Statistiche, numeri, punti, percentuali: tutto ciò che fa basket. In una sera di muscoli e sudore la Virtus Roma dimentica la poesia, mette da parte la cifre e lavora sodo di prosa, si sacrifica in difesa, fa gruppo per inchiodare la Skipper Bologna alla sconfitta (78-73) e far saltare di gioia un Palazzetto che finalmente inizia a riscoprire l’amore per i giganti del canestro. Tanta intensità difensiva, tutti che si spremono per la causa comune, tanta voglia di dimenticare in fretta la parentesi negativa con Roseto ed il resto viene da solo: «Perché - parole di Carlton Myers - quando dietro lavori come si deve, in attacco tutto riesce più facile. E noi in attacco non abbiamo paura di nessuno». Serata di sguardi intensi e di ricordi, la «Fossa», il gruppo organizzato del tifo bolognese, non dimentica e saluta Myers con affetto, lui non dimentica ed abbassa lo sguardo per provare a far finta di nulla. Poi la partita, con Roma che in avvio fatica a leggere i giochi d’attacco messi a punto da Boniciolli, commette qualche leggerezza di troppo in difesa, lascia la strada aperta a Basile e Mancinelli ed è costretta a partire di rincorsa. Piero Bucchi si toglie subito la giacca, il segnale che sta pensando ai rimedi. Pensieri che si concretizzano dopo la prima sirena, con Santiago che inizia a spazzare tutto e tutti sotto ai tabelloni, Jenkins che impazzisce di gioia ogni volta che gli riesce una pensata geniale, i lunghi di Bologna che iniziano ad innervosirsi ed a caricarsi di falli, messi sotto pressione dai movimenti deliziosi del gigante di Portorico.
«I ruoli chiave in questo gioco sono due: pivot e play. E noi quest’anno li abbiamo coperti alla grande», ancora parole di Carlton Myers il saggio, il leader che non si accontenta e che per sorvolare sul dolore dato ai suoi ex compagni di mille battaglie, getta lo sguardo avanti: «Per cancellare la sconfitta di Roseto adesso servono altre due belle vittorie. Se avremo ancora voglia di sacrificarci come questa sera, potremo davvero divertirci».
Le cifre del successo si possono riassumere nei 27 punti di Jenkins, un folletto che si carica come una molla quando le cose gli riescono bene, divertendosi e facendo divertire il pubblico; poi nei 32 falli commessi dei bolognesi (e subiti da Roma), nella lotta ai rimbalzi che finisce pari (32 a testa) e per la Virtus è già un successo straordinario, considerando che dall’altra parte chili e centimetri ce ne sono in quantità industriale, nei 12 punti di Righetti utile ed utilitarista come gli riesce nelle giornate ispirate. Quindi Myers: 17 punti, 4 rimbalzi, 4 palle recuperate, 4 assist e l’impressione che quando c’è da chiedere aiuto a qualcuno, questa Virtus sa bene chi deve cercare in mezzo al campo. Magari non spettacolare come è nel suo codice genetico, magari non esplosivo, magari non mortifero come altre volte nel tiro dal perimetro (29% da 3 punti), ma di una saggezza tattica e di una capacità di essere da riferimento per il gruppo di livello superiore. La dimostrazione? A chi gli chiede un parere su Daniel Santiago, risponde: «E chi se lo aspettava un giocatore del genere! Sapevo che sarebbe arrivato un buon centro, ma questo qui è di più. Eccezionale».
Una vittoria che può aprire orizzonti di ottimismo, perché la Fortitudo è squadra costruita per l’Eurolega ed ha un bel coraggio il suo tecnico, Boniciolli, a dire che l’obiettivo erano e restano i playoff: Pozzecco, Basile, Kovacic, Skelin, Delfino, Galanda sono stelle, altro che storie. La Virtus per continuare a sorridere adesso dovrà continuare a lavorare di clava: di fronte a sé ha due trasferte fondamentali a Reggio Calabria e Napoli. Una campagna al Sud che potrebbe regalare certezze ad una città che vuole tornare a regalare il suo affetto al basket.
Valerio Vecchiarelli
«I ruoli chiave in questo gioco sono due: pivot e play. E noi quest’anno li abbiamo coperti alla grande», ancora parole di Carlton Myers il saggio, il leader che non si accontenta e che per sorvolare sul dolore dato ai suoi ex compagni di mille battaglie, getta lo sguardo avanti: «Per cancellare la sconfitta di Roseto adesso servono altre due belle vittorie. Se avremo ancora voglia di sacrificarci come questa sera, potremo davvero divertirci».
Le cifre del successo si possono riassumere nei 27 punti di Jenkins, un folletto che si carica come una molla quando le cose gli riescono bene, divertendosi e facendo divertire il pubblico; poi nei 32 falli commessi dei bolognesi (e subiti da Roma), nella lotta ai rimbalzi che finisce pari (32 a testa) e per la Virtus è già un successo straordinario, considerando che dall’altra parte chili e centimetri ce ne sono in quantità industriale, nei 12 punti di Righetti utile ed utilitarista come gli riesce nelle giornate ispirate. Quindi Myers: 17 punti, 4 rimbalzi, 4 palle recuperate, 4 assist e l’impressione che quando c’è da chiedere aiuto a qualcuno, questa Virtus sa bene chi deve cercare in mezzo al campo. Magari non spettacolare come è nel suo codice genetico, magari non esplosivo, magari non mortifero come altre volte nel tiro dal perimetro (29% da 3 punti), ma di una saggezza tattica e di una capacità di essere da riferimento per il gruppo di livello superiore. La dimostrazione? A chi gli chiede un parere su Daniel Santiago, risponde: «E chi se lo aspettava un giocatore del genere! Sapevo che sarebbe arrivato un buon centro, ma questo qui è di più. Eccezionale».
Una vittoria che può aprire orizzonti di ottimismo, perché la Fortitudo è squadra costruita per l’Eurolega ed ha un bel coraggio il suo tecnico, Boniciolli, a dire che l’obiettivo erano e restano i playoff: Pozzecco, Basile, Kovacic, Skelin, Delfino, Galanda sono stelle, altro che storie. La Virtus per continuare a sorridere adesso dovrà continuare a lavorare di clava: di fronte a sé ha due trasferte fondamentali a Reggio Calabria e Napoli. Una campagna al Sud che potrebbe regalare certezze ad una città che vuole tornare a regalare il suo affetto al basket.
Valerio Vecchiarelli