Benetton in testa da sola: d'accordo, tre gare in casa su quattro, e contro le ultime quattro della classifica. Ma non è certo colpa sua, semmai il calendario favorevole è un altro dei vantaggi derivati dall'aver vinto lo scudetto. Comunque nessuno si sorprende.
D'altra parte come potrebbe essere altrimenti? La squadra campione d'Italia si è rafforzata con un grande americano e con una promessa del basket slavo, affidando la panca al meglio che c'era in circolazione. Se poi aggiungiamo a tutto ciò un Tyus Edney da favola, che non ha mai giocato talmente bene (e lui è uno che non ha mai giocato male...) non è difficile capire che Treviso punta diritto alla conferma dello scudetto e a portare a casa la Coppa che non ha mai vinto, non necessariamente in questo ordine. Tornare a parlare con Edney ci sembra obbligatorio, dopo il suo ennesimo show. Vederlo slalomeggiare come un topolino o raggomitolarsi nell'aria come un tuffatore è davvero uno spettacolo, lui ribadisce un concetto che gli è caro: si sta divertendo come un matto. «, a me piace la competizione, e mi piace fare quello che faccio, un tiro, un passaggio, giocare anche per la squadra. Ma se siamo così in alto è merito di tutti anche se sì, effettivamente, mi sento bene, sono in buona forma».
Non sei mai stato così forte come in questo momento.
«Io spero sempre di migliorare e continuare a giocare bene. Personalmente non sono mai del tutto soddisfatto di quello che faccio».
Quali differenze per te e per la squadra nell'essere passato dai metodi di D'Antoni a quelli di Messina?
«Intanto, devo dire che entrambi sono degli ottimi allenatori, che sanno come si vince, con i quali mi sono sempre trovato bene: ed in fondo fanno giocare la squadra con uno stile abbastanza simile, ad esempio nella transizione veloce. E questa è una cosa che io amo molto. Certo, qualche differenza c'è, ma restano tutti e due ottimi coach».
Con Pittis sei l'unico giocatore della Benetton ad aver vinto l'Eurolega: e giovedì comincia la giostra...
«Posso immaginare che sarà una partita difficile e importante, come lo sono tutte quelle dell'Eurolega. Ovvio che noi vogliamo vincere. Io credo fermamente che la Benetton abbia i mezzi per farcela, naturalmente, io voglio vincere, abbiamo buone possibilità, ma dovremo giocare bene, e di squadra».
L'esperienza europea di Messina è indiscutibile: pensi che con lui quest'anno avrete qualche chance in più?
«Sicuramente lui ha esperienza per vincere, l'ha già fatto in Eurolega, ma non posso dire se sarà meno faticoso di prima. So che comunque non sarà facile».
Da un vincitore di Eurolega (con Kaunas) ad un altro (con Milano): Ricky Pittis. Pure lui si gode la vista dall'alto della classifica. «Con Pesaro abbiamo giocato bene dal primo minuto, controllando la partita: facciamo un bel basket e siamo in buona salute, adesso poi inizia l'Eurolega ed anche lì abbiamo tutta l'intenzione di far bene. Dovremo dare il massimo dalla prima partita, sappiamo che non sarà facile. Noi tutti abbiamo un obiettivo preciso, ma non lo annunciamo per scaramanzia. Diciamo che vogliamo fare meglio dell'anno scorso».
Silvano Focarelli
D'altra parte come potrebbe essere altrimenti? La squadra campione d'Italia si è rafforzata con un grande americano e con una promessa del basket slavo, affidando la panca al meglio che c'era in circolazione. Se poi aggiungiamo a tutto ciò un Tyus Edney da favola, che non ha mai giocato talmente bene (e lui è uno che non ha mai giocato male...) non è difficile capire che Treviso punta diritto alla conferma dello scudetto e a portare a casa la Coppa che non ha mai vinto, non necessariamente in questo ordine. Tornare a parlare con Edney ci sembra obbligatorio, dopo il suo ennesimo show. Vederlo slalomeggiare come un topolino o raggomitolarsi nell'aria come un tuffatore è davvero uno spettacolo, lui ribadisce un concetto che gli è caro: si sta divertendo come un matto. «, a me piace la competizione, e mi piace fare quello che faccio, un tiro, un passaggio, giocare anche per la squadra. Ma se siamo così in alto è merito di tutti anche se sì, effettivamente, mi sento bene, sono in buona forma».
Non sei mai stato così forte come in questo momento.
«Io spero sempre di migliorare e continuare a giocare bene. Personalmente non sono mai del tutto soddisfatto di quello che faccio».
Quali differenze per te e per la squadra nell'essere passato dai metodi di D'Antoni a quelli di Messina?
«Intanto, devo dire che entrambi sono degli ottimi allenatori, che sanno come si vince, con i quali mi sono sempre trovato bene: ed in fondo fanno giocare la squadra con uno stile abbastanza simile, ad esempio nella transizione veloce. E questa è una cosa che io amo molto. Certo, qualche differenza c'è, ma restano tutti e due ottimi coach».
Con Pittis sei l'unico giocatore della Benetton ad aver vinto l'Eurolega: e giovedì comincia la giostra...
«Posso immaginare che sarà una partita difficile e importante, come lo sono tutte quelle dell'Eurolega. Ovvio che noi vogliamo vincere. Io credo fermamente che la Benetton abbia i mezzi per farcela, naturalmente, io voglio vincere, abbiamo buone possibilità, ma dovremo giocare bene, e di squadra».
L'esperienza europea di Messina è indiscutibile: pensi che con lui quest'anno avrete qualche chance in più?
«Sicuramente lui ha esperienza per vincere, l'ha già fatto in Eurolega, ma non posso dire se sarà meno faticoso di prima. So che comunque non sarà facile».
Da un vincitore di Eurolega (con Kaunas) ad un altro (con Milano): Ricky Pittis. Pure lui si gode la vista dall'alto della classifica. «Con Pesaro abbiamo giocato bene dal primo minuto, controllando la partita: facciamo un bel basket e siamo in buona salute, adesso poi inizia l'Eurolega ed anche lì abbiamo tutta l'intenzione di far bene. Dovremo dare il massimo dalla prima partita, sappiamo che non sarà facile. Noi tutti abbiamo un obiettivo preciso, ma non lo annunciamo per scaramanzia. Diciamo che vogliamo fare meglio dell'anno scorso».
Silvano Focarelli