Bocche cucite. Parla Rigaudeau per tutti (con l'aggiunta di qualche commento di Bell), ma solo perché il francese è il primo a sbucare dagli spogliatoi, per rispondere ai microfoni di Tele+. Bocche cucite ma resta il coro del pubblico. “Vaffa” ripetuti all'indirizzo del presidente dopo che, all'inizio dell'ultimo quarto, la curva aveva invitato la squadra a mostrare gli attributi. Ancora “vaffa” per Madrigali e un isolato “Lombardi vergogna”. Quando suona la sirena la contestazione monta. Non raggiunge gli eccessi dell'11 marzo (sette mesi fa c'erano almeno il doppio di spettatori), ma i fischi e le ingiurie restano. Così come la pallonata che cerca di raggiungere il presidente. Un agente della Digos stoppa il pallone, mentre Madrigali raggiunge gli spogliatoi. Nella saletta degli allenatori, con Tanjevic e Consolini, ci sono Madrigali e il suo vice, Dado Lombardi. Non ci sono discorsi alla squadra, perché i giocatori sono in un'altra stanza ed escono a capo chino. Nell'area mista, tra i due spogliatoi, tanti agenti in borghese e altrettanti in divisa. Per evitare complicazioni, per proteggere Madrigali. Che sceglie di non parlare. Una linea seguita da Tanjevic. Oggi la squadra godrà di una giornata di riposo. Bocche cucite per le prossime 24 ore, perché la società vuole capire, fare gruppo, ritrovarsi. Non sarà facile, però, perché l'unico che sembra avere le idee ben chiare è il capitano. E il paradosso è che questa squadra, anziché del nuovo Danilovic (Sekularac), ha un disperato bisogno del vecchio Rigaudeau (per quaranta minuti, però). Che prova a fare le pentole e i coperchi ma, per ora, predica nel deserto. Perché Bell fa bottino, ma tanta confusione. Perché Avleev si accende a sprazzi, dopo minuti di latitanza. Nell'oretta (minuto più, minuto meno) in cui Madrigali rimane nello stanzino con Boscia, forse si sarà parlato anche di questo. Perché è vero che la squadra aspetta di recuperare gli infortunati, ma Bowdler, Beard e Smodis sono lunghi, che poco possono incidere sul centrocampo bianconero, lasciato sulle spalle del solo Rigaudeau (che deve ricoprire, contemporaneamente, i ruoli di Gattuso e Rui Costa). «Non è strano perdere una gara del genere – commenta Rigaudeau – perché il Villeurbanne era più preparato di noi. Hanno fatto le cose giuste, in difesa e in attacco. Hanno rallentato il gioco, a piacimento, e corso quando potevano fare male. La nostra difesa, invece, deve crescere». Una difesa che continua a lasciare troppo spazio. E in difesa, forse, dovrà mettersi ancora una volta Rigaudeau. L'unico che possa riportare la calma. Come fece già, microfono in mano, l'11 marzo scorso. «Chi viene al palazzo almeno può contestare, siamo in democrazia. Io faccio il giocatore – dice Antoine – ma se continua così forse dovrò parlare ancora con loro».
Alessandro Gallo
Alessandro Gallo
Fonte: La Repubblica