LIVORNO. A Trieste a fari spenti, come cantava Lucio Battisti. La Mabo si avvicina alla prima trasferta nel nord Italia consapevole che uscire indenne dal salotto giuliano sarà un'impresa. Ci sono i precedenti a dirlo, 7 vittorie in 7 partite casalinghe per la squadra di Pancotto. E poi c'è la forza della corazzata biancorossa, che al super-asse Maric-Erdmann-Podestà ha aggiunto quel Roberson che sta volando a 21 di media.
Senza considerare che Livorno si presenterà incerottata e menomata, senza il suo cannoniere Mc Leod, con Cotani che non si allena da due giorni, Giachetti ancora in ritardo, Mutavdzic che accusa un festidio muscolare e Bertocci in forse. Dalle bocche amaranto non escono proclami di guerra. Solo la voglia di far bene, «in una sfida - dice Luca Banchi - che sarà un banco di prova impegnativo come quello di Siena».
«Noi abbiamo l'obbligo di fare un passo in avanti rispetto alle ultime prestazioni - continua il coach - La vittoria con Biella ci ha portato serenità, ma non deve portarci assuefazione, altrimenti rischiamo di fare la fine di Avellino. Firmare un colpo su un parquet come quello di Trieste è proibitivo. Se ho preparato qualcosa di particolare? No, più che l'aspetto tattico sarà determinante l'aspetto mentale». Come dire concentrazione, concentrazione e poi concentrazione. Perchè regalare 24 palloni come è accaduto con Biella, potrebbe essere mortale. «Con avversari come Ismaila Sy, Maric o Erdmann sarebbe come aprire un'autostrada al loro contropiede», spiega Banchi. «Ricordate cosa accadde ad Avellino? Dopo il primo quarto, ci fu un calo mentale e in un attimo la partita ci scivolò via. Quello che voglio a Trieste è che ciò non accada. L'aspetto mentale è fondamentale per la crescita della Mabo».
Giulio Corsi
Senza considerare che Livorno si presenterà incerottata e menomata, senza il suo cannoniere Mc Leod, con Cotani che non si allena da due giorni, Giachetti ancora in ritardo, Mutavdzic che accusa un festidio muscolare e Bertocci in forse. Dalle bocche amaranto non escono proclami di guerra. Solo la voglia di far bene, «in una sfida - dice Luca Banchi - che sarà un banco di prova impegnativo come quello di Siena».
«Noi abbiamo l'obbligo di fare un passo in avanti rispetto alle ultime prestazioni - continua il coach - La vittoria con Biella ci ha portato serenità, ma non deve portarci assuefazione, altrimenti rischiamo di fare la fine di Avellino. Firmare un colpo su un parquet come quello di Trieste è proibitivo. Se ho preparato qualcosa di particolare? No, più che l'aspetto tattico sarà determinante l'aspetto mentale». Come dire concentrazione, concentrazione e poi concentrazione. Perchè regalare 24 palloni come è accaduto con Biella, potrebbe essere mortale. «Con avversari come Ismaila Sy, Maric o Erdmann sarebbe come aprire un'autostrada al loro contropiede», spiega Banchi. «Ricordate cosa accadde ad Avellino? Dopo il primo quarto, ci fu un calo mentale e in un attimo la partita ci scivolò via. Quello che voglio a Trieste è che ciò non accada. L'aspetto mentale è fondamentale per la crescita della Mabo».
Giulio Corsi