Coach Roberto Carmenati, domenica (PalaGuerrieri, ore 18,15) con Trieste sarete ancora senza Balliro? «Credo proprio di sì. O meglio, il passaporto italiano è arrivato, la società ha completato le sue pratiche, ma ora attendiamo il placet della Federazione. Siccome a mezzogiorno scade il termine per tesserarlo in tempo utile per essere dei nostri domenica, ritengo che il 'miracolo' burocratico sia quasi impossibile… ».
Insomma, dovreste essere di nuovo contati. Ma non ti viene mai pensato che un problema di falli o di riserva di fiato anche di un singolo giocatore può condizionare da solo l'esito di una partita? E, quindi, mandare all'aria tutto il 'sudore' di un'intera settimana? «Questa è la situazione e dobbiamo conviverci senza assolutamente cominciare a 'piangere'. Vorrà dire che tutti dovranno stare molto attenti a non commettere ingenue penalità e che il sottoscritto, in più di un'occasione, dovrà fare i cambi col cronometro e non con le scelte tecniche. Di sicuro contro Trieste vogliamo arrivare agli ultimi cinque minuti della gara con un quintetto il più fresco possibile».
Ma la lezione di Milano è anche quella di un attacco che a ritmo controllato ha sofferto troppo… «Stiamo lavorando molto sugli schemi contro la difesa schierata, ben sapendo che Pancotto punterà sulle cadenze lente e sul gioco a metà campo. Devo dire che ci siamo allenati piuttosto bene, per cui sono fiducioso che già domenica registreremo qualche progresso».
Problema numero due: i friulani hanno centri di stazza, che potrebbero impadronirsi delle aree colorate. «Noi speriamo di ribaltare il discorso e far valere il maggiore atletismo dei nostri lunghi. Intendo dire che dovremo applicarci per portare lontano dai tabelloni i pivot triestini, sfruttando le capacità di percussione frontale nell'uno contro uno non solo degli esterni».
Comunque non è una partita imposibile… «Ma non lo è nemmeno per loro che sicuramente stanno attraversando un ottimo momento e vorranno cercare il primo successo esterno per farlo fungere da trampolino di lancio verso una stagione in grado di sublimarsi con i play-off. Credo, cioè, che questo sia un test importante, perché a sprazzi la nostra squadra ha già lasciato intravvedere le sue potenzialità. Il recupero nel terzo quarto contro Cantù, la buona difesa con Bologna, la capacità di giocarcela punto a punto a Milano. Tutti indizi singolarmente incoraggianti, ma forse è giunto il momento di avere maggiore continuità all'interno della stessa partita, senza gli alti e bassi per l'assemblaggio di un gruppo nuovo».
Perdonaci, ma forse si ricomincia a parlare di mercato… «Questo lo dite voi della stampa, a me non é stato comunicato nulla. Il mio pensiero, da fabrianese innamorato del basket nella sua città prima ancora che da allenatore, l'ho estrinsecato il giorno della vigilia dell'inizio del campionato. Per il resto attendo disposizioni dal vertice societario, pensando solo al lavoro in palestra».
Alessandro Di Marco
Insomma, dovreste essere di nuovo contati. Ma non ti viene mai pensato che un problema di falli o di riserva di fiato anche di un singolo giocatore può condizionare da solo l'esito di una partita? E, quindi, mandare all'aria tutto il 'sudore' di un'intera settimana? «Questa è la situazione e dobbiamo conviverci senza assolutamente cominciare a 'piangere'. Vorrà dire che tutti dovranno stare molto attenti a non commettere ingenue penalità e che il sottoscritto, in più di un'occasione, dovrà fare i cambi col cronometro e non con le scelte tecniche. Di sicuro contro Trieste vogliamo arrivare agli ultimi cinque minuti della gara con un quintetto il più fresco possibile».
Ma la lezione di Milano è anche quella di un attacco che a ritmo controllato ha sofferto troppo… «Stiamo lavorando molto sugli schemi contro la difesa schierata, ben sapendo che Pancotto punterà sulle cadenze lente e sul gioco a metà campo. Devo dire che ci siamo allenati piuttosto bene, per cui sono fiducioso che già domenica registreremo qualche progresso».
Problema numero due: i friulani hanno centri di stazza, che potrebbero impadronirsi delle aree colorate. «Noi speriamo di ribaltare il discorso e far valere il maggiore atletismo dei nostri lunghi. Intendo dire che dovremo applicarci per portare lontano dai tabelloni i pivot triestini, sfruttando le capacità di percussione frontale nell'uno contro uno non solo degli esterni».
Comunque non è una partita imposibile… «Ma non lo è nemmeno per loro che sicuramente stanno attraversando un ottimo momento e vorranno cercare il primo successo esterno per farlo fungere da trampolino di lancio verso una stagione in grado di sublimarsi con i play-off. Credo, cioè, che questo sia un test importante, perché a sprazzi la nostra squadra ha già lasciato intravvedere le sue potenzialità. Il recupero nel terzo quarto contro Cantù, la buona difesa con Bologna, la capacità di giocarcela punto a punto a Milano. Tutti indizi singolarmente incoraggianti, ma forse è giunto il momento di avere maggiore continuità all'interno della stessa partita, senza gli alti e bassi per l'assemblaggio di un gruppo nuovo».
Perdonaci, ma forse si ricomincia a parlare di mercato… «Questo lo dite voi della stampa, a me non é stato comunicato nulla. Il mio pensiero, da fabrianese innamorato del basket nella sua città prima ancora che da allenatore, l'ho estrinsecato il giorno della vigilia dell'inizio del campionato. Per il resto attendo disposizioni dal vertice societario, pensando solo al lavoro in palestra».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino