PESARO — Questa storia che la Scavolini a Treviso, sul campo dei campioni in carica, non ha niente da perdere, non piace alla truppa di Crespi. Non piace, soprattutto a un tipo combattivo come Ken Lacey, l'irlandese con le lentiggini pronto alla lotta sempre e comunque.
«Invece avremo molto da perdere se giochiamo male. Nessuno ci chiede di sbancare Treviso, ma a noi stessi chiediamo di mostrarci all'altezza della situazione e dare il meglio contro i migliori. Adesso che ci siamo sbloccati con la vittoria ottenuta contro Cantù dobbiamo fare un passo avanti e andare alla ricerca del bel gioco. Quello di domani al Palaverde è un esame importante — ammette Lacey — e almeno da questo punto di vista non vogliamo fallire. Il risultato è un'altra faccenda».
La Benetton che viaggia sull'onda delle sicurezze acquisite un anno fa è al momento la squadra più devastante di tutte in attacco: più punti realizzati (95,3), miglior valutazione di squadra e anche la formazione in possesso finora del miglior Oer, cioè il rapporto dei punti segnati in base ai possessi di palla. Non basta: la Benetton è la numero uno nel tiro da tre punti (45,3% di squadra) coi vari Bulleri, Stojic, Nemeth e Garbajosa, presenti nei primi venti; ma anche la migliore negli assist (13,3 di media) con Tyus Edney che riesce a scodellarne ai compagni 4 a partita. Insomma una vera macchina da punti, complicata da inceppare anche per le grandi squadre. Ma in settimana la Scavolini ha lavorato col cuor contento e si prepara a giocare la gara libera dall'ansia.
«Questo è vero. In America si dice che finchè non vinci la prima partita dell'anno è come se avessi un fantasma dentro di te: adesso non c'è più. I nostri dubbi se ne sono andati via», sorride Ken. Che dice la sua sulla questione dei lunghi dopo le prime confortanti uscite.
«Non sono i centimetri che prendono i rimbalzi, si sapeva e penso che l'abbiamo dimostrato portandoci al primo posto nella classifica di specialità di Lega. Importanti sono qualità come il tempismo, il senso della posizione, l'intensità: quando lavoriamo di squadra, coi sincronismi giusti, anche Pecile può prendere i rimbalzi».
Quella di domani potrebbe essere una partita adatta per il pacchetto dei lunghi biancorossi, perché è noto che Treviso ama giocare in maniera perimetrale, spesso con Nicola e Garbajosa insieme a rubare un po' di minutaggio a Marconato.
«Sono davvero molto bravi i lunghi della Benetton e soprattutto sono molto esperti e furbi ma noi speriamo di riuscire ugualmente a fare il nostro lavoro, mettendoci tanta energia, che alla fine è la nostra arma migliore» conclude Lacey.
La Scavolini, che ieri mattina ha lasciato precauzionalmente a riposo Norm Richardson per un fastidio alla schiena, parte oggi al completo per la Marca con una piccola speranza nel cuore: quella di non sfigurare al cospetto dei migliori. Poi il calendario darà un po' di tregua alla formazione di Crespi con impegni più abbordabili.
Elisabetta Ferri
«Invece avremo molto da perdere se giochiamo male. Nessuno ci chiede di sbancare Treviso, ma a noi stessi chiediamo di mostrarci all'altezza della situazione e dare il meglio contro i migliori. Adesso che ci siamo sbloccati con la vittoria ottenuta contro Cantù dobbiamo fare un passo avanti e andare alla ricerca del bel gioco. Quello di domani al Palaverde è un esame importante — ammette Lacey — e almeno da questo punto di vista non vogliamo fallire. Il risultato è un'altra faccenda».
La Benetton che viaggia sull'onda delle sicurezze acquisite un anno fa è al momento la squadra più devastante di tutte in attacco: più punti realizzati (95,3), miglior valutazione di squadra e anche la formazione in possesso finora del miglior Oer, cioè il rapporto dei punti segnati in base ai possessi di palla. Non basta: la Benetton è la numero uno nel tiro da tre punti (45,3% di squadra) coi vari Bulleri, Stojic, Nemeth e Garbajosa, presenti nei primi venti; ma anche la migliore negli assist (13,3 di media) con Tyus Edney che riesce a scodellarne ai compagni 4 a partita. Insomma una vera macchina da punti, complicata da inceppare anche per le grandi squadre. Ma in settimana la Scavolini ha lavorato col cuor contento e si prepara a giocare la gara libera dall'ansia.
«Questo è vero. In America si dice che finchè non vinci la prima partita dell'anno è come se avessi un fantasma dentro di te: adesso non c'è più. I nostri dubbi se ne sono andati via», sorride Ken. Che dice la sua sulla questione dei lunghi dopo le prime confortanti uscite.
«Non sono i centimetri che prendono i rimbalzi, si sapeva e penso che l'abbiamo dimostrato portandoci al primo posto nella classifica di specialità di Lega. Importanti sono qualità come il tempismo, il senso della posizione, l'intensità: quando lavoriamo di squadra, coi sincronismi giusti, anche Pecile può prendere i rimbalzi».
Quella di domani potrebbe essere una partita adatta per il pacchetto dei lunghi biancorossi, perché è noto che Treviso ama giocare in maniera perimetrale, spesso con Nicola e Garbajosa insieme a rubare un po' di minutaggio a Marconato.
«Sono davvero molto bravi i lunghi della Benetton e soprattutto sono molto esperti e furbi ma noi speriamo di riuscire ugualmente a fare il nostro lavoro, mettendoci tanta energia, che alla fine è la nostra arma migliore» conclude Lacey.
La Scavolini, che ieri mattina ha lasciato precauzionalmente a riposo Norm Richardson per un fastidio alla schiena, parte oggi al completo per la Marca con una piccola speranza nel cuore: quella di non sfigurare al cospetto dei migliori. Poi il calendario darà un po' di tregua alla formazione di Crespi con impegni più abbordabili.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino