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Scavolini, il dottor Crespi ha pronta la cura

«In ogni partita dobbiamo aumentare la durezza fisica e mentale, a partire dalla difesa»

PESARO – C’è una certa delusione nell’aria intorno alla nuova Scavolini, ma il suo condottiero Marco Crespi ha l’aria di quello che dice: pensatela come vi pare, ma lasciatemi lavorare! «Io non mi preoccupo se l’ambiente è ottimista o pessimista. Mi interessano le mie sensazioni e in questo momento la mia preoccupazione è di migliorare il rendimento della squadra». In che modo? Si prevedono correttivi nel gioco o nell’utilizzo degli uomini? Crespi glissa sugli aspetti tecnici e sul rendimento dei singoli e scandisce: «Il mio obiettivo principale è far sì che in ogni partita e in ogni azione noi aumentiamo la durezza, fisica e mentale. Dobbiamo avere più intensità ed essere più incisivi. Dobbiamo avere la prontezza di reagire alle difficoltà che uno schema può incontrare sul campo, saper leggere le situazioni, cosa che a tratti non siamo riusciti a fare finora anche per l’assenza dei necessari automatismi».
A far difetto è solo l’intensità oppure anche il talento? «Che il talento di questa squadra non sia al livello di Treviso e di Siena, che infatti ci hanno battuto nettamente, lo sapevamo tutti. Ma la partita con Cantù ed anche quella di Roma stanno lì a dimostrare che se siamo duri e aggressivi per tutti i quaranta minuti possiamo essere competitivi in quel gruppo ancora indefinito di squadre che stanno dietro alle due grandi del campionato. E guardate che l’intensità di cui parlo non è un’utopia: è quella che si è vista contro l’Oregon!». Una partita che però non ha esaltato in fatto di spettacolo e di percentuali al tiro... «L’importante è vincere», taglia corto il coach (ma non era soprattutto “divertire"?). «Ovvio che le percentuali devono migliorare, ma per migliorare l’attacco bisogna partire dalla difesa: è da una buona difesa che nasce la forza d’animo; se difendiamo, corriamo; e se corriamo, si va a canestro più facilmente».
Marco Crespi non transige dal suo credo, dal dogma dell’intensità e della determinazione: l’ormai famosa FM, la “ferocia mentale". Quella che con ogni probabilità verrà sfoderata domenica dalla Carifac Fabriano, che con i cugini pesaresi, oltre alla competizione regionalistica, ha il dente avvelenato dagli ultimi play off, quando la Scavolini disintegrò la squadra di Rodney Monroe, aprendo una grave crisi “politica" all’interno della società marchigiana. «Io guardo alla mia squadra – ribadisce l’allenatore della Scavolini – e quello di Fabriano è un appuntamento come gli altri, in cui voglio verificare i passi in avanti verso il raggiungimento degli obiettivi che ho esposto all’inizio».
E allora in bocca al lupo a Crespi e buon “lavoro"... E’ proprio il caso di dirlo, perché la mole di fatica che il coach varesino impone a se stesso e ai suoi uomini è degna del compagno Stakanov (se fosse vera la teoria di Marx, secondo cui il valore di un prodotto è dato dalla quantità di lavoro in esso “contenuto", la Scavolini di Crespi sarebbe in testa alla classifica a punteggio pieno!). E mentre l’Inferno Biancorosso chiama a raccolta militanti e simpatizzanti per la trasferta di Fabriano (prenotazioni presso il City Sport Club o telefonando allo 0721-370936), le mille contraddizioni di questa Scavolini sono ben simboleggiate dal simpatico e spontaneo paradosso “scappato" al patron Valter Scavolini nella sua intervista di ieri: «Speriamo di divertirci, ma c’è da soffrire!».
Giancarlo Iacchini
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