Niente da fare, la cifra tonda non piace proprio.
E' da inizio campionato che la Lauretana insegue l'ottantesima vittoria in serie A della sua storia, ma anche ieri l'ombra della statistica ha corso più veloce dell'ombra della squadra di Alessandro Ramagli. Sì, perché quella vista ieri a Livorno non può e non deve (o quantomeno si spera
che non possa e non debba) essere la vera formazione che al campionato non chiede nulla di più rispetto alla salvezza. Più o meno lo stesso traguardo inseguito dalla Mabo, che al Palamacchia ha vinto 69-51 senza mai andare in svantaggio. Né una pausa, né una frenata, né un moto di comprensione cristiana: niente di niente. Si pensava che per Biella affrontare i toscani privi di Keith McLeod, piccolo ma cattivo (21 punti rifilati a Udine e 22 ad Avellino) condottiero venuto dall'Ohio e fermato dal menisco, sarebbe stato più facile. Non era vero, anche perché la Lauretana, alle difficoltà provocate dagli avversari, ha aggiunto soprattutto quelle pescate al suo interno. Tante, tantissime difficoltà.
Innanzitutto, non ha avuto i punti di Jamel Thomas.
L'ala di New York, che qualche giorno fa ha rifiutato un invito ai camp dei Knicks nella Nba, ha sparato da tutte le parti tranne che nel canestro della Mabo. Una serata storta a un tiratore sopraffino come lui, può capitare. Ma non così storta, neppure a un'ala che agli occhi degli
avversari va trattata come un sorvegliato speciale da raddoppiare in continuazione. Ecco i suoi numeri: 5 punti, 2/9 da due, 0/7 da tre, 1/2 ai
liberi, 5 palle perse ed un clamoroso -11 di valutazione. Tradotto: un disastro, ma di quelli brutti però.
Non ha segnato lui, e neppure la squadra (che sia troppo convinta di essere Thomas-dipendente?), visto che alla fine la Lauretana se n'è andata da Livorno con un tristissimo 17/60 al tiro. Per i non matematici, va detto che fa 28%. Cookie Belcher play ha girato a vuoto, i lunghi sono stati calpestati dai grattacieli toscani, gli esterni non ne hanno combinata una giusta, il carattere è stato un concetto astratto ed inesistente. Livorno pareva incredula di tanta grazia, e al 40' ha detto tante volte grazie. Ha raccolto i due punti, e se n'è andata. A proposito
di punti, quelli biellesi restano zero, che valgono l'ultimo posto della classifica. Quattro partite, quattro sconfitte, ecco il cammino fino a
ieri sera. Come sarebbe andata a finire a Livorno, comunque, si poteva già capire dopo pochi secondi. L'inizio dell'incontro della Lauretana è infatti stato questo: 4 palle recuperate sono state sprecate con 3 tiri sbagliati, e da quel momento in avanti i padroni di casa sono sempre stati in vantaggio. Hanno anche toccato diverse volte il +22. Tanto, sicuramente troppo. No, la cifra tonda non piace proprio.
al.al.
E' da inizio campionato che la Lauretana insegue l'ottantesima vittoria in serie A della sua storia, ma anche ieri l'ombra della statistica ha corso più veloce dell'ombra della squadra di Alessandro Ramagli. Sì, perché quella vista ieri a Livorno non può e non deve (o quantomeno si spera
che non possa e non debba) essere la vera formazione che al campionato non chiede nulla di più rispetto alla salvezza. Più o meno lo stesso traguardo inseguito dalla Mabo, che al Palamacchia ha vinto 69-51 senza mai andare in svantaggio. Né una pausa, né una frenata, né un moto di comprensione cristiana: niente di niente. Si pensava che per Biella affrontare i toscani privi di Keith McLeod, piccolo ma cattivo (21 punti rifilati a Udine e 22 ad Avellino) condottiero venuto dall'Ohio e fermato dal menisco, sarebbe stato più facile. Non era vero, anche perché la Lauretana, alle difficoltà provocate dagli avversari, ha aggiunto soprattutto quelle pescate al suo interno. Tante, tantissime difficoltà.
Innanzitutto, non ha avuto i punti di Jamel Thomas.
L'ala di New York, che qualche giorno fa ha rifiutato un invito ai camp dei Knicks nella Nba, ha sparato da tutte le parti tranne che nel canestro della Mabo. Una serata storta a un tiratore sopraffino come lui, può capitare. Ma non così storta, neppure a un'ala che agli occhi degli
avversari va trattata come un sorvegliato speciale da raddoppiare in continuazione. Ecco i suoi numeri: 5 punti, 2/9 da due, 0/7 da tre, 1/2 ai
liberi, 5 palle perse ed un clamoroso -11 di valutazione. Tradotto: un disastro, ma di quelli brutti però.
Non ha segnato lui, e neppure la squadra (che sia troppo convinta di essere Thomas-dipendente?), visto che alla fine la Lauretana se n'è andata da Livorno con un tristissimo 17/60 al tiro. Per i non matematici, va detto che fa 28%. Cookie Belcher play ha girato a vuoto, i lunghi sono stati calpestati dai grattacieli toscani, gli esterni non ne hanno combinata una giusta, il carattere è stato un concetto astratto ed inesistente. Livorno pareva incredula di tanta grazia, e al 40' ha detto tante volte grazie. Ha raccolto i due punti, e se n'è andata. A proposito
di punti, quelli biellesi restano zero, che valgono l'ultimo posto della classifica. Quattro partite, quattro sconfitte, ecco il cammino fino a
ieri sera. Come sarebbe andata a finire a Livorno, comunque, si poteva già capire dopo pochi secondi. L'inizio dell'incontro della Lauretana è infatti stato questo: 4 palle recuperate sono state sprecate con 3 tiri sbagliati, e da quel momento in avanti i padroni di casa sono sempre stati in vantaggio. Hanno anche toccato diverse volte il +22. Tanto, sicuramente troppo. No, la cifra tonda non piace proprio.
al.al.