LIVORNO. Nella domenica degli ex c'è un tabù da sfatare. É quello che ha visto Livorno soccombere sette volte su sette nelle sfide in terra triestina. L'ultima risale al gennaio scorso, ricordate? Partita in mano per 35', poi una flessione terribile, la Coop Nordest brava e maledettamente fortunata a recuperare 10 punti negli ultimi giri di lancetta, di riagganciare la Mabo con una bomba impossibile di Erbert Johnson, Livorno capace di sbagliare per due volte il canestro della vittoria dalla mattonella di Barlow e poi con Papi Turgeman, ad un passo dall'area, e ancora il supplementare, e la beffa, atroce. Ma la lista è lunga. Perchè gli scontri memorabili con i biancorossi giuliani risalgono a quattro stagioni fa, la serie finale per la promozione in A1, decisa con la puntualità di un treno dal fattore campo, 3-2 per Trieste, che non riuscì mai ad espugnare via Allende, ma che al Chiarbola lasciò di stucco la band livornese. Anche allora sulla panchina amaranto c'era Luca Banchi e anche allora su quella triestina c'era Cesare Pancotto che è il coach più vincente, addirittura anche dello slavo Boscia Tanjevic, nella lunga storia del basket giuliano.
Stasera alle 18.15 la Mabo scende nell'arena vellutata del PalaTrieste per vendicare tutti questi smacchi. Sarà un'impresa ancora più difficile, perchè Livorno ha il volto pieno di cerotti, con Keith Mc Leod ancora seduto a bordo campo in compagnia delle sue stampelle luccicanti, con Cotani che solo stamani saprà se scendere sul parquet o guardarsi la partita col biglietto di tribuna, ma che se anche dovesse farcela viaggerà a trazione limitata, considerato che in settimana si è allenato una volta appena e la caviglia continua a fargli male, con Mutavdzic che sta meglio, ma la forma migliore l'ha lasciata a casa prima di imbarcarsi sul pullman. Sul fronte opposto la Trieste di oggi, checchè ne dica Pancotto, sembra più solida, più forte addirittura di quella che l'anno scorso finì per sedersi sulla settima poltrona. Ha steso la Skipper, ha asfaltato Varese, ha espugnato Fabriano. É seconda con Milano e Siena, dietro alla Benetton. Mica poco.
«Vincere a Trieste sarà proibitivo», avverte Banchi, ed ha ragione. Meglio evitare di montarsi la testa dopo la cavalcata su Biella e poi magari cadere in depressione. Quello che oggi la Mabo dovrà fare, sarà giocare la sua pallacanestro, fatta di difesa, tanta difesa per quaranta minuti, attenzione in attacco in modo da evitare le 24 palle regalate nelle mani bucate della Lauretana, che concesse a Trieste potrebbero essere mortifere. E poi sfruttare tutte le soluzioni offensive che ha, cominciando a servire Mutavdzic in pivot basso in modo da sfruttare gli spazi creati dall'orso bianco per far giocare più libero Elliott e gli altri esterni. La chiave tuttavia sarà soprattutto la difesa, che dovrà funzionare come un orologio. La Mabo avrà dalla sua la tranquillità di chi deve solo evitare tonfi pesanti come accaduto ad Avellino, Trieste invece non potrà fallire, per non dilapidare quanto di buono scritto finora. É un punto di forza che andrà sfruttato.
Giulio Corsi
Stasera alle 18.15 la Mabo scende nell'arena vellutata del PalaTrieste per vendicare tutti questi smacchi. Sarà un'impresa ancora più difficile, perchè Livorno ha il volto pieno di cerotti, con Keith Mc Leod ancora seduto a bordo campo in compagnia delle sue stampelle luccicanti, con Cotani che solo stamani saprà se scendere sul parquet o guardarsi la partita col biglietto di tribuna, ma che se anche dovesse farcela viaggerà a trazione limitata, considerato che in settimana si è allenato una volta appena e la caviglia continua a fargli male, con Mutavdzic che sta meglio, ma la forma migliore l'ha lasciata a casa prima di imbarcarsi sul pullman. Sul fronte opposto la Trieste di oggi, checchè ne dica Pancotto, sembra più solida, più forte addirittura di quella che l'anno scorso finì per sedersi sulla settima poltrona. Ha steso la Skipper, ha asfaltato Varese, ha espugnato Fabriano. É seconda con Milano e Siena, dietro alla Benetton. Mica poco.
«Vincere a Trieste sarà proibitivo», avverte Banchi, ed ha ragione. Meglio evitare di montarsi la testa dopo la cavalcata su Biella e poi magari cadere in depressione. Quello che oggi la Mabo dovrà fare, sarà giocare la sua pallacanestro, fatta di difesa, tanta difesa per quaranta minuti, attenzione in attacco in modo da evitare le 24 palle regalate nelle mani bucate della Lauretana, che concesse a Trieste potrebbero essere mortifere. E poi sfruttare tutte le soluzioni offensive che ha, cominciando a servire Mutavdzic in pivot basso in modo da sfruttare gli spazi creati dall'orso bianco per far giocare più libero Elliott e gli altri esterni. La chiave tuttavia sarà soprattutto la difesa, che dovrà funzionare come un orologio. La Mabo avrà dalla sua la tranquillità di chi deve solo evitare tonfi pesanti come accaduto ad Avellino, Trieste invece non potrà fallire, per non dilapidare quanto di buono scritto finora. É un punto di forza che andrà sfruttato.
Giulio Corsi