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Tanjevic sprona i suoi

Il coach della Virtus: «Sekuralac, non mollare»

Scoppiettante. E' l'aggettivo più calzante per descrivere Tanjevic che ritrova una costola del suo passato. Una delle piazze (Lione, appunto), dove Boscia è andato, ha visto, e vinto. Stasera (palla a due alle 20,30) sarà una sorta di derby per la Virtus e non solo perché Boscia ritroverà l'ex società.
Nella fila dell'Asvel, ci saranno gli ex fortitudini Evtimov e Marcelic. Boscia ha un contenzioso con il Villeurbanne con cui, nell'estate del 2001, aveva sottoscritto un accordo triennale. Poi la decisione, in primavera, del presidente Gilles Moretton, di considerare conclusa anticipatamente l'avventura di Boscia. Il dietro-front – con una proposta presidenziale per il tecnico montenegrino – e la causa in atto tra i due. Causa della quale, però, Boscia non vuole proprio parlare. «Non l'ho fatto nemmeno con i vostri colleghi francesi».
Tace su questo argomento, ma è vulcanico ed esplosivo in altre questioni. Anche se lui è il primo ad ammettere che la doppia conferenza stampa settimanale (decisione della società, che ha contingentato gli incontri con i media) lo stressa un po'. «In Francia – dice – non succedeva. Conferenze del genere mi ricordano quelle di Bush. Ma lì, in ballo, c'è la guerra all'Iraq. E pensate che in Francia ci sono allenatori che, dopo 5 anni, nonostante lo stress sia minore, si chiamano fuori, come Bergeaud. Io non solo reggo da 31 anni, ma ho anche rifiutato un incarico da presidente, con lo stesso stipendio da allenatore. Sono stato un pazzo».
Che regge la scena alla grande. E che, con le sue parole, mescola l'autocritica – «ho commesso qualche errore da principiante» - per alcune sue scelte e appunti ad alcuni giocatori (Sekularac). Perché vengano fuori da questa situazione di impasse. Sekularac è la sua grande scommessa. Ma solo nella trasformazione di Mladen da ala in play, perché per il resto non si può pensare che nella Nba (nella fattispecie a Dallas), abbiano preso un abbaglio per un atleta che durante la summer league s'è ricoperto d'onore.
Sekularac, comunque, è montenegrino. E per infondergli coraggio Boscia estrae dal cilindro il meglio del suo repertorio, battute secche e immagini colorite. Per pungolare Mladen ricorre alla proverbiale presunzione dei montenegrini.
«Meglio presuntuosi che impotenti – sorride Boscia -. Una frase del genere la si trova in qualsiasi toelette slava oggi. Mladen s'è un po' impaurito. Contro Varese, quando stava andando tutto male, s'è quasi chiamato fuori. Ma lui ha ottime qualità di palleggio, è un buon passatore. E contro Reggio Calabria, fino a quando lui e la squadra hanno avuto fiato, è andato bene. E poi il play è quello che prende l'iniziativa. Noi slavi siamo famosi per questa presunzione. Lui dovrà fare altrettanto».
Perché su Morlende, al quale Tanjevic voleva affidare la squadra, dopo il ko di Becirovic, c'è ancora un punto interrogativo. La Virtus vorrebbe che il giocatore si operasse per porre fine al suo calvario, i sanitari francesi optano per terapie conservative. Ma il tempo passa e la situazione non si sblocca.
Alessandro Gallo
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