ROMA - Ecco, Mancinelli, 19 anni, è stato il migliore. Basta questo per riassumere quel che resta della Fortitudo dopo il secondo tempo di Roma. E i 5 punti che segnano la differenza finale, grazie ad una bomba di Galanda a partita già esaurita, non raccontano a sufficienza la sciagura degli ultimi 20 minuti quando si è visto di tutto, in biancoblù (o di niente, fate voi), tanto da far diventare la Virtus Roma uno squadrone. Santiago padrone dei cieli, i lunghi dell´Aquila piccoli e inermi (mutilato subito dai falli Skelin, tre in un amen, all´avvio), il play Jenkins che segnava 27 punti, Myers che conduceva.
In mezzo, pure una gestione non proprio limpida della panchina, perché quel metti e togli e rimetti di Pozzecco ha confuso tutti, non dando nulla alla squadra quando pareva in leggera rimonta all´inizio del quarto quarto (da 63-51 a 65-58). L´impressione allora è che dopo Barcellona, dove c´era solo da provarci vista la serata, qui si sia visto il vero crollo: anche fisico, forse, visti i tempi strettissimi tra Eurolega e campionato. Ma soprattutto spirituale, non avendo nessuno capace, in una partita che si poteva gestire, di prendere in mano la squadra quando la marea si alzava.
Di là Myers, pur partendo piano, e Bonora (sua la tripla del primo pareggio) hanno fatto coppia buona; di qua appena un po´ di Basile, spunti di Delfino, qualche fiammata da Galanda, molto da Mancinelli, come detto. Senza però, al di là dei nomi e senza Barton non pervenuto, dar mai l´idea di uno sviluppo comune, quando la gara cominciava a contare. Poco, per vincere qui a Roma. Soprattutto per quel che è capitato tra il primo e il secondo tempo, dove è andata a svoltare la gara.
Diventa persino difficile da raccontare quel che riesce a farsi, da sola, la Skipper, autoseppellendosi all´inizio del secondo tempo. Smette di giocare, dopo che Roma sul calare del primo tempo l´aveva raggiunta per la prima volta sul serio. Dev´esserci qualcosa di edipico, evidentemente: quando mancano pochi secondi all´intervallo, Carlton azzecca la seconda bomba della partita, dopo molti errori. Vale il sorpasso: da 36-38 la gara si capovolge, 39-38. Niente di grave, verrebbe da pensare. Anche perché fin lì la Skipper sembrava in partita, perfino padrona, quando dopo 10´ comandava 22-16. Funzionava tutto, compreso il fatto che lo zero di Barton, messo in quintetto per Scepanovic, fosse supplito da Mancinelli, bravo e coraggioso. «Uno di noi», come cantavano, generosi, i trenta della Fossa arrivati fin qui, allegri e vivaci. Presenti pure nell´assurdo finale, quando si scioglieva la loro squadra e rimaneva solo la loro voce.
Ritorniamo a quel finale di primo tempo, però. Perché appunto la Skipper aveva saputo persino surrogare l´assenza dei lunghi (Van den Spiegel il meno peggio), visto che Santiago da solo teneva a bada, senza farsi tenere, Skelin, Kovacic e il belga. Eppure il filo della partita resisteva. Finchè Babbo Myers non ha messo l´ultima tripla. Lì, in quei minuti di pausa, la Skipper dev´essersi spaventata, ed è ripartita malissimo nel secondo tempo. Skelin si manifestava all´inizio con sei punti consecutivi, ma poi tutti, da Basile a Delfino, da Pozzecco a Galanda, venivano portati via senza vedere mai il cesto: un parziale di 11-0, dal 43-44 ultimo esile vantaggio al 54-44, della marea romana guidata da Santiago, lì davvero devastante, e Jenkins. Quasi impossibile capire la paralisi, finita con un canestro di Myers, ovviamente. Lì si è ribaltato tutto e anche la Fortitudo. Che poi, invano, è risalita da –14 a –7 (58-65), per infossarsi in un altro 0-7 sbloccato da un lob di Bonora per Santiago. Stroncata forse anche dalle energie, venute meno. Ecco, c´è solo da sperare che il problema sia stato questo.
ROMA-SKIPPER 78-73
Virtus: Jenkins 27, Myers 17, Tonolli 2, Righetti 12, Santiago 13, Tusek 3, Bonora 4, Monti, Zanelli. N.e. Della Felba.
Skipper: Basile 11, Barton, Delfino 12, Galanda 15, Skelin 8, Pozzecco 7, Kovacic 4, Mancinelli 13, Fultz 1, Van Den Spiegel 2.
Arbitri: Zancanella, Borroni, Duranti.
Note: liberi: Ro 25/36, Bo 14/19. Da due: Ro 16/29, Bo 22/44. Da tre: Ro 7/19, Bo 5/15. Rimbalzi: Ro 32, Bo 32 .
Parziali: 5´ 12-11, 10´ 16-22, 15´ 30-30, 20´ 39-38, 25´ 52-44, 30´ 63-51, 35´ 70-58, 40´ 78-73. Massimo vantaggio Skipper: +8 (24-16) all´11´. Massimo svantaggio: -14 (75-61) al 38´.
Valentina Desalvo
In mezzo, pure una gestione non proprio limpida della panchina, perché quel metti e togli e rimetti di Pozzecco ha confuso tutti, non dando nulla alla squadra quando pareva in leggera rimonta all´inizio del quarto quarto (da 63-51 a 65-58). L´impressione allora è che dopo Barcellona, dove c´era solo da provarci vista la serata, qui si sia visto il vero crollo: anche fisico, forse, visti i tempi strettissimi tra Eurolega e campionato. Ma soprattutto spirituale, non avendo nessuno capace, in una partita che si poteva gestire, di prendere in mano la squadra quando la marea si alzava.
Di là Myers, pur partendo piano, e Bonora (sua la tripla del primo pareggio) hanno fatto coppia buona; di qua appena un po´ di Basile, spunti di Delfino, qualche fiammata da Galanda, molto da Mancinelli, come detto. Senza però, al di là dei nomi e senza Barton non pervenuto, dar mai l´idea di uno sviluppo comune, quando la gara cominciava a contare. Poco, per vincere qui a Roma. Soprattutto per quel che è capitato tra il primo e il secondo tempo, dove è andata a svoltare la gara.
Diventa persino difficile da raccontare quel che riesce a farsi, da sola, la Skipper, autoseppellendosi all´inizio del secondo tempo. Smette di giocare, dopo che Roma sul calare del primo tempo l´aveva raggiunta per la prima volta sul serio. Dev´esserci qualcosa di edipico, evidentemente: quando mancano pochi secondi all´intervallo, Carlton azzecca la seconda bomba della partita, dopo molti errori. Vale il sorpasso: da 36-38 la gara si capovolge, 39-38. Niente di grave, verrebbe da pensare. Anche perché fin lì la Skipper sembrava in partita, perfino padrona, quando dopo 10´ comandava 22-16. Funzionava tutto, compreso il fatto che lo zero di Barton, messo in quintetto per Scepanovic, fosse supplito da Mancinelli, bravo e coraggioso. «Uno di noi», come cantavano, generosi, i trenta della Fossa arrivati fin qui, allegri e vivaci. Presenti pure nell´assurdo finale, quando si scioglieva la loro squadra e rimaneva solo la loro voce.
Ritorniamo a quel finale di primo tempo, però. Perché appunto la Skipper aveva saputo persino surrogare l´assenza dei lunghi (Van den Spiegel il meno peggio), visto che Santiago da solo teneva a bada, senza farsi tenere, Skelin, Kovacic e il belga. Eppure il filo della partita resisteva. Finchè Babbo Myers non ha messo l´ultima tripla. Lì, in quei minuti di pausa, la Skipper dev´essersi spaventata, ed è ripartita malissimo nel secondo tempo. Skelin si manifestava all´inizio con sei punti consecutivi, ma poi tutti, da Basile a Delfino, da Pozzecco a Galanda, venivano portati via senza vedere mai il cesto: un parziale di 11-0, dal 43-44 ultimo esile vantaggio al 54-44, della marea romana guidata da Santiago, lì davvero devastante, e Jenkins. Quasi impossibile capire la paralisi, finita con un canestro di Myers, ovviamente. Lì si è ribaltato tutto e anche la Fortitudo. Che poi, invano, è risalita da –14 a –7 (58-65), per infossarsi in un altro 0-7 sbloccato da un lob di Bonora per Santiago. Stroncata forse anche dalle energie, venute meno. Ecco, c´è solo da sperare che il problema sia stato questo.
ROMA-SKIPPER 78-73
Virtus: Jenkins 27, Myers 17, Tonolli 2, Righetti 12, Santiago 13, Tusek 3, Bonora 4, Monti, Zanelli. N.e. Della Felba.
Skipper: Basile 11, Barton, Delfino 12, Galanda 15, Skelin 8, Pozzecco 7, Kovacic 4, Mancinelli 13, Fultz 1, Van Den Spiegel 2.
Arbitri: Zancanella, Borroni, Duranti.
Note: liberi: Ro 25/36, Bo 14/19. Da due: Ro 16/29, Bo 22/44. Da tre: Ro 7/19, Bo 5/15. Rimbalzi: Ro 32, Bo 32 .
Parziali: 5´ 12-11, 10´ 16-22, 15´ 30-30, 20´ 39-38, 25´ 52-44, 30´ 63-51, 35´ 70-58, 40´ 78-73. Massimo vantaggio Skipper: +8 (24-16) all´11´. Massimo svantaggio: -14 (75-61) al 38´.
Valentina Desalvo
Fonte: La Repubblica