Gattoni 5,5. Trascorre buona parte dei suoi 25 minuti di utilizzo ad adeguarsi faticosamente all'ondivago metro di giudizio dei tre fischietti al capitolo falli. Per il resto dà scarsi segnali della sua presenza (1/3 al tiro, 4 rimbalzi), «oscurato» dalla serata di gloria del suo amico Nunez. Il mezzo equivoco tattico su chi è il play quando sono entrambi in campo potrebbe essere risolto proprio con l'eccellente rapporto di stima reciproca fuori dal parquet.
Hulett 5. Carmenati aveva detto che presto sarà lui il «faro» biancoblù nei finali punto a punto. Per adesso deve affretarsi a toglierlo nei tre minuti conclusivi dopo un paio di sciagurate palle perse in fase di costruzione, decisive per fortificare la riscossa triestina. Non ci siamo, insomma. Né quando i possessi valgono doppio, né per il resto della gara trascorso ancora in maniera anonima (sempre troppo pochi i setti tiri…), senza squilli dal perimetro e senza risposte al ben più quadrato Roberson. Un'altra lezione da imparare per il baby-fenomeno, che fin qui ha mostrato più i limiti della prima metà dell'etichetta che le virtù (intuite negli elengati avvicinamenti a canestro) della seconda.
Porter 6. Se ha una virtù - oltre a quella di fare il tifoso in campo - è di infischiarsene delle voci nobili del tabellino ed esaltarsi nella «spazzatura» dei rimbalzi (9) e dei recuperi (4). Strepitoso il senso della posizione negli sfondi sùbiti (da queste parti un'arte che si era vista praticare così bene solo da Pezzin), incredibile la voglia di votarsi alla causa comune, senza il minimo interesse alla statistiche individuali. Se ha un difetto, al contrario, è proprio quello di litigare con l'anello (3/13 dal campo) e non riuscire a tramutare l'irrefrenabile energia in sostanza nelle fasi chiave. Al suo arrivo disse di poter ereditare il pesante testimone di Thompson, ma lo scorso anno Chandler, contro Trieste e per giunta in trasferta. vinse da solo…
Clark 7,5. 20 punti, 14 rimbalzi, 4 stoppate, 3 schiacciate. Parlano i numeri per suffragare un'altra prova ad hoc dell'unico tra i «mori» fabrianesi ad aver sempre tiimbrato il cartellino delle presenze offensive (e non solo) nelle prime quattro sfide.
Turner 5,5. Dopo i fasti di Milano, una prova da gregario (4 punti, 2/8 dal campo, 6 rumbalzi) e la conferma che, a 35 anni suonati, non gli si può chiedere la luna.
Nunez 8. Come per Clark, parola alle cifre: 29 punti (in 30 minuti), 7/14 in azione (con 5 triple), 10/10 ai liberi, 3 rimbalzi, 3 recuperi, 8 falli sùbiti. Una gara strepitosa, una dimostrazione tangibile che, se la schiena regge, anche con un fisico normale si possono avere testa e braccio da campione.
Balliro s.v. Alla fine del lungo «tiramolla» sul tesseramento ha giocato solo sei minuti. Il tempo, cioè, per scorgerne la camminata pittoresca, la tecnica di base rudimentale e la voglia di «sbattersi» in difesa.
a.d.m.
Hulett 5. Carmenati aveva detto che presto sarà lui il «faro» biancoblù nei finali punto a punto. Per adesso deve affretarsi a toglierlo nei tre minuti conclusivi dopo un paio di sciagurate palle perse in fase di costruzione, decisive per fortificare la riscossa triestina. Non ci siamo, insomma. Né quando i possessi valgono doppio, né per il resto della gara trascorso ancora in maniera anonima (sempre troppo pochi i setti tiri…), senza squilli dal perimetro e senza risposte al ben più quadrato Roberson. Un'altra lezione da imparare per il baby-fenomeno, che fin qui ha mostrato più i limiti della prima metà dell'etichetta che le virtù (intuite negli elengati avvicinamenti a canestro) della seconda.
Porter 6. Se ha una virtù - oltre a quella di fare il tifoso in campo - è di infischiarsene delle voci nobili del tabellino ed esaltarsi nella «spazzatura» dei rimbalzi (9) e dei recuperi (4). Strepitoso il senso della posizione negli sfondi sùbiti (da queste parti un'arte che si era vista praticare così bene solo da Pezzin), incredibile la voglia di votarsi alla causa comune, senza il minimo interesse alla statistiche individuali. Se ha un difetto, al contrario, è proprio quello di litigare con l'anello (3/13 dal campo) e non riuscire a tramutare l'irrefrenabile energia in sostanza nelle fasi chiave. Al suo arrivo disse di poter ereditare il pesante testimone di Thompson, ma lo scorso anno Chandler, contro Trieste e per giunta in trasferta. vinse da solo…
Clark 7,5. 20 punti, 14 rimbalzi, 4 stoppate, 3 schiacciate. Parlano i numeri per suffragare un'altra prova ad hoc dell'unico tra i «mori» fabrianesi ad aver sempre tiimbrato il cartellino delle presenze offensive (e non solo) nelle prime quattro sfide.
Turner 5,5. Dopo i fasti di Milano, una prova da gregario (4 punti, 2/8 dal campo, 6 rumbalzi) e la conferma che, a 35 anni suonati, non gli si può chiedere la luna.
Nunez 8. Come per Clark, parola alle cifre: 29 punti (in 30 minuti), 7/14 in azione (con 5 triple), 10/10 ai liberi, 3 rimbalzi, 3 recuperi, 8 falli sùbiti. Una gara strepitosa, una dimostrazione tangibile che, se la schiena regge, anche con un fisico normale si possono avere testa e braccio da campione.
Balliro s.v. Alla fine del lungo «tiramolla» sul tesseramento ha giocato solo sei minuti. Il tempo, cioè, per scorgerne la camminata pittoresca, la tecnica di base rudimentale e la voglia di «sbattersi» in difesa.
a.d.m.
Fonte: Il Resto del Carlino