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Fabriano deve crescere

Carmenati: «Preparazione tecnica ancora precaria»

FABRIANO - Poteva essere l'eroe della giornata Roberto Nunez, autore di 29 punti con 10/10 ai liberi, 2/4 da due, 5/10 da tre e 8 falli subiti (e pensare che fino all'ultimo era a rischio perché un po' acciaccato). Invece, negli ultimi sei minuti del match perso con Trieste (77-89), non tutti gli altri elementi della Carifac Fabriano hanno interpretato la gara con lo stesso raziocinio del tiratore di Madrid, tanto da depauperare il vantaggio di +7 del 34' (73-66) a suon di decisioni affrettate e palle perse, che hanno consentito agli avversari di portare a casa il malloppo con un mega-break finale di 4-23.
«Ci è mancata la lucidità - dice coach Carmenati - è emersa la poca preparazione tecnica che ancora abbiamo e che si manifesta attraverso i malintesi nello sviluppo del gioco e nello schieramento». E' vero. Ma stavolta probabilmente sarebbe bastato continuare a far gestire la palla fino alla fine allo stesso Nunez, che sui blocchi e i 'pick ad roll' stava guizzando come un'anguilla procurandosi falli a go-go, invece di creare un dualismo in quei frangenti in regìa con Gattoni, che ha provato a fare altri giochi, ma poi la sfera si è sempre impantanata sulle ruvide mani di Porter (1/7 da tre), con la conseguenza che Nunez, il più ispirato, ha visto arrivare i rifornimenti col contagocce proprio quando contava di più. La ripartizione delle gerarchie sui possessi importanti è un altro argomento su cui si dovrà lavorare parecchio per evitare di mandare all'aria tutti i finali concitati. Altra nota su cui riflettere è il rendimento di Hulett, finora solo 10,2 punti di media, quando nelle previsioni doveva essere il primo terminale. Ha solo 21 anni ed è alla prima esperienza in un torneo tosto, coach Carmenati chiede pazienza nei suoi confronti e tutti ne sono consapevoli. Ma di fronte ad un'altra prestazione in chiaroscuro (32 minuti, 12 punti, 4/7 al tiro e 4 perse), viene da chiedersi se non era opportuno dare un po' più di fiducia anche a Balliro, che non sarà Michael Jordan, ma, al debutto, era carico a molla e nei 6 minuti in campo non ci pare che abbia sfigurato. Qui chiudiamo il discorso su ciò che non ha funzionato ed apriamo la pagina dei tanti segnali positivi. In primis, la Carifac è competitiva: finora ha vinto solo una partita su quattro, è vero, ma ha giocato con squadre che appartengono alla fascia medio-alta di A1, nessuno scontro diretto. E, a parte l'esordio a Cantù, nelle altre due sconfitte il punteggio è stato in equilibrio fino al termine. Ancora, la difesa c'è: resta da perfezionare, se vogliamo, la rotazione per non scoprirsi troppo sul lato debole e poi migliorare i ritorni sui contropiedi subiti. Detto di Nunez (18 punti di media), anche Clark è una garanzia (18,5 punti e 8,7 rimbalzi), mentre Porter deve disciplinarsi in attacco, ma intanto annerisce altre preziose caselle dello scout (5,7 rimbalzi e 4,5 recuperi). E' partendo da questi presupposti che Fabriano, ancora in casa, deve preparare il derby di domenica con la Scavolini. «Vogliamo fare una buona partita - dice Carmenati - dimostrando di aver appreso la lezione con Trieste».

SOCIETA' - Buoni segnali dall'incontro di ieri sera promosso dal sindaco Sorci tra la dirigenza e gli industriali per rinforzare la società. Presenti una ventina di rappresentanti dell'imprenditoria, tra cui Antonio Ninno e Maria Paola Merloni. «Siamo solo ai primi discorsi - riferisce il presidente Alberti - confidiamo nella sensibilità e nell'appoggio di queste importanti forze economiche».
Ferruccio Cocco
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