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La Mabo sbatte nel muro biancoverde

Troppe energie spese in due rimonte e nel finale Siena prende il largo

LIVORNO. Derby impietoso per la Mabo, asfaltata negli ultimi sei minuti da un Montepaschi duro, cattivo e sadico, che ha fatto di tutto e di più per vendicare lo scherzetto subìto all'andata. 51-58 al 34', 60-83 alla sirena. Un parzialone di 25-9 per gli uomini di Ataman buono per confezionare il meno 23 del risultato finale, la seconda sconfitta più brutta dopo il trentello preso a inizio stagione nel fortino della Skipper. Ma erano altri tempi, quelli, e Livorno esponeva sempre il cartello lavori in corso. Il colpo basso di questo martedì nero arriva invece in piena volata salvezza, quando tutti s'ingegnano a raschiare dal barile energie nascoste e anche chi era alla canna del gas - vedi Imola - trova l'orgoglio e si rilancia alla grande dopo sei sconfitte consecutive.
È una notte di luna nera praticamente per tutto il 'roster' di Banchi. Con gli americani sovrastati dai leoni dell'est in canottiera biancoverde e il solo Ken Barlow a lottare come l'ultimo dei Mohicani in un ruolo non suo, contro l'unico italiano vero del Montepaschi, il pivottone azzurro Roberto Chiacig. 23 punti, 8 rimbalzi, 29 di valutazione: ecco la differenza fra una squadra che può contare sul gioco interno e una che invece svolazza fuori dall'area colorata e quando i tiratori dal perimetro non la mettono dentro va a sbattere la testa nel muro. È il caso di Conley (3 su 12), di un Elliott ai minimi storici (2 su 9), dello stesso playmaker Autry, frenetico e dissipatore di palloni in attacco.
Il Montepaschi ha lasciato a Siena lo sloveno Gorenc (pubalgia), ma paradossalmente ne è uscito un quintetto ancora più forte. Con il play Stefanov unico sotto i duemetri e quattro corazzieri: Zukauskas (2.02), Masiulis (2.05), Topic (2.04) e Chiacig (2.08). Una montagna di muscoli vomitata addosso all'artiglieria leggera della Mabo con risultati subito evidenti: Sambugaro, braccato da «Zuka» il lituano, non ha mai visto la luce, mentre Topic e Masiulis hanno annientato l'accoppiata Elliott-Conley, fermata a 14 punti in due contro i quasi 35 di media partita. Livorno si è tenuta in vita col cuore e la difesa, prima del cortocircuito finale ha sputato sangue e costretto il nemico a sporcare le sue percentuali, poi è crollata di schianto, frenata dalle troppe energie psicofisiche spese nelle due rimonte di questo derby giocato sempre in salita.
Una volta nel primo quarto, cominciato sotto l'effetto di un gas paralizzante (0-12 al 3'15"), la seconda nel terzo periodo, quando da 34-47 (23') la Mabo in tre minuti è risalita sul 44-47 buttando via due possessi per piombare sul collo degli avversari.
Livorno si complica subito la vita: 0 su 6 nel tiro e tre palle perse in 4', con il Montepaschi già in fuga (2-15) e gli unici due punti amaranto firmati in lunetta da Sambugaro. Ancora il "tedesco", contropiede più tripla, finalmente riesce a svegliare i compagni, mentre un mix di difese (uomo, zona e zone press) toglie la pazienza a Siena e ridà fiato alle trombe livornesi (15-19).
Equilibrio e attacchi con le mani gelate anche nel secondo tempino, iniziato da 15-21 e chiuso dai verdi di Ataman sul 29-31, con percentuali di tiro da incubo (1/12 da tre e 11/32 totale la Mabo, 11/31 in tutto gli ospiti). Nel terzo quarto lo strattone di Chiacig e compagni, un parziale di 16-5 rintuzzato da tre minuti del vero Conley e di Barlow. La difesa a zona Montepaschi però comincia a creare problemi, Elliott non c'è e si palleggia sui piedi (5 palle perse), la via del canestro diventa peggio dell'Everest. Livorno si tiene in vita col carattere, ma gli americani sono piatti e la panchina dà poco. La squadra di Banchi entra negli ultimi cinque minuti sul 51-60 e si squaglia come un gelato all'equatore.
Azzeriamo tutto, domani sarà ancora campionato. Al PalaMacchia arriverà la Benetton Treviso seconda in classifica. Un'altra muraglia biancoverde per un'altra notte da duri.
Renzo Marmugi
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