REGGIO CALABRIA – La politica dei piccoli passi porta lontano. E non ci si affatica neppure. Alla fine si scopre di aver centrato l'obiettivo quasi in maniera naturale. Al coach Lardo non piace guardare molto lontano. Si accontenta della quotidianità soprattutto se la quotidianità è fatta di tanto cuore e tanta testa «Cuore e testa sono le qualità che ti consentono di fare un grande basket – dice –. Le mani e i piedi? Quelli vengono dopo». E allora cominciamo dalla vittoria di Napoli. È la terza consecutiva ed è quella che forse ha dato una dimensione nuova alla Viola. Lardo fa un piccolo passo avanti: «Napoli rappresenta un altro piccolo passo avanti nella quadratura del cerchio. Abbiamo raccolto due punti importanti da mettere in cascina e poi mi ha fornito una serie di segnali positivi».
– Da quale cominciamo? « Da quello che mi ha indicato che siamo sulla strada giusta. La prestazione della squadra mi ha soddisfatto soprattutto sotto l'aspetto tattico e anche perché i giocatori hanno interpretato bene le rotazioni. Sono segnali incoraggianti».
– Qualcosa che non le è piaciuto? «Abbiamo pagato la pressione in alcuni momenti contro il loro quintetto piccolo e non abbiamo gestito al meglio i piccoli vantaggi che ci eravamo costruiti».
– La conquista del secondo posto in classifica è lontano dai suoi pensieri? «No, ma ci gustiamo soprattutto pensando ai nostri tifosi questo momento. Sappiamo bene che la strada da percorrere è ancora troppo lunga e non possiamo illuderci».
– Un motivo per essere ottimista? «Il grande lavoro quotidiano che stiamo svolgendo. Le vittorie non sono figlie del caso ma esclusivamente del grande lavoro che questi ragazzi hanno voglia di fare ogni giorno. Ogni volta che entriamo in palestra mi confermano che hanno cuore e testa. E con queste qualità si va lontano».
– Fino a dove? «Questo ancora non lo so. Ma sono certo che arriveranno anche test importanti e momenti difficili».
– E la Viola sarà pronta ad affrontarli? «Credo proprio di sì. Abbiamo l'umiltà giusta per farlo. E poi anche i risultati ci danno la consapevolezza di essere all'altezza del campionato».
– Se lo aspettava così il campionato? «In sede di presentazione avevo indicato Roseto come probabile sorpresa. Milano è una bella conferma. La Virtus non pensavo avesse tutti questi problemi. Mi piace molto la Fortitudo. Siena, Treviso e Cantù sono le certezze».
– E Biella? «Biella è una squadra a impronta italiana ed è anche giovane. Ha perso qualcosa sotto canestro. Ma lo zero in classifica non ci deve far pensare a una squadra più debole di noi. La verità è che ha già giocato tre volte in trasferta e tra queste anche a Treviso. Detto questo, so bene che la Viola vanta un precedente favorevole su quel campo».
– Intenzione di fare bis? «Quando si scende in campo c'è sempre il desiderio di vincere, ma da qui a dire che si è già vinto ce ne corre...».
– Guardando la classifica ha più rimorsi o più rimpianti? «Assolutamente nessun rimpianto. La partita di Bologna è già dimenticata. Anzi è stata solo un'occasione importante persa ma nulla più. Anzi, forse, ci è servita per il futuro. Perché ci ha dato la giusta rabbia. Nessun rimorso e nessun rimpianto. Va bene così».
Piero Gaeta
– Da quale cominciamo? « Da quello che mi ha indicato che siamo sulla strada giusta. La prestazione della squadra mi ha soddisfatto soprattutto sotto l'aspetto tattico e anche perché i giocatori hanno interpretato bene le rotazioni. Sono segnali incoraggianti».
– Qualcosa che non le è piaciuto? «Abbiamo pagato la pressione in alcuni momenti contro il loro quintetto piccolo e non abbiamo gestito al meglio i piccoli vantaggi che ci eravamo costruiti».
– La conquista del secondo posto in classifica è lontano dai suoi pensieri? «No, ma ci gustiamo soprattutto pensando ai nostri tifosi questo momento. Sappiamo bene che la strada da percorrere è ancora troppo lunga e non possiamo illuderci».
– Un motivo per essere ottimista? «Il grande lavoro quotidiano che stiamo svolgendo. Le vittorie non sono figlie del caso ma esclusivamente del grande lavoro che questi ragazzi hanno voglia di fare ogni giorno. Ogni volta che entriamo in palestra mi confermano che hanno cuore e testa. E con queste qualità si va lontano».
– Fino a dove? «Questo ancora non lo so. Ma sono certo che arriveranno anche test importanti e momenti difficili».
– E la Viola sarà pronta ad affrontarli? «Credo proprio di sì. Abbiamo l'umiltà giusta per farlo. E poi anche i risultati ci danno la consapevolezza di essere all'altezza del campionato».
– Se lo aspettava così il campionato? «In sede di presentazione avevo indicato Roseto come probabile sorpresa. Milano è una bella conferma. La Virtus non pensavo avesse tutti questi problemi. Mi piace molto la Fortitudo. Siena, Treviso e Cantù sono le certezze».
– E Biella? «Biella è una squadra a impronta italiana ed è anche giovane. Ha perso qualcosa sotto canestro. Ma lo zero in classifica non ci deve far pensare a una squadra più debole di noi. La verità è che ha già giocato tre volte in trasferta e tra queste anche a Treviso. Detto questo, so bene che la Viola vanta un precedente favorevole su quel campo».
– Intenzione di fare bis? «Quando si scende in campo c'è sempre il desiderio di vincere, ma da qui a dire che si è già vinto ce ne corre...».
– Guardando la classifica ha più rimorsi o più rimpianti? «Assolutamente nessun rimpianto. La partita di Bologna è già dimenticata. Anzi è stata solo un'occasione importante persa ma nulla più. Anzi, forse, ci è servita per il futuro. Perché ci ha dato la giusta rabbia. Nessun rimorso e nessun rimpianto. Va bene così».
Piero Gaeta