TREVISO La bagarre che doveva fare la la crea la Benetton: difesa che improvvisamente si fa asfissiante, smanacciamenti e spintoni tollerati dagli arbitri. È il modo per scrollarsi di dosso Trieste, che fino ai primi minuti del terzo quarto aveva preso il vizio di ribattere colpo su colpo allo squadrone biancoverde. La gara è ancora in bilico quando Mazique insacca il canestro del -3 sul 53-50.
A questo punto a D’Antoni viene il dubbio che la Trieste ispirata in attacco delle ultime gare possa continuare a replicare. Quella gioiosa macchina da canestri che è la Benetton si mette a difendere per due o tre azioni, e ciò è sufficiente per mettere paura ai tiratori biancorossi e cambiare ritmo alla gara. Edney insacca una bomba, Erdmann sbaglia e dalla parte opposta Garbajosa va a concludere in contropiede sul consueto mancato rientro veloce dei tiratori biancorossi. La Coop è in bambola, Pittis ruba un altro pallone e va a schiacciare: 62-50 e partita pressoché conclusa. La zona alta 3-2 che Pancotto ordina nel tentativo di recuperare ha effetti autolesionistici. In attacco prima perde una palla Podestà, poi ne butta via un’altra Maric: 70-52 e la Coop pare già in fase di sbracamento, oltre una soglia che non andrebbe mai superata.
E invece c’è anche spazio per un scossone dai risvolti spettacolari. Dapprima Mazique dà un assist a Podestà che schiaccia, poi Maric e Erdmann con canestro di quest’ultimo conducono un contropiede entusiasmante. 72-58, ma in realtà la Coop ha speso in questo modo le ultime cartucce per la rimonta. Lo scarto si è ampliato anche per un fallo antisportivo fischiato a Maric e per l’espulsione di Casoli, cacciato dal campo assieme a Tskitishvili quando mancano poco meno di 7’ alla fine per scorrettezze reciproche.
Ancora sul finire però Trieste ha fatto un paio di scintille, con un tiro pesante di Erdmann e soprattutto con un assist di Lazic che ha permesso a Podestà di schiacciare, anche se alla fine la supremazia Benetton è risultata netta.
Con una panchina corta per le assenze di Washington e di Cavaliero, Trieste ha schierato a lungo Lazic (21 minuti sul parquet) e giostrando sia da play sia da guardia ha concluso con 7 punti e un assist. Ma complessivamente la Coop è andata oltre il 50 per cento nel tiro in azione, ha fatto deflagrare le bombe soprattutto con Erdmann (4) e Jones (2) ma ha anche messo in vetrina contropiede e schiaccioni a dimostrazione della sua attuale più che discreta verve in fase offensiva con un buon bilanciamento delle conclusioni da sotto (Podestà ha realizzato 24 punti con una percentuale dell’86 per cento) e da fuori.
Le performance migliori nel primo tempo, apertosi subito all’insegna delle triple. È stato Lazic a portare in vantaggio la Coop con tre tiri liberi sul 15-18, Erdmann ha impattato con una bomba sul 23-23. L’ultimo pareggio è stato propiziato da un assist di Jones per Maric sul 29-29, ma la Coop come detto era ancora perfettamente in gara sul 53-50.
Le varie difese ordinate da Pancotto, la uomo, la zona tradizionale, la match-up, la 3-2 aggressiva, non sono però mai riuscite a frenare l’irruenza di Edney, le penetrazioni di Pittis, le bombe di Garbajosa e Bell, per dirla in una frase sola la più strepitosa macchina da canestri d’Europa che è la Benetton.
Silvio Maranzana
A questo punto a D’Antoni viene il dubbio che la Trieste ispirata in attacco delle ultime gare possa continuare a replicare. Quella gioiosa macchina da canestri che è la Benetton si mette a difendere per due o tre azioni, e ciò è sufficiente per mettere paura ai tiratori biancorossi e cambiare ritmo alla gara. Edney insacca una bomba, Erdmann sbaglia e dalla parte opposta Garbajosa va a concludere in contropiede sul consueto mancato rientro veloce dei tiratori biancorossi. La Coop è in bambola, Pittis ruba un altro pallone e va a schiacciare: 62-50 e partita pressoché conclusa. La zona alta 3-2 che Pancotto ordina nel tentativo di recuperare ha effetti autolesionistici. In attacco prima perde una palla Podestà, poi ne butta via un’altra Maric: 70-52 e la Coop pare già in fase di sbracamento, oltre una soglia che non andrebbe mai superata.
E invece c’è anche spazio per un scossone dai risvolti spettacolari. Dapprima Mazique dà un assist a Podestà che schiaccia, poi Maric e Erdmann con canestro di quest’ultimo conducono un contropiede entusiasmante. 72-58, ma in realtà la Coop ha speso in questo modo le ultime cartucce per la rimonta. Lo scarto si è ampliato anche per un fallo antisportivo fischiato a Maric e per l’espulsione di Casoli, cacciato dal campo assieme a Tskitishvili quando mancano poco meno di 7’ alla fine per scorrettezze reciproche.
Ancora sul finire però Trieste ha fatto un paio di scintille, con un tiro pesante di Erdmann e soprattutto con un assist di Lazic che ha permesso a Podestà di schiacciare, anche se alla fine la supremazia Benetton è risultata netta.
Con una panchina corta per le assenze di Washington e di Cavaliero, Trieste ha schierato a lungo Lazic (21 minuti sul parquet) e giostrando sia da play sia da guardia ha concluso con 7 punti e un assist. Ma complessivamente la Coop è andata oltre il 50 per cento nel tiro in azione, ha fatto deflagrare le bombe soprattutto con Erdmann (4) e Jones (2) ma ha anche messo in vetrina contropiede e schiaccioni a dimostrazione della sua attuale più che discreta verve in fase offensiva con un buon bilanciamento delle conclusioni da sotto (Podestà ha realizzato 24 punti con una percentuale dell’86 per cento) e da fuori.
Le performance migliori nel primo tempo, apertosi subito all’insegna delle triple. È stato Lazic a portare in vantaggio la Coop con tre tiri liberi sul 15-18, Erdmann ha impattato con una bomba sul 23-23. L’ultimo pareggio è stato propiziato da un assist di Jones per Maric sul 29-29, ma la Coop come detto era ancora perfettamente in gara sul 53-50.
Le varie difese ordinate da Pancotto, la uomo, la zona tradizionale, la match-up, la 3-2 aggressiva, non sono però mai riuscite a frenare l’irruenza di Edney, le penetrazioni di Pittis, le bombe di Garbajosa e Bell, per dirla in una frase sola la più strepitosa macchina da canestri d’Europa che è la Benetton.
Silvio Maranzana