graziosa, in cui tutti si conoscono. Qui quando esco tutti mi riconoscono e mi salutano con affetto. Sentire tutta questa cordialità nei miei confronti è per me una cosa davvero speciale».
Hai qualità che ti consentono di giocare da playmaker, da guardia tiratrice e da ala piccola. Ma quale di questi ruoli ti è più congeniale?
«i piace giocare a tutto campo e sfruttare la mia velocità in contropiede. Non ho un ruolo che prediligo, l’importante è per me esprimere un basket fantasioso, in modo da poter mettere le mie qualità tecniche e atletiche a servizio del coach e della squadra».
Paolo Santonicola
DeAndre, quanto pensi ti possa aiutare questa esperienza italiana in ottica NBA?
«Spero di concretizzare presto il mio obiettivo di giocare tra professionisti americani. Qui a Fabriano voglio crescere molto, acquisire esperienza e dimostrare le mie qualità in un campionato di ottimo livello. Finora ho giocato quasi sempre da ala piccola nelle leghe minori americane, ora coach Carmenati mi sta insegnando anche altri ruoli, in modo da rendermi il più possibile versatile. So di essere giovane ed in fase di apprendimento, quindi devo allenarmi e giocare molto perché, così facendo, posso soltanto migliorare».
Che effetto ti fa essere paragonato a Kobe Bryant?
«Ringrazio Mr.Joe Bryant per avermi paragonato a suo figlio, ma so che è davvero durissimo anche soltanto avvicinarsi a quel livello. Kobe è il mio giocatore preferito, mi piace tutto quello che crea in campo, lo osservo con attenzione e cerco di ispirarmi al suo stile di gioco».
Quali sono le tue impressioni sui compagni di squadra? E sulla città di Fabriano?
«Già conoscevo molti dei miei compagni per averli incrociati nell’USBL e nelle varie Summer League. Fabriano è una città piccola e graziosa, in cui tutti si conoscono. Qui quando esco tutti mi riconoscono e mi salutano con affetto. Sentire tutta questa cordialità nei miei confronti è per me una cosa davvero speciale».
Hai qualità che ti consentono di giocare da playmaker, da guardia tiratrice e da ala piccola. Ma quale di questi ruoli ti è più congeniale?
«i piace giocare a tutto campo e sfruttare la mia velocità in contropiede. Non ho un ruolo che prediligo, l’importante è per me esprimere un basket fantasioso, in modo da poter mettere le mie qualità tecniche e atletiche a servizio del coach e della squadra».
Paolo Santonicola
