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Montepaschi, un sogno che si realizza

Il general manager Minucci: “Siamo una delle migliori quattro

SIENA - Prima giornata di Euroleague, al Palasclavo arriva lo Zalgiris Kaunas campione di Lituania. Gli addetti ai lavori, sia sui giornali che sui siti internet, dicono che la Mens Sana ha un roster importante, in grado di competere con i migliori. Il general manager e vicepresidente Ferdinando Minucci preferisce invece andare cauto e tenere i piedi a terra. “Il ruolo di favoriti - spiega - non ci si addice e non ci appartiene. Stiamo crescendo nel panorama italiano ed europeo e ammetto che siamo una delle prime 4 realtà del campionato, visto che abbiamo messo sotto contratto giocatori esperti che hanno potenziato il livello tecnico. A livello continentale, però, non siamo nel gruppo delle regine. Siamo anche stati inseriti nel girone più difficile, come ammesso da tutti, dove ci sono il Tau, che ha fatto una campagna acquisti stratosferica e ha disputato la finalissima due stagioni fa, il Panathinaikos, che ha vinto il titolo 2 volte negli ultimi tre anni, il Maccabi, che nel 2001 ha conquistato la Suproleague e l’anno scorso ha fatto le Final 4 di Euroleague. A loro si aggiungono grandi squadre che hanno vinto i rispettivi campionati nazionali”.
Montepaschi già spacciata in sede di passaggio del turno? Neanche per sogno: “Lotteremo per entrare nelle Top 16 e possiamo giocarcela fino in fondo per riuscirci. Non ci dimentichiamo che abbiamo i due migliori giocatori della scorsa edizione della manifestazione, Turkcan e Ford, e che questo è il gruppo più forte che io abbia mai allestito e che Siena abbia avuto. Non vorrei però caricare l’evento di troppe aspettative, per evitare eventuali delusioni. Se bastasse il valore sulla carta, potremmo dormire sonni tranquilli, ma l’ultima parola la dice sempre il campo, dove possono succedere tante cose. Non abbiamo fretta, il nostro è un progetto lungo ed è già un grande risultato aver fatto il salto di qualità, aver regalato alla città e allo sponsor un palcoscenico così importante. La Mens Sana ha vinto la prima battaglia diventando una stella in Italia e in Europa, ora occorre solo dare il tempo all’allenatore e ai suoi uomini di trovare l’amalgama. Ci manca anche Stefanov, il play titolare. Con lui sarebbe stata tutta un’altra cosa anche a Cantù, adesso invece ci toccherà soffrire su tutti e due i fronti in cui siamo impegnati”.
Anche il coach, Ergin Ataman, è cauto nell’analizzare il momento della squadra: “Stiamo ancora cercando di creare i collegamenti tra i vari giocatori e i reparti, ma siamo in buona compagnia. Prendiamo la situazione della Lega spagnola, dove Tau, Barcellona e Malaga stanno stentando e alla fine saranno loro a lottare per il titolo. In Italia, oltre a noi, anche le due bolognesi sono a caccia di una identità e non credo che rimarranno fuori dal giro che conta. La mia ricetta è semplice: lavorando si accorciano i tempi per migliorare. Come uno studente, per preparare un esame, deve solo studiare intensamente, così noi siamo chiamati ad allenarci in maniera corretta. Chi lo farà meglio, vedrà prima i risultati”.
Marco De Candia


Morrocchi: “Palcoscenico da brividi”
Il presidente: “C’è un po’ di timore reverenziale, ma anche orgoglio”
SIENA - C’è soddisfazione e orgoglio nelle stanze dei bottoni di viale Sclavo per la partecipazione della Mens Sana all’Euroleague, la più importante manifestazione continentale che raccoglie il fior fiore del basket. Il tutto senza dimenticare che il girone è il più duro in assoluto e che ci sono tanti fattori che possono avere peso, non solo quelli tecnici: il blasone delle avversarie, il peso specifico dei contratti televisivi, l’ambiente più o meno infuocato in cui si disputano le partite. Basta un fischio strano per cambiare l’andamento di un match, ma non c’è dubbio che il lavoro svolto in estate per allestire un gruppo all’altezza è di primissimo piano.
“Se si leggono i nomi delle formazioni che ci troveremo di fronte - commenta il presidente Roberto Morrocchi - c’è il rischio di farsi venire il mal di testa! Andiamo ad affrontare una competizione a cui Siena non avrebbe mai pensato e non nego che ci sia un po’ di timore reverenziale. Prendiamo lo Zalgiris, che non è più quello degli ultimi anni: ha tutti i migliori lituani, fatta eccezione per Zukauskas, e due stranieri eccellenti. Come se non bastasse, c’è la consapevolezza di non poter perdere in casa per non rimanere schiacciati, visto che è difficile, a simili livelli, fare colpi in trasferta. Partiamo con il grosso handicap dell’assenza di Stefanov, il miglior play d’Europa, intorno al quale è stato allestito il gruppo. Complimenti a Scarone per come lo sta sostituendo, ma il suo reintegro doveva essere più graduale. Ho fiducia in Mc Cants, che non è quello visto a Cantù e che in Eurolega ha già giocato con buoni risultati. Con tutto il cuore, sono orgoglioso che la Mens Sana sia arrivata fino a qui: la prima serie A risale a una trentina di anni fa e alla fine degli anni Ottanta eravamo in B con non più di 300 spettatori sugli spalti, mentre ora saliamo su un palcoscenico che mette i brividi. Per i giovani magari è tutto normale, ma per gente di mezza età come me è eccezionale, soprattutto se si pensa che siamo la città più piccola in lizza”.
M.D.
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