Vigilia di un debutto europeo mai così sentita: nessuno lo dice apertamente, ma nell'aria si avvertono vibrazioni positive. La Benetton ha tutto, come dice Pittis, per far meglio della scorsa stagione: una squadra molto attrezzata ed un «manico», Ettore Messina, che sa come si fa per portare a casa l'unico trofeo che manca in Ghirada, dato che l'ha vinto già due volte.
Aggiungiamoci pure un «politico» che ben conosce le segrete stanze di Coppa: Maurizio Gherardini, oltre ad essere il procuratore generale dei «casual», è anche membro del Board dell'Eurolega. Ovvio che sperare di vincerla non significa averla già in tasca. «Anche perché all'inizio tutti i club hanno dei sogni da cullare - afferma Gherardini - e comunque bisogna essere realisti, capire che le difficoltà saranno tante e che sulla carta ci sono avversari più forti di noi. Sarà un'Eurolega durissima e, lo spero, piena di sorprese: anche le corazzate che hanno speso chissà quanto, Barcellona in primis e poi Panathinaikos, Cska e Maccabi, dovranno stare attente a noi, Skipper, Tau, le turche. D'altra parte non ci sono più squadre-materasso, siamo passati da 32 a 24 squadre, cioè davvero il meglio che c'è in Europa».
Il vostro girone è davvero il più equilibrato?
«Sì, ci sarà da soffrire ad ogni partita, ogni sera ci sarà una battaglia da vincere e tutti i campi sono molto duri, al punto che sino alla fine non sapremo quali saranno le cinque qualificate. Ma queste sono anche le situazioni che ti esaltano: Barcellona, Istanbul, Atene, Berlino, senza contare il derby con la Fortitudo, sono ambienti "storici", indimenticabili. Certo, tre dovranno restar fuori, e non si sa veramente chi sarà...»
La presenza di Messina rafforza l'immagine e la vostra credibilità internazionale.
«Ettore in effetti è il nostro valore aggiunto, ha l'esperienza giusta, sa cosa ci vuole per arrivare sino in fondo. Come quando c'era Obradovic, sono personaggi che hanno fatto la storia dell'Eurolega. Ma per vincere bisogna mettere la palla dentro il canestro e lì ci deve pensare la squadra».
L'Orthez domani sarà in grado di impensierirvi?
«Come gestione societaria siamo simili, un mix di veterani e promesse con una buona tradizione europea. Anche loro hanno ambizioni, ma la nostra forza è quella di rispettare ogni avversario, cosa che porta concentrazione e motivazioni».
Non ce ne dovrebbe essere bisogno, ma un appello ai tifosi vogliamo farlo?
«Sono convinto che quest'anno sarà la più grande Eurolega di sempre, come qualità, equilibrio e spettacolo, una autentica vetrina di tanti giocatori che un giorno potrebbero andare nella Nba: basterebbe solo questo per far capire la grandezza dell'unica competizione di un certo livello del movimento che sta diventando un simbolo a livello mondiale. Chi vuole vedere il meglio del basket internazionale deve venire per forza al Palaverde».
Silvano Focarelli
Aggiungiamoci pure un «politico» che ben conosce le segrete stanze di Coppa: Maurizio Gherardini, oltre ad essere il procuratore generale dei «casual», è anche membro del Board dell'Eurolega. Ovvio che sperare di vincerla non significa averla già in tasca. «Anche perché all'inizio tutti i club hanno dei sogni da cullare - afferma Gherardini - e comunque bisogna essere realisti, capire che le difficoltà saranno tante e che sulla carta ci sono avversari più forti di noi. Sarà un'Eurolega durissima e, lo spero, piena di sorprese: anche le corazzate che hanno speso chissà quanto, Barcellona in primis e poi Panathinaikos, Cska e Maccabi, dovranno stare attente a noi, Skipper, Tau, le turche. D'altra parte non ci sono più squadre-materasso, siamo passati da 32 a 24 squadre, cioè davvero il meglio che c'è in Europa».
Il vostro girone è davvero il più equilibrato?
«Sì, ci sarà da soffrire ad ogni partita, ogni sera ci sarà una battaglia da vincere e tutti i campi sono molto duri, al punto che sino alla fine non sapremo quali saranno le cinque qualificate. Ma queste sono anche le situazioni che ti esaltano: Barcellona, Istanbul, Atene, Berlino, senza contare il derby con la Fortitudo, sono ambienti "storici", indimenticabili. Certo, tre dovranno restar fuori, e non si sa veramente chi sarà...»
La presenza di Messina rafforza l'immagine e la vostra credibilità internazionale.
«Ettore in effetti è il nostro valore aggiunto, ha l'esperienza giusta, sa cosa ci vuole per arrivare sino in fondo. Come quando c'era Obradovic, sono personaggi che hanno fatto la storia dell'Eurolega. Ma per vincere bisogna mettere la palla dentro il canestro e lì ci deve pensare la squadra».
L'Orthez domani sarà in grado di impensierirvi?
«Come gestione societaria siamo simili, un mix di veterani e promesse con una buona tradizione europea. Anche loro hanno ambizioni, ma la nostra forza è quella di rispettare ogni avversario, cosa che porta concentrazione e motivazioni».
Non ce ne dovrebbe essere bisogno, ma un appello ai tifosi vogliamo farlo?
«Sono convinto che quest'anno sarà la più grande Eurolega di sempre, come qualità, equilibrio e spettacolo, una autentica vetrina di tanti giocatori che un giorno potrebbero andare nella Nba: basterebbe solo questo per far capire la grandezza dell'unica competizione di un certo livello del movimento che sta diventando un simbolo a livello mondiale. Chi vuole vedere il meglio del basket internazionale deve venire per forza al Palaverde».
Silvano Focarelli