TREVISO — Segnali di fumo Marco Crespi li aveva mandati venerdì attraverso la «rosea». Tra le righe è sembrato di cogliere un avviso di garanzia per Gilbert, il giocatore forse più marginale e periferico di questa formazione. E qui a Treviso, quasi a volergli concedere un bonus, lo manda in campo nel quintetto iniziale. Si sbatte il piccolo cioccolatino ma davanti non ha un collegiale, ma Edney, in questo momento, e soprattutto per questa Scavolini, un marziano. Paga la maggior velocità dell'avversario, Gilbert, nei cinque minuti in cui sta in campo. Ma non è propriamente un disastro.
Anche perché il miglior Edney lo si vedrà nei minuti successivi: un uragano di canestri. Il play di Treviso chiude il primo tempo con 18 punti all'attivo. Una partita delusione, per i tifosi arrivati al seguito speranzosi; una partita che invece traccia una linea di demarcazione tra chi sta in alto e chi sta in basso, o comunque cerca una sua linea di galleggiamento in questo campionato com'è il caso della Scavolini. Perché Pesaro appare, nei momenti cruciali, troppo legata al solo Beric. Così è stato anche qui a Treviso con Messina che manda sopra il serbo il giovane talento (anche per lui è pronta la Nba) Stojic: poco spazio per Beric e la squadra è subito affondata. Perché Richardson non ha prodotto nulla quando la partita contava. E così McGhee. Condizioni proibitive per combattere a livello della Benetton, una formazione fatta per vincere tutto in Italia e per giocarsela in Europa. Prendere come metro di paragone Treviso in questo momento è devastante. Qualche amico di Pesaro come Andrea Gracis, ha buone parole per questa Scavolini «che comunque non ha ceduto, ma ha giocato fino alla fine». Qualche altro, grande intenditore di basket («ma non facciamo nomi») ha una lettura diversa:«Non abbiamo spinto, anche perché non avrebbe avuto senso».
Poi di Pesaro, aggiunge: «Avrebbe bisogno di un altro giocatore in grado di dare qualche certezza, soprattutto un redimento costante e lineare nel corso della gara. Richardson in questo momento va troppo a sprazzi».
m.g.
Anche perché il miglior Edney lo si vedrà nei minuti successivi: un uragano di canestri. Il play di Treviso chiude il primo tempo con 18 punti all'attivo. Una partita delusione, per i tifosi arrivati al seguito speranzosi; una partita che invece traccia una linea di demarcazione tra chi sta in alto e chi sta in basso, o comunque cerca una sua linea di galleggiamento in questo campionato com'è il caso della Scavolini. Perché Pesaro appare, nei momenti cruciali, troppo legata al solo Beric. Così è stato anche qui a Treviso con Messina che manda sopra il serbo il giovane talento (anche per lui è pronta la Nba) Stojic: poco spazio per Beric e la squadra è subito affondata. Perché Richardson non ha prodotto nulla quando la partita contava. E così McGhee. Condizioni proibitive per combattere a livello della Benetton, una formazione fatta per vincere tutto in Italia e per giocarsela in Europa. Prendere come metro di paragone Treviso in questo momento è devastante. Qualche amico di Pesaro come Andrea Gracis, ha buone parole per questa Scavolini «che comunque non ha ceduto, ma ha giocato fino alla fine». Qualche altro, grande intenditore di basket («ma non facciamo nomi») ha una lettura diversa:«Non abbiamo spinto, anche perché non avrebbe avuto senso».
Poi di Pesaro, aggiunge: «Avrebbe bisogno di un altro giocatore in grado di dare qualche certezza, soprattutto un redimento costante e lineare nel corso della gara. Richardson in questo momento va troppo a sprazzi».
m.g.
Fonte: Il Resto del Carlino