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Roma a Udine trova punti e fiducia

Aspettando la Fortitudo, la Virtus dimentica Roseto

UDINE - Voglia di ribellione, tremando all’idea di aver perso la sfida contro Roseto una settimana fa. Roma bella quando ha voluto, brutta quando ha potuto, portando a casa il risultato giusto (72-66) mentre Udine rimane ancora senza punti in classifica, ultima e in piena crisi e con Frates in bilico. La Virtus ha fatto tutto bene all’inizio, Santiago in area è la sua sicurezza, Jenkins aveva voglia di non fallire di nuovo e ha dato consistenza alle azioni della squadra di Piero Bucchi. Ha vinto la Roma dei canestri (il conto con Udine in questo week enk è 2-0 per i giallorossi tra calcio e basket) una partita che bella non è proprio stata. I padroni di casa ancora non hanno un gioco, colpa questa dell’assenza di un vero play perché Mulaomerovic regista non è davvero. E quando il croato non è in campo, ognuno recita su una spartito personale. Vincere qui, al Carnera, non era semplice. Serviva una buona concentrazione ma anche una difesa ardita. Myers si è sacrificato molto per controllare Mian (la guardia è scappata via solo un paio di volte) e Righetti è tornato un giocatore vero, senza dimenticare il gran lavoro di Santiago. «E’ stata una grande scelta», ha spiegato ancora Bucchi parlando del suo centrone.
Trenta o poco più minuti di attenzione, Roma largamente in vantaggio (+18 il massimo, 35-53 alla fine del terzo quarto) prima di respirare un po’, di frenare consentendo ai padroni di casa di piazzare qualche canestro illudendoli di un possibile rientro in partita. Una fiammata con Mian e Alexander per arrivare fino a -10 (58-68) negli ultimi 4’. Paura? Un pizzico, anche se ogni volta che Myers e Jenkins decidevano di premere sull’acceleratore c’erano 2 punti di sicurezza.
Peccato aver visto commettere il terzo fallo a Jenkins alla fine del primo tempo (a 2" dalla sirena) e questo lo ha certamente condizionato anche se la Virtus ha avuto il solito prezioso apporto da Bonora. Una sicurezza la regia di Davide, un giocatore che riesce sempre a leggere la partita e trovare la scelta migliore.
Dicevamo di Righetti. Alex doveva dimostrare di non aver dimenticato cos’è la pallacanestro. La prova ha dato esito positivo, non tanto per i punti (15) ma per la sua determinazione sul parquet. Jenkins alle batterie e Santiago al trombone con Myers sempre attento e capace di dialogare con il canestro. «Questa squadra ha già vinto due partite su due in trasferta - ricorda Bucchi - Quella di ieri è stata la dimostrazione che ci voleva dopo la sconfitta di una settimana fa al Palazzetto». Buona difesa, bravo Tusek a dare il giusto contributo con un Tonolli che non è ancora la meglio aspettando, sabato pomeriggio nell’anticipo della quinta giornata, la Fortitudo a viale Tiziano che si presenta caricata dopo il successo di ieri con la Olimpia Milano di Attilio Caja.
Carlo Santi
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