ROMA - Un tempo per capire, un altro per distruggere. La Virtus giallorossa prende il tempo alla Skipper e la lascia sulla linea del peccato mortale, battuta (78-73) nei secondi 20 minuti di una partita ben giocata e ben diretta. La difesa è l’anima della Roma dei canestri che ha avuto in Jenkins e Santiago i grandi protagonisti nell’anticipo della quinta giornata del campionato senza dimenticare Carlton Myers, l’uomo che ha dato le motivazioni giuste, e non solo in questa sfida. Ieri il capitano di Azzurra s’è tolto una grande soddisfazione: per la prima volta ha sconfitto la sua ex squadra. Virtus a soffrire in avvio quando la Skipper ha cercato di mettere sul tavolo i suoi centimetri e i suoi chili che ha in più. Roma è scivolata indietro, anche 8 punti (16-24). Sembrava l’inizio di una strage, con i fortitudini guidati da Basile e dalla determinazione dell’alpino Galanda pronti a riscattare la fresca sconfitta in Eurolega a Barcellona.
Jenkins, che sta diventando un grande playmaker e non un mangiapalloni, non s’è tirato indietro, Myers ha continuato a francobollare Delfino, Tusek ha realizzato la bomba giusta, Carlton lo ha imitato un attimo dopo e poi un’altra tripla di Bonora, prezioso davvero Davide in questa squadra, ha impattato le due contendenti (30-30) al 15’.
Difesa, difesa, ancora difesa. «Il nostro problema non è l’attacco - ha spiegato un soddisfatto Myers - perché noi abbiamo talento. Se difendiamo così, come del resto avevamo fatto a Udine, non temiamo nessuno. No, non dobbiamo essere attaccanti-dipendenti. E poi non dimenticate che nella pallacanestro pivot e play sono i ruoli fondamentali: noi abbiamo gli uomini giusti e possiamo dominare». Leader in campo e fuori, Myers è il faro di questa Virtus che ha, non dimentichiamolo, in panchina un ottimo pilota, Piero Bucchi che sa infondere certezze al suo gruppo. «Siamo una squadra eccezionale - ha continuato il numero 10 - Dopo il mio sfogo per la sconfitta con Roseto tutti si sono stretti intorno a me senza portarmi rancore. Gli altri mi hanno fatto sentire il loro affetto. Uno sfogo del genere (Carlton se la prese in particolare con Righetti, ndr) in altre squadre sarebbe stato preso in maniera ben diversa».
Dicevamo della partita. Pareggiato il conto, la Virtus non ha più mollato l’osso. Poco importa se Boniciolli, il coach della Fortitudo che quest’anno vive in modo diverso rispetto ai fasti del passato, ha trovato un ottimo Mancinelli ma non un devastante Pozzecco («con lui stiamo cercando una sintonia», le parole del tecnico). Roma, tornata sul parquet per il secondo tempo, ha preso il sopravvento, non ha sbagliato nulla, ha difeso all’arma bianca, ha dato spettacolo e dopo 4’33’ della ripresa s’è lanciata a +10 (54-44) con un contropiede di Myers. Il reparto dei lunghi della Skipper ha incontrato difficoltà, Skelin che è un grande pivot, ha cercato di tenere botta a Santiago ma è stato frenato dai falli; Kovacic non è stato preciso in attacco (2 su 10 dal campo). Bologna rassegnata, Roma scatenata, con Jenkins sempre attento mentre la gente in tribuna già ballava e festeggiava applaudendo Santiago che quando ha la palla in area non teme nessuno. Senza timori, la Virtus ha autentato il vantaggio (il massimo +14, 72-58) con Righetti, ieri bravo al di là dei 12 punti realizzati perché ha tirato giù anche 5 rimbalzi. E manca ancora il miglior Tonolli. Sull’altra sponda Basile non ha mai trovato la soluzione giusta, il Pozz sembrava giocare solo per se mentre Galanda ha tentato l’impossibile. Ultimo minuto tattico, falli per fermare il tempo ma il divario era davvero tanto. Roma in testa per una notte aspettando di sapere cosa farà la Benetton coinquilina del primo posto, oggi a Milano in attesa della sfida di domenica prossima a Reggio Calabria dove l’aspetta la rivelazione Viola.
Carlo Santi
Jenkins, che sta diventando un grande playmaker e non un mangiapalloni, non s’è tirato indietro, Myers ha continuato a francobollare Delfino, Tusek ha realizzato la bomba giusta, Carlton lo ha imitato un attimo dopo e poi un’altra tripla di Bonora, prezioso davvero Davide in questa squadra, ha impattato le due contendenti (30-30) al 15’.
Difesa, difesa, ancora difesa. «Il nostro problema non è l’attacco - ha spiegato un soddisfatto Myers - perché noi abbiamo talento. Se difendiamo così, come del resto avevamo fatto a Udine, non temiamo nessuno. No, non dobbiamo essere attaccanti-dipendenti. E poi non dimenticate che nella pallacanestro pivot e play sono i ruoli fondamentali: noi abbiamo gli uomini giusti e possiamo dominare». Leader in campo e fuori, Myers è il faro di questa Virtus che ha, non dimentichiamolo, in panchina un ottimo pilota, Piero Bucchi che sa infondere certezze al suo gruppo. «Siamo una squadra eccezionale - ha continuato il numero 10 - Dopo il mio sfogo per la sconfitta con Roseto tutti si sono stretti intorno a me senza portarmi rancore. Gli altri mi hanno fatto sentire il loro affetto. Uno sfogo del genere (Carlton se la prese in particolare con Righetti, ndr) in altre squadre sarebbe stato preso in maniera ben diversa».
Dicevamo della partita. Pareggiato il conto, la Virtus non ha più mollato l’osso. Poco importa se Boniciolli, il coach della Fortitudo che quest’anno vive in modo diverso rispetto ai fasti del passato, ha trovato un ottimo Mancinelli ma non un devastante Pozzecco («con lui stiamo cercando una sintonia», le parole del tecnico). Roma, tornata sul parquet per il secondo tempo, ha preso il sopravvento, non ha sbagliato nulla, ha difeso all’arma bianca, ha dato spettacolo e dopo 4’33’ della ripresa s’è lanciata a +10 (54-44) con un contropiede di Myers. Il reparto dei lunghi della Skipper ha incontrato difficoltà, Skelin che è un grande pivot, ha cercato di tenere botta a Santiago ma è stato frenato dai falli; Kovacic non è stato preciso in attacco (2 su 10 dal campo). Bologna rassegnata, Roma scatenata, con Jenkins sempre attento mentre la gente in tribuna già ballava e festeggiava applaudendo Santiago che quando ha la palla in area non teme nessuno. Senza timori, la Virtus ha autentato il vantaggio (il massimo +14, 72-58) con Righetti, ieri bravo al di là dei 12 punti realizzati perché ha tirato giù anche 5 rimbalzi. E manca ancora il miglior Tonolli. Sull’altra sponda Basile non ha mai trovato la soluzione giusta, il Pozz sembrava giocare solo per se mentre Galanda ha tentato l’impossibile. Ultimo minuto tattico, falli per fermare il tempo ma il divario era davvero tanto. Roma in testa per una notte aspettando di sapere cosa farà la Benetton coinquilina del primo posto, oggi a Milano in attesa della sfida di domenica prossima a Reggio Calabria dove l’aspetta la rivelazione Viola.
Carlo Santi