UDINE - «Due a zero per noi». Si scatena sulla sirena il tifo dei quasi 300 triestini al seguito della Coop Nordest. Vittoria del cuore per la formazione di Pancotto stretta in un abbraccio a bordo campo per festeggiare la seconda vittoria stagionale sui cugini. Il più felice di tutti? Certamente Ivica Maric. Il capitano celebra nel modo migliore le 100 presenze con la maglia della Pallacanestro Trieste. «Voglio ringraziare la squadra – commenta Ivo – che mi ha regalato questa vittoria così importante. Ci tenevo per me, ma anche per i tanti tifosi che ci hanno seguito e sono stati bravi». Un Maric al settimo cielo che alla fine, in più occasioni, ha baciato la maglia rivolgendosi verso i tifosi. «Per me Trieste significa molto. E questa è una gioia che voglio dividere con la mia città».
«È stato un derby anomalo – commenta Cesare Pancotto – condizionato dalle tante partite disputate in pochi giorni. Un derby nel quale ha vinto chi ha commesso meno errori, chi ha saputo giocare meglio in difesa e noi, in questo senso, soprattutto sui loro meccanismi d’attacco abbiamo avuto un grande atteggiamento. Abbiamo scelto di attaccare vicino a canestro perché sapevamo di avere giocatori che potevano dare qualcosa di importante senza però tralasciare il gioco sul perimetro. Direi che la squadra, soprattutto nel secondo tempo, ha saputo scegliere le soluzioni giuste facendo una partita attenta».
Pancotto distribuisce alla squadra i meriti senza soffermarsi sui singoli. «In difesa mi sono piaciuti veramente tutti. Erdmann si è dato da fare come non mai, lo stesso vale per Jones. Hanno sacrificato tutti un po’ del loro egoismo per mettersi al servizio della squadra e questo è un modo intelligente per sviluppare il nostro tipo di basket».
Con il morale a terra Fabrizio Frates punta l’indice sul pessimo secondo tempo della sua Snaidero. «Abbiamo giocato una partita modesta, certamente non pari alle attese. Siamo calati alla distanza subendo molto a rimbalzo. Noi abbiamo avuto percentuali scadenti, Trieste è stata brava a mettere il coltello nella piaga e a vincere servendo con continuità la palla sotto canestro».
Lorenzo Gatto
«È stato un derby anomalo – commenta Cesare Pancotto – condizionato dalle tante partite disputate in pochi giorni. Un derby nel quale ha vinto chi ha commesso meno errori, chi ha saputo giocare meglio in difesa e noi, in questo senso, soprattutto sui loro meccanismi d’attacco abbiamo avuto un grande atteggiamento. Abbiamo scelto di attaccare vicino a canestro perché sapevamo di avere giocatori che potevano dare qualcosa di importante senza però tralasciare il gioco sul perimetro. Direi che la squadra, soprattutto nel secondo tempo, ha saputo scegliere le soluzioni giuste facendo una partita attenta».
Pancotto distribuisce alla squadra i meriti senza soffermarsi sui singoli. «In difesa mi sono piaciuti veramente tutti. Erdmann si è dato da fare come non mai, lo stesso vale per Jones. Hanno sacrificato tutti un po’ del loro egoismo per mettersi al servizio della squadra e questo è un modo intelligente per sviluppare il nostro tipo di basket».
Con il morale a terra Fabrizio Frates punta l’indice sul pessimo secondo tempo della sua Snaidero. «Abbiamo giocato una partita modesta, certamente non pari alle attese. Siamo calati alla distanza subendo molto a rimbalzo. Noi abbiamo avuto percentuali scadenti, Trieste è stata brava a mettere il coltello nella piaga e a vincere servendo con continuità la palla sotto canestro».
Lorenzo Gatto