Solo tre parole: Van den Spiegel. E' lui il giocatore che, a meno di clamorosi ribaltoni, chiude il cerchio Fortitudo, completando la Skipper. Il giemme Savic cercava un «quattro» con certe caratteristiche e Tomas, ingaggiato nella scorsa estate ma mai utilizzato, risponde ad alcuni di questi requisiti. E' comunitario, non romperà certi equilibri (conoscendo già i compagni) e non impiegherà molto a prendere confidenza con il campo dal momento che si è allenato per tutta l'estate con la Skipper. I suoi 24 anni (festeggiati il 10 agosto) non depongono a favore dell'esperienza (uno dei requisiti richiesti al «quattro ideale»), ma Van den Spiegel ha, dalla sua, anche 214 centimetri che ne fanno l'ala forte più alta del nostro paese.
L'accordo tra la società e il lungo –negli ultimi mesi della passata stagione aveva giocato a Ostenda, dove ha conquistato il titolo belga –è stato raggiunto ieri: domani sarà in campo, con la maglia numero 14, con Milano.
«Sono molto contento – racconta Tomas - finalmente avrò la possibilità di giocare con la Fortitudo e, dopo un anno praticamente perso a causa dell'infortunio e il ritorno a Ostenda, essere di nuovo qui mi fa sentire bene».
La rinascita dopo un calvario che ha messo a dura prova la sua pazienza. «E' stato tutto difficile – prosegue - ho perso un anno, sono rimasto fuori dovendo convivere con un infortunio al ginocchio molto pesante, proprio nel momento in cui ero arrivato alla Fortitudo e avevo grandi speranze. Dopo 5-6 mesi di riabilitazione con lo staff della società, sono tornato a Ostenda per poter riprendere a giocare, non poteva esserci spazio nella squadra biancoblù. Ma anche in Belgio non è stato facile: non mi sentivo ancora a posto, avevo paura di rifarmi male e andavo in campo per pochi minuti. Anche là c'erano equilibri consolidati. Nella serie finale, però, si è infortunato il centro titolare ed è venuto il mio momento: nell'ultima partita ho segnato 15 punti catturando 11 rimbalzi e ho aiutato la squadra a conquistare il titolo».
Ma le sirene italiane – del resto c'era un accordo firmato un anno fa – erano troppo forti. Tomas ha accettato di rimettersi in discussione.
E ha accettato, soprattutto, la nuova chance concessagli da Savic e dalla Skipper. «Il primo obiettivo è ritagliarmi uno spazio sul parquet. La Skipper è giovane, forte, e ha tutto per fare bene. Prima c'erano solo tre lunghi; con me siamo in quattro. Vogliamo dimostrare di essere in grado di svolgere al meglio il nostro compito».
Alessandro Gallo
L'accordo tra la società e il lungo –negli ultimi mesi della passata stagione aveva giocato a Ostenda, dove ha conquistato il titolo belga –è stato raggiunto ieri: domani sarà in campo, con la maglia numero 14, con Milano.
«Sono molto contento – racconta Tomas - finalmente avrò la possibilità di giocare con la Fortitudo e, dopo un anno praticamente perso a causa dell'infortunio e il ritorno a Ostenda, essere di nuovo qui mi fa sentire bene».
La rinascita dopo un calvario che ha messo a dura prova la sua pazienza. «E' stato tutto difficile – prosegue - ho perso un anno, sono rimasto fuori dovendo convivere con un infortunio al ginocchio molto pesante, proprio nel momento in cui ero arrivato alla Fortitudo e avevo grandi speranze. Dopo 5-6 mesi di riabilitazione con lo staff della società, sono tornato a Ostenda per poter riprendere a giocare, non poteva esserci spazio nella squadra biancoblù. Ma anche in Belgio non è stato facile: non mi sentivo ancora a posto, avevo paura di rifarmi male e andavo in campo per pochi minuti. Anche là c'erano equilibri consolidati. Nella serie finale, però, si è infortunato il centro titolare ed è venuto il mio momento: nell'ultima partita ho segnato 15 punti catturando 11 rimbalzi e ho aiutato la squadra a conquistare il titolo».
Ma le sirene italiane – del resto c'era un accordo firmato un anno fa – erano troppo forti. Tomas ha accettato di rimettersi in discussione.
E ha accettato, soprattutto, la nuova chance concessagli da Savic e dalla Skipper. «Il primo obiettivo è ritagliarmi uno spazio sul parquet. La Skipper è giovane, forte, e ha tutto per fare bene. Prima c'erano solo tre lunghi; con me siamo in quattro. Vogliamo dimostrare di essere in grado di svolgere al meglio il nostro compito».
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino