PESARO - Niente corsa notturna in spiaggia per Marco Crespi, appena sceso dal pullman. L’aveva promesso dai microfoni della radio, in caso di vittoria a Treviso, invece dovrà accontentarsi di galoppare a buon ritmo al Campo Scuola, suo solito sfondo di allenamento.
L’aveva preannunciato, alla vigilia: “Se Treviso gioca al 100% (i verdi hanno tirato con il 71,4% da tre!) sarà impossibile batterla" e così è stato. Ma la Scavolini avrebbe potuto provare a opporre una maggiore resistenza. «Sicuramente dovevamo mettere in campo ben altra intensità - conferma il tecnico varesino - perchè quando giochi contro una squadra più forte ci vogliono energie fisiche e mentali. E’ una regola che vale per tutti. Il rammarico resta».
Ma come mai questo calo di spinta? «Tutto quello che avevamo preparato in allenamento è stato fatto in partita, non è questo il punto. In campo non ci va il piano tattico e la nostra difesa è saltata in tutti gli uno contro uno».
Cos’altro è mancato? «L’intensità è la base di tutto, il resto sono dettagli. Non voglio avere una visione “filtrata"».
Capitolo Gilbert: starting five e poi panchina fissa (cinque minuti di utilizzo totali)... «E’ stata una scelta tecnica - analizza Marco Crespi - Non aveva l’impostazione di intensità che chiedevo».
Alla fine della partita i tifosi dell’“Inferno" presenti a Villorba si sono avvicinati ai giocatori. Un faccia a faccia durato diverso tempo, con lo scopo di reclamare maggiore grinta. «Con me non hanno parlato, ma sanno che sono completamente disponibile. Comunque il fatto di avere sostenitori esigenti non mi dispiace». «Abbiamo chiesto ai “vecchi" - spiega Mamo - di far capire ai nuovi cosa chiediamo, a Pesaro. Occorre giocare con un altro atteggiamento. Ci sta perdere con Treviso, ma alla fine avremmo voluto vedere le ginocchia sbucciate. Almeno per rispetto a chi li segue ovunque e ai 4.500 abbonati».
E’ una questione di tempo, probabilmente, ma intanto il micidiale tour de force iniziale è stato completato. «Non ho mai guardato dentro il calendario, ma dentro la squadra e il nostro primo obiettivo è quello di avere intensità (ritorna ancora la parola magica -ndr) mentale e fisica. A volte ci è mancata. C’è ancora tanto da lavorare. E’ questa l’indicazione che ho tratto dalle prime quattro uscite».
E’ preoccupato? «Assolutamente no. Vedo che ci sono le possibilità di far bene. Bisogna chiudersi la bocca tutti, a cominciare dall’allenatore».
Ieri giornata di riposo per i biancorossi (qualcuno si è allenato ugualmente), oggi si riprende con la consueta doppia seduta.
Camilla Cataldo
L’aveva preannunciato, alla vigilia: “Se Treviso gioca al 100% (i verdi hanno tirato con il 71,4% da tre!) sarà impossibile batterla" e così è stato. Ma la Scavolini avrebbe potuto provare a opporre una maggiore resistenza. «Sicuramente dovevamo mettere in campo ben altra intensità - conferma il tecnico varesino - perchè quando giochi contro una squadra più forte ci vogliono energie fisiche e mentali. E’ una regola che vale per tutti. Il rammarico resta».
Ma come mai questo calo di spinta? «Tutto quello che avevamo preparato in allenamento è stato fatto in partita, non è questo il punto. In campo non ci va il piano tattico e la nostra difesa è saltata in tutti gli uno contro uno».
Cos’altro è mancato? «L’intensità è la base di tutto, il resto sono dettagli. Non voglio avere una visione “filtrata"».
Capitolo Gilbert: starting five e poi panchina fissa (cinque minuti di utilizzo totali)... «E’ stata una scelta tecnica - analizza Marco Crespi - Non aveva l’impostazione di intensità che chiedevo».
Alla fine della partita i tifosi dell’“Inferno" presenti a Villorba si sono avvicinati ai giocatori. Un faccia a faccia durato diverso tempo, con lo scopo di reclamare maggiore grinta. «Con me non hanno parlato, ma sanno che sono completamente disponibile. Comunque il fatto di avere sostenitori esigenti non mi dispiace». «Abbiamo chiesto ai “vecchi" - spiega Mamo - di far capire ai nuovi cosa chiediamo, a Pesaro. Occorre giocare con un altro atteggiamento. Ci sta perdere con Treviso, ma alla fine avremmo voluto vedere le ginocchia sbucciate. Almeno per rispetto a chi li segue ovunque e ai 4.500 abbonati».
E’ una questione di tempo, probabilmente, ma intanto il micidiale tour de force iniziale è stato completato. «Non ho mai guardato dentro il calendario, ma dentro la squadra e il nostro primo obiettivo è quello di avere intensità (ritorna ancora la parola magica -ndr) mentale e fisica. A volte ci è mancata. C’è ancora tanto da lavorare. E’ questa l’indicazione che ho tratto dalle prime quattro uscite».
E’ preoccupato? «Assolutamente no. Vedo che ci sono le possibilità di far bene. Bisogna chiudersi la bocca tutti, a cominciare dall’allenatore».
Ieri giornata di riposo per i biancorossi (qualcuno si è allenato ugualmente), oggi si riprende con la consueta doppia seduta.
Camilla Cataldo