ROSETO - L'Euro Roseto che ha battuto l'Air Avellino domenica scorsa ha anche vinto un'ansia da prestazione per niente trascurabile. Dopo Milano, infatti, molti avevano puntato il dito, oltre che sulle assenze di rilievo, sulla voglia di strafare della Melillo Band. Contro i lupi irpini, invece, tutto è andato per il meglio, nonostante 35 minuti e oltre di dura battaglia. Certo, non è stato il Roseto spumeggiante e beffardo che ha fatto impazzire i tifosi in trasferta, ma è pur vero che chi vuole arrivare alla cima di una scala assai alta deve salire, non saltare. Ecco quindi un Roseto più operaio, meno spigliato, ma comunque capace di portare a casa la vittoria. Un Roseto, perché no, cinico e utilitaristico quando serve, capace di capitalizzare anche le serate in cui non esprime un gioco di squadra ma, come nel caso della gara contro Avellino, si appoggia sulle forti spalle dei suoi singoli. Singoli che, comunque, non succhiano il gioco alla squadra lasciandola spossata e vuota, ma concorrono alla costruzione di un bilanciamento che, giornata dopo giornata, va perfezionandosi. Coach Phil Melillo ha elogiato il gruppo, quello stesso gruppo che aveva protetto dalle critiche dopo il passo falso interno contro Milano. Il tecnico dei Towners ha avuto ragione e oggi ha di che essere contento: i suoi ragazzi vanno d'amore e d'accordo e nulla sembra scalfire lo spirito di gruppo che permette a un elenco di giocatori di diventare, con pazienza e lavoro, una squadra. Persino i "Dioscuri" Milic e Moltedo, dopo la fragorosa prestazione di coppia contro Avellino, hanno badato bene a non gonfiare il petto, entrando in sala stampa con l'umiltà di due frati trappisti e tessendo le lodi del gruppo, oltre a magnificare le virtù del gioco d'insieme. In questa atmosfera profumata d'incenso e costellata di angioletti, gongolano i tifosi rosetani con in testa il Presidente Enzo Amadio, che si è "convertito" al Roseto Basket Town e ha, addirittura, battezzato Gabriele, in onore dell'omonimo santo, la nuova mascotte del Roseto, disegnata da Mario Feliciani, bimbo rosetano di 8 anni, visto domenica seduto in parterre fra Monroe e Fajardo, mentre altri ragazzi, appartenenti alle scuole di Roseto, rallegravano la tribuna VIP. Roseto seconda in classifica, in un clima celestiale. Speriamo che duri.
Luca Maggitti
Luca Maggitti