ARRIVATA a Roma ieri pomeriggio, la Skipper ha avuto appena il tempo di posare i bagagli, riposare due orette e farsi poi allenamento e cena. Oggi alle 17, nemmeno 48 ore dopo la fatica (in tutti i sensi) di Barcellona, ci sarà l´incrocio con la Virtus capitolina (diretta RaiTre dalle 18). La Roma di Myers e Brunamonti non è però una colonia di Bologna: anzi, al momento è davanti in classifica e punta a stare in scia alla Benetton. Starà fuori Scepanovic, non si fino a quando, per i guai al tendine rotuleo, e i dieci saranno un po´ più 'corti´: restringere le rotazioni diverrà ancor più complicato.
Intanto, il Pozzecco che dopo la doppietta in campionato s´è inceppato alla prima continentale, si ritrova alla sbarra da imputato: la sua sceneggiata con tecnico, al Palau Blaugrana, ha cancellato la speranza, pur modica, di rimontare il Barca, o quantomeno vanificato gli sforzi dei suoi compagni. Gianmarco non fatica ad ammetterlo, rispondendo al telefono appena sbarcato a Fiumicino. «Mi dispiace molto, non ci voleva, ho fatto un errore grosso. Ma sul tabellone c´era scritto che avevo tre falli e invece hanno alzato la paletta del quinto: mi è scesa la catena, in quel momento ero davvero frustrato. Così, ho danneggiato i miei compagni, ma anche me stesso: è stata dura uscire dal match con ancora 12 minuti potenzialmente decisivi da giocare. Era la prima partita, in casa di quelli considerati più forti: qualcosa è andato, altro no».
Duole insistere, ma da marcia in più a freno a mano è stato un bel salto. «Il mondo m´è caduto addosso. Io ero furente, ma anche gli arbitri ci hanno capito poco: i tecnici che m´hanno fischiato non erano molto logici. Era il mio primo match in Eurolega dopo un digiuno di qualche stagione. Evidentemente ho ancora bisogno di tempo per riprendere confidenza. Per gli arbitri invece non c´è nulla da fare: sono molto peggio di quelli che abbiamo in Italia». Tutta la Skipper deve comunque ancora prendere un passo sicuro. «Mi sembra una cosa normale, siamo a inizio ottobre: forse la mancanza d´esperienza è venuta fuori. Ora Vlado si dovrà riposare per un po´, ne ha bisogno. Il calendario invece ci ammazza: ma come si fa a giocare, in trasferta, sia giovedì sera che sabato pomeriggio? Io avrei rinunciato all´anticipo. Un massacro così si poteva evitare».
Ma sempre di corsa il Poz ha dovuto andare anche ieri: come sempre maestro negli slalom, ieri pomeriggio, poco prima della palestra, ha trovato il tempo di girare con Myers lo spot che farà da 'promo´, dalla prossima settimana, per tutti gli anticipi Rai del sabato. Coppia inedita, comunque la più telegenica del basket italiano.
Quanto a Carlton, mediterà il colpaccio: per ora viaggia a 19 di media (però col 27% da tre, tentandone 9 a partita), ma l´anno passato ne fece 30 nella vittoria in stagione regolare della Wurth e ben 81 nelle tre gare dei quarti, unico ostacolo tra la Skipper e le semifinali. Con lui, il Jenkins ex bomber di LegaDue, poi Tusek, Righetti, Bonora e soprattutto Santiago (15 punti, col 61% da due e 10 rimbalzi di media). Ne hanno perso solo una, in casa, con lo stesso Roseto che sbancò il PalaDozza.
Francesco Forni
Intanto, il Pozzecco che dopo la doppietta in campionato s´è inceppato alla prima continentale, si ritrova alla sbarra da imputato: la sua sceneggiata con tecnico, al Palau Blaugrana, ha cancellato la speranza, pur modica, di rimontare il Barca, o quantomeno vanificato gli sforzi dei suoi compagni. Gianmarco non fatica ad ammetterlo, rispondendo al telefono appena sbarcato a Fiumicino. «Mi dispiace molto, non ci voleva, ho fatto un errore grosso. Ma sul tabellone c´era scritto che avevo tre falli e invece hanno alzato la paletta del quinto: mi è scesa la catena, in quel momento ero davvero frustrato. Così, ho danneggiato i miei compagni, ma anche me stesso: è stata dura uscire dal match con ancora 12 minuti potenzialmente decisivi da giocare. Era la prima partita, in casa di quelli considerati più forti: qualcosa è andato, altro no».
Duole insistere, ma da marcia in più a freno a mano è stato un bel salto. «Il mondo m´è caduto addosso. Io ero furente, ma anche gli arbitri ci hanno capito poco: i tecnici che m´hanno fischiato non erano molto logici. Era il mio primo match in Eurolega dopo un digiuno di qualche stagione. Evidentemente ho ancora bisogno di tempo per riprendere confidenza. Per gli arbitri invece non c´è nulla da fare: sono molto peggio di quelli che abbiamo in Italia». Tutta la Skipper deve comunque ancora prendere un passo sicuro. «Mi sembra una cosa normale, siamo a inizio ottobre: forse la mancanza d´esperienza è venuta fuori. Ora Vlado si dovrà riposare per un po´, ne ha bisogno. Il calendario invece ci ammazza: ma come si fa a giocare, in trasferta, sia giovedì sera che sabato pomeriggio? Io avrei rinunciato all´anticipo. Un massacro così si poteva evitare».
Ma sempre di corsa il Poz ha dovuto andare anche ieri: come sempre maestro negli slalom, ieri pomeriggio, poco prima della palestra, ha trovato il tempo di girare con Myers lo spot che farà da 'promo´, dalla prossima settimana, per tutti gli anticipi Rai del sabato. Coppia inedita, comunque la più telegenica del basket italiano.
Quanto a Carlton, mediterà il colpaccio: per ora viaggia a 19 di media (però col 27% da tre, tentandone 9 a partita), ma l´anno passato ne fece 30 nella vittoria in stagione regolare della Wurth e ben 81 nelle tre gare dei quarti, unico ostacolo tra la Skipper e le semifinali. Con lui, il Jenkins ex bomber di LegaDue, poi Tusek, Righetti, Bonora e soprattutto Santiago (15 punti, col 61% da due e 10 rimbalzi di media). Ne hanno perso solo una, in casa, con lo stesso Roseto che sbancò il PalaDozza.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica