Sarà il campo, come sempre, a dire se
Biella sia incappata in una falsa
partenza o se i problemi sono più seri di quel che
possono sembrare dopo solo tre partite di
campionato. Certo iniziare con tre sconfitte non
giova al morale della giovane truppa del
capitano Ramagli che da buon condottiero non fa
drammi, analizzando un momento difficile, ma
figlio di situazioni ben precise.
All'esordio si è perso dopo un supplementare, con
Varese si è forse pagato lo scotto di una
condizione fisica approssimativa, appesantita
dalla battaglia di Napoli e magari di un po' d'
emozione patita davanti al proprio pubblico,
mentre a Treviso nessuno avrebbe puntato un cent
sulla Lauretana, nemmeno se ci fosse arrivata con
quattro punti in classifica.
Il canestro del 'partenopeo' Jones ha privato
Biella di due punti contro la Pompea ed anche di
quell'entusiasmo che una vittoria avrebbe potuto
aiutare nel sospingere i rossoblu contro una
Varese tutt'altro che imbattibile, ma solo brava
ad approfittare dell'indecisione altrui.
Gli episodi possono determinare fortune o
disavventure, ma Alessandro Ramagli va ben oltre
nella sua analisi di questa partenza in salita
rossoblu.
- Tre gare, zero punti. Quale spiegazione si dà
coach?
"Penso sia l'inizio difficile di una squadra che
in pre campionato ha faticato molto ad allenarsi.
Possiamo andare a contare gli allenamenti fatti
con tutti gli uomini presenti, si fa davvero
presto. Il risultato naturale è che per noi questo
è diventato un periodo di rodaggio che altri hanno
potuto fare prima".
- E il calendario non aiuta.
"Con Treviso e Varese abbiamo sbagliato
approccio, mentre a Napoli avremmo meritato la
vittoria al termine di una bella partita. Certo,
tre partite in una settimana non hanno certo
agevolato chi, come noi, aveva bisogno più degli
altri di lavorare in allenamento, non avendolo
potuto fare in precedenza. E poi ci sono giocatori
che non sono nella condizione ideale per dare il
meglio in campo".
- Ad esempio?
"Alex Bougaieff ha saltato la preparazione
atletica per infortunio ed in questo momento è
molto indietro. Certo non è lui che deve
sorreggere il peso del reparto lunghi, ma nelle
rotazioni che ho in testa ha un ruolo
fondamentale. E poi c'è Soragna, sul conto del
quale si danno troppe cose per scontate".
- Cioé scusi?
"Matteo è rimasto fermo cinque mesi dopo l'
operazione alla spalla. In più, è rientrato un
mese prima del previsto: avrebbe dovuto iniziare
il 10 settembre, invece lo ha fatto il 10 agosto.
E' normale che fatichi a ritrovare il ritmo
partita, in una qualsiasi altra squadra, sarebbe
uno dei dieci con tutto il tempo necessario per
recuperare. La sua grande energia lo ha fatto
esordire benissimo a Napoli, ma noi certo non gli
chiediamo di segnare venti punti a partita. Il suo
ruolo di capitano è molto più importante, deve
darci sicurezza in campo ed esperienza. Ma bisogna
avere pazienza nel suo completo recupero".
- E meno male che c'è Jamel Thomas. Ma si
aspettava un rendimento così?
"No, davvero. Volevamo un tiratore, ma certo non
avevamo pensato di affidargli totalmente il peso
della squadra sulle spalle. Da lui vogliamo punti,
ma senza caricarlo di una pressione eccessiva. Per
fortuna lui è uno che non si fa problemi del
genere e ci ha dato una mano importante, in certi
momenti è sembrato addirittura indispensabile. Ma
la squadra che ho in mente non deve certo essere
dipendente da Thomas".
L'ala di New York è il giocatore che ha tirato di
più di tutta la serie A: 63 tiri, dei quali 33
realizzati per un 52,4% che non è nemmeno male.
Dopo di lui quello che ha tirato di più è Clark di
Fabriano con 41 tiri... Quando il gioco di squadra
si sarà stabilizzato, vedremo un Thomas a
mitraglia come ora, da 20 tiri a gara?
"Non penso, anche se lui rimarrà il nostro primo
terminale. Quello che ci manca in questo momento è
proprio trovare alternative valide in attacco, non
possiamo pensare di vivere sulle iniziative di
Thomas, anche perché pur essendo un realizzatore,
può sbagliare, soprattutto quando le difese lo
braccheranno ancora di più di adesso".
- Il secondo terminale offensivo dovrebbe essere
Belcher che però in questo inizio ha faticato in
posizione di play, sembrando più produttivo con Di
Bella a portare palla. Non rischia di rivelarsi un
lusso, per Biella, ingabbiarlo nel ruolo di
regista?
"Un lusso? Non direi. Ovvio che nè io nè lui siamo
contenti del suo inizio di campionato, in cui ha
faticato a dare il giusto ritmo ai compagni in
campo. Tuttavia credo che lui abbia le qualità
tecniche e fisiche per fare bene in questo ruolo,
soprattutto non credo sia sensato fare processi
dopo tre partite. E' giusto dire che il suo
precampionato ci aveva forse illuso che la sua
abitudine al ruolo sarebbe arrivata più
velocemente di quanto invece le prime partite vere
abbiano dimostrato. Dobbiamo avere pazienza,
dovremo allenarci con continuità in questo senso,
cosa che, ripeto, finora non è stata possibile".
- Ma le note più dolenti arrivano dal settore
lunghi, quasi improduttivo nelle prime uscite.
Come se lo spiega?
"Di Bougaieff abbiamo già detto. In generale posso
dire che sapevamo dall'inizio, considerato il loro
valore economico, brutta espressione, ma rende l'
idea di ciò che voglio dire, che quello dei lunghi
non sarebbe stato il reparto forte. Ma avendoli
scelti sappiamo cosa possono fare ed è molto di
più del loro rendimento attuale. Nel caso di Sales
abbiamo a che fare con un ragazzo appena uscito
dal college che deve prima ambientarsi lontano da
casa e poi capire come si gioca in Europa. Jaacks
forse sta rendendo per quel che ci aspettavamo, se
si escludono un paio di errori gravi nel finale
dalla gara a Napoli. Per Michelori il discorso è
diverso: a lui chiediamo di essere protagonista,
malgrado a Milano non lo sia mai stato. Non è
facile calarsi in panni nuovi, ma io credo che
Andrea debba riuscirci in breve tempo, ne ha le
qualità. Così come credo che Marco Carraretto,
abbandonando il settore lunghi, abbia le
potenzialità per darci molto di più: ha qualità
difensive e un buon feeling col canestro".
- E il Di Bella che ha ben figurato a Treviso?
"Ha sfruttato un'occasione, è stato bravo, ma da
lui mi aspetto notevoli miglioramenti. Anche lui,
come Sales, è un rookie che deve dimostrare
molto ".
- Pochi allenamenti nelle gambe, margini di
miglioramento ampi: ce n'è abbastanza per non
parlare di crisi?
"Fate voi, le crisi servono per riempire le
paginate di giornale, contano le partite non le
parole. Abbiamo perso tre partite e non sono
affatto contento, questo sì. Poi se sia crisi o
meno scrivetelo voi, dopo tre partite non mi
interessa".
- E adesso si va a Livorno, più che mai per
vincere a questo punto.
"Certo, affrontiamo un'avversaria del nostro
livello e dovremo dare tutto, anche di più, per
portare a casa la vittoria".
- La sua città, la sua ex squadra, che accoglienza
si aspetta Ramagli a Livorno?
"Non mi aspetto nè braccia al collo, nè sputi.
Sinceramente non mi aspetto nulla, non mi
interessa. L'unica cosa che voglio è vincere la
partita".
E se riuscirà a trasmettere solo la metà dell'
arrabbiatura che si porta in corpo in questi
giorni, c'è rischio che lo faccia.
Gabriele Pinna