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PalaMacchia, un martedì speciale

La sfida toscana molto sentita sugli spalti

LIVORNO. É bello il derby. É adrenalina, sangue bollente che scorre nelle vene. É bello rivivere il derby, anche se non è quello vero, anche se alla fine mastichi amaro e te ne torni a casa con la testa china, mille recriminazioni per la batosta, la giornata-no di Elliott e la capoccia dura di Conley, quella rincorsa sul Monte fermata sempre ad un canestro dalla vetta, e poi le facce gaudenti della gente di Siena, e i musi pallidi del popolo amaranto. É bello rivedere il palasport vestito a festa, il formaggino lato sud dei tifosi biancoverdi, pieno come la stiva di una nave, e la balaustra di curva nord finalmente infiammata. Il calendario malefico della Lega è ancora più malefico, e mette in vetrina questa sfida proprio di martedì. Ma via Allende risponde lo stesso. 2700 spettatori dice il borderò, oltre 3000 di fatto. Non male per un'infrasettimanale. La curva senese strabocca e ribolle. Ossi duri, Commandos. Speriamo schianti chi non beve il Chianti. I tempi della Mister Day sono lontani. Dall'altra parte rullano i tamburi e gridano i megafoni. Palla a due e Siena vola. Due a zero, cinque a zero, dodici a zero. I Commandos impazziscono, ma Sambugaro suona la carica, prima due liberi, poi una serpentina da slalomista, infine una tripla dall'angolo che fa esplodere il PalaMacchia. Si respira. Chiacig ristabilisce le distanze, ma due schiaccioni di Barlow ed Elliott accendono la partita, 13-17. Entra Santarossa. Bracca Naumoski, Zukausaks, poi braccherà anche Tolbert, smista assist, strappa rimbalzi. E la nord è tutta per lui. Il Monte risponde con Tolbert e Topic, aggredisce, va sul 25-30, ma arriva la magia della serata. Conley sbaglia dall'arco e Santa c'è. Come Pio. Vola a rimbalzo e schiaccia in tap-in, 29-31. «Stupendo», sentenzia Cacco Benvenuti. Il palazzo è senza parole, bastano gli applausi. Gli ossi duri sono un po' meno duri. Ripresa. La tripla di Barlow illude, Siena allunga, Conley ha un guizzo, piazza la bomba, schiaccia in contropiede, 44-47. Chi non salta è un senese, intona la curva, ma si alza mezzo palazzo. Il resto sta giù. E la ola non parte. Risponde il Monte e pure i suoi tifosi. Tanti cori, anche offese. Via Allende si fredda. Perchè? Il distacco cresce. 48-55 al 30', 51-68 al 34'. É finita davvero. Qualcuno contesta. Qualcuno se ne va. Come fosse alla Scala. Peccato.
g.c.
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