PESARO — Una vittoria nelle prime quattro giornate, il bottino è magro e il derby con Fabriano viene già descritto come uno scontro-salvezza. Naturale che i tifosi scalpitino, che i giornalisti «rompano» e di conseguenza che i giocatori abbiano il muso, ma per la dirigenza la Scavolini ha fatto quello che ha potuto per le forze che ha a disposizione. Come ribadisce serenamente Ario Costa.
«Riguardatevi il calendario e dovrete ammettere la verità: la squadra ha giocato fino in fondo le sfide che erano sua alla portata. Vale a dire quella di Roma, dove siamo stati in partita fino alla fine e quella con Cantù, che difatti abbiamo vinto. Giocando male? Non me frega niente. L'abbiamo vinta».
Non è preoccupato per la sconfitta con la Benetton, dove non si è nemmeno cominciato a giocare?
«Parliamoci chiaro. Se Treviso è quella che abbiamo visto finora, arriverà prima con dieci punti di vantaggio perchè non vedo in Italia una macchina così perfetta in attacco, in difesa e nella mentalità. Perciò non è la Benetton il banco di prova per una squadra come la nostra. Abbiamo avuto un calendario durissimo, adesso arrivano quattro impegni da giocare alla pari: Fabriano, Trieste, Napoli e Roseto. Saranno gare più indicative».
Cos'è che non va per Gilbert, sotto utilizzato e per niente incisivo?
«Clarence ha problemi d'inserimento e come gli altri fa fatica nel capire il nostro basket: le difficoltà di queste prime partite l'hanno rimarcato in maniera più evidente».
Non doveva essere il vostro specialista come tiratore?
«Lo è, un tiratore. Ma è prima di tutto a disposizione della squadra e adesso serve quello che gli stiamo chiedendo, fare da spalla per Pecile. E' ombroso perché gioca poco? Può darsi, ma quasi tutti i giocatori reagiscono così, soprattutto se si rendono conto di giocare male».
La squadra manca di determinazione?
«Questo casomai, è il problema. Abbiamo promesso una squadra da combattimento e tale dobbiamo diventare».
Elisabetta Ferri
«Riguardatevi il calendario e dovrete ammettere la verità: la squadra ha giocato fino in fondo le sfide che erano sua alla portata. Vale a dire quella di Roma, dove siamo stati in partita fino alla fine e quella con Cantù, che difatti abbiamo vinto. Giocando male? Non me frega niente. L'abbiamo vinta».
Non è preoccupato per la sconfitta con la Benetton, dove non si è nemmeno cominciato a giocare?
«Parliamoci chiaro. Se Treviso è quella che abbiamo visto finora, arriverà prima con dieci punti di vantaggio perchè non vedo in Italia una macchina così perfetta in attacco, in difesa e nella mentalità. Perciò non è la Benetton il banco di prova per una squadra come la nostra. Abbiamo avuto un calendario durissimo, adesso arrivano quattro impegni da giocare alla pari: Fabriano, Trieste, Napoli e Roseto. Saranno gare più indicative».
Cos'è che non va per Gilbert, sotto utilizzato e per niente incisivo?
«Clarence ha problemi d'inserimento e come gli altri fa fatica nel capire il nostro basket: le difficoltà di queste prime partite l'hanno rimarcato in maniera più evidente».
Non doveva essere il vostro specialista come tiratore?
«Lo è, un tiratore. Ma è prima di tutto a disposizione della squadra e adesso serve quello che gli stiamo chiedendo, fare da spalla per Pecile. E' ombroso perché gioca poco? Può darsi, ma quasi tutti i giocatori reagiscono così, soprattutto se si rendono conto di giocare male».
La squadra manca di determinazione?
«Questo casomai, è il problema. Abbiamo promesso una squadra da combattimento e tale dobbiamo diventare».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino