Samuele Podestà, ex capitano di Livorno, da tre anni bandiera di Trieste. Quella di domani per te sarà una sfida dal sapore speciale, una specie di derby in famiglia...
«E come nasconderlo? Nella vostra città sono cresciuto, ho vissuto anni importanti, e poi ho un sacco di amici con cui sono rimasto in contatto. Giocare contro Livorno dà sempre una sensazione forte. Non è stato facile venire via, anche se ora, qui, sto molto bene. Mi sono ambientato, con la gente, con i tifosi, Trieste è una città meravigliosa, sono felice di viverci».
La Mabo non ha mai vinto nè al Chiarbola, nè al PalaTrieste. É una partita già scritta?
«Assolutamente no. Conosco Luca Banchi e so che ci troveremo davanti una squadra aggressiva in difesa, decisa a non regalarci niente. Per noi sarà un impegno molto difficile, anche perchè nel giro di due giorni avremo campionato e debutto in Uleb Cup contro il Colonia. Intanto pensiamo a Livorno, guai sottovalutarli, sarebbe un suicidio».
D'accordo, la Mabo va rispettata, però Trieste nonostante le dichiarazioni della società, sembra rinforzata rispetto all'anno scorso, mentre gli amaranto ora si ritrovano anche senza il loro terminale offensivo principale che è Mc Leod...
«Guarda, il nostro obiettivo è la salvezza. Dobbiamo ottenerla il prima possibile. Quello che verrà dopo sarà tutto in più. Dici che siamo più forti? Ti rispondo che se mi dicessero oggi che arriveremo settimi come l'anno scorso ci metterei subito la firma. Livorno? É vero che hanno perso il play, ma in regia hanno il mio amico Parente che ha il carattere giusto per guidare la squadra. Mi sembra che contro Biella, Daniele non abbia fatto rimpiangere Mc Leod, o sbaglio?».
Restiamo alla Mabo: come li vedi quest'anno?
«Hanno iniziato bene, battendo Udine che, posso assicurarvi, non è così debole come la classifica potrebbe far pensare. E poi hanno superato la Lauretana che doveva far risultato ad ogni costo. Peccato per quella caduta ad Avellino. Per me sono una buona squadra. La scelta di confermare il gruppo italiano, di lavorare sui giovani, contraddistingue da sempre Livorno e mi sembra che le stia dando ragione, a livello di risultati e di nuove regole. I playoff sono alla loro portata, li vedo più solidi, più amalgamati di tante altre squadre».
Torniamo al tuo derby: chi temi di Livorno?
«Che Elliott sia bravo e difficile da contenere non lo scopro io. Mutavdzic ha portato solidità al reparto lunghi e sarà fondamentale, ma se devo fare due nomi dico Parente e Santarossa. Daniele ha un carattere straordinario, è uno che dà carica, non si arrende mai, Walter ha capacità realizzative enormi. Le sue triple possono essere letali per chiunque».
Podestà e Livorno: il tuo ricordo più bello di quando vestivi la maglia Don Bosco?
«La promozione dalla B1 alla A2. Ho impressi i fotogrammi di quell'anno in ogni dettaglio. C'erano Fantozzi, Uniti, Morini, Mario e Silvio Gigena, Lambruschi in panchina e Banchi assistant, e naturalmente Massimo Faraoni. Una grande soddisfazione, perchè riportammo il basket amaranto in serie A. Ricordi la finale con Viterbo? Il palasport ribolliva. Fu anche l'anno del primo scudetto juniores, davvero una stagione super».
A fine anno scadrà il contratto con Trieste, a Livorno tifosi e società ti accoglierebbero a braccia aperte: è immaginabile un tuo ritorno da queste parti?
«Non lo so, come ho detto, qua sto una meraviglia. Per ora penso solo a Trieste».
Giulio Corsi
«E come nasconderlo? Nella vostra città sono cresciuto, ho vissuto anni importanti, e poi ho un sacco di amici con cui sono rimasto in contatto. Giocare contro Livorno dà sempre una sensazione forte. Non è stato facile venire via, anche se ora, qui, sto molto bene. Mi sono ambientato, con la gente, con i tifosi, Trieste è una città meravigliosa, sono felice di viverci».
La Mabo non ha mai vinto nè al Chiarbola, nè al PalaTrieste. É una partita già scritta?
«Assolutamente no. Conosco Luca Banchi e so che ci troveremo davanti una squadra aggressiva in difesa, decisa a non regalarci niente. Per noi sarà un impegno molto difficile, anche perchè nel giro di due giorni avremo campionato e debutto in Uleb Cup contro il Colonia. Intanto pensiamo a Livorno, guai sottovalutarli, sarebbe un suicidio».
D'accordo, la Mabo va rispettata, però Trieste nonostante le dichiarazioni della società, sembra rinforzata rispetto all'anno scorso, mentre gli amaranto ora si ritrovano anche senza il loro terminale offensivo principale che è Mc Leod...
«Guarda, il nostro obiettivo è la salvezza. Dobbiamo ottenerla il prima possibile. Quello che verrà dopo sarà tutto in più. Dici che siamo più forti? Ti rispondo che se mi dicessero oggi che arriveremo settimi come l'anno scorso ci metterei subito la firma. Livorno? É vero che hanno perso il play, ma in regia hanno il mio amico Parente che ha il carattere giusto per guidare la squadra. Mi sembra che contro Biella, Daniele non abbia fatto rimpiangere Mc Leod, o sbaglio?».
Restiamo alla Mabo: come li vedi quest'anno?
«Hanno iniziato bene, battendo Udine che, posso assicurarvi, non è così debole come la classifica potrebbe far pensare. E poi hanno superato la Lauretana che doveva far risultato ad ogni costo. Peccato per quella caduta ad Avellino. Per me sono una buona squadra. La scelta di confermare il gruppo italiano, di lavorare sui giovani, contraddistingue da sempre Livorno e mi sembra che le stia dando ragione, a livello di risultati e di nuove regole. I playoff sono alla loro portata, li vedo più solidi, più amalgamati di tante altre squadre».
Torniamo al tuo derby: chi temi di Livorno?
«Che Elliott sia bravo e difficile da contenere non lo scopro io. Mutavdzic ha portato solidità al reparto lunghi e sarà fondamentale, ma se devo fare due nomi dico Parente e Santarossa. Daniele ha un carattere straordinario, è uno che dà carica, non si arrende mai, Walter ha capacità realizzative enormi. Le sue triple possono essere letali per chiunque».
Podestà e Livorno: il tuo ricordo più bello di quando vestivi la maglia Don Bosco?
«La promozione dalla B1 alla A2. Ho impressi i fotogrammi di quell'anno in ogni dettaglio. C'erano Fantozzi, Uniti, Morini, Mario e Silvio Gigena, Lambruschi in panchina e Banchi assistant, e naturalmente Massimo Faraoni. Una grande soddisfazione, perchè riportammo il basket amaranto in serie A. Ricordi la finale con Viterbo? Il palasport ribolliva. Fu anche l'anno del primo scudetto juniores, davvero una stagione super».
A fine anno scadrà il contratto con Trieste, a Livorno tifosi e società ti accoglierebbero a braccia aperte: è immaginabile un tuo ritorno da queste parti?
«Non lo so, come ho detto, qua sto una meraviglia. Per ora penso solo a Trieste».
Giulio Corsi