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Fabriano, per Gattoni un giorno speciale

Il capitano è pesarese: «Vogliamo cancellare anche l’umiliante -55 della scorsa stagione»

FABRIANO - Alla vigilia del derby marchigiano tra Carifac e Scavolini (si gioca domani alle 18.15 al PalaGuerrieri di Fabriano) è doveroso saggiare l'umore di colui che più di tutti incarna l'essenza di questa sfida: il capitano fabrianese Massimo Gattoni, pesarese purosangue nato 33 anni fa in riviera, ma cestisticamente trapiantato nella 'città della carta', dove ha appena iniziato la quinta stagione da protagonista grazie alla sua proverbiale grinta, accumulando 141 presenze e 839 punti in biancazzurro, con il condimento di due promozioni in A1 (nell'88, da ragazzo, poi nel '01, di ritorno dopo aver girato l'Italia dei canestri). "Che partita sarà? E' un derby, quindi per la gente il sapore è un po' particolare. Idem per me, che sono di Pesaro, anche se omai ci sto facendo l'abitudine". L'anno scorso, infatti, il derby si è giocato ben 4 volte, con 3 vittorie a 1 in favore della Scavolini. E sulla sponda fabrianese ancora è viva l'onta di quel -55 inflitto dai pesaresi in gara2 di play-off, triste commiato della stagione passata. "Ma non vorrei che il campionato scorso, nel complesso eccellente fino a quel punto, venga ricordato solo per l'ultima disfatta. Affrontammo quella gara con spirito opposto: Pesaro era carica perché i play-off rappresentavano una tappa base del suo torneo, noi, dispiace dirlo per i tifosi, avevamo l'atteggiamento da ultimo giorno di scuola, un po' sbracati". Ci si domanda, appunto, se quel pesante passivo possa stimolare un più forte sentimento di rivalsa domani. "Affronteremo la gara con grande determinazione, questo sì, ma senza particolari spiriti di rivincita, perché del vecchio gruppo sono rimasto solo io, gli altri sono tutti nuovi, non c'erano". Dopo quattro giornate Fabriano e Pesaro sono appaiate a due punti. Chissà, forse il gap tra cugini nobili e poveri sta diminuendo. "Non credo, la differenza resta. Hanno dieci giocatori di buon livello, una squadra più profonda e attrezzata della nostra. Beric può essere il punto di forza, il leader. Richardson è un esterno pericoloso. Mi piacciono molto, poi, Pecile e Malaventura. Anche il budget e gli obiettivi, proseguendo il discorso, sono diversi, noi puntiamo alla salvezza, loro penso di più. Se finora Pesaro non è andata al massimo è perché ha cambiato tanti giocatori e l'allenatore, quindi ha bisogno di tempo per trovare i giusti equilibri". Un po' come Fabriano. "Esatto. Ma piano piano anche per noi le cose si stanno mettendo a posto, gli ingranaggi del gioco si stanno perfezionando. Quando, ad agosto, qui sembrava tutto in alto mare, ma Carmenati continuava a dirci di avere fiducia perché il lavoro avrebbe pagato, potevamo pensare che il coach fosse un visionario. Invece aveva ragione. Ora non ci lamentiamo, infatti il gruppo è affiatato, i tre Usa nuovi sono buoni, Turner in Italia ha sempre giocato ad alto livello, Nunez è intelligente". E poi, il 'Gatto' la sua parte la fa sempre.
Ferruccio Cocco
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