MILANO. A Milano Treviso supera anche il quinto ostacolo, il settimo se si considera la Supercoppa italiana e la gara di Eurolega di giovedì sera, della stagione. Dei sette, quello di ieri sera al Palalido è stato indubbiamente il più impervio da scalare. Alla fine, aver ottenuto la quinta vittoria consecutiva in condizioni ambientali difficilissime, va a grande merito dei campioni. E, vista la prestazione, non è da escludere che la Benetton riesca a ripetere le undici vittorie iniziali consecutive ottenute l'anno scorso.
Alla fine del primo tempo (+ 15 per Treviso, autore, tra il 10' e il 20', di un terrificante parziale di 30-16), nemmeno il più sfegatato dei tifosi dell'Olimpia Milano, per la prima volta con le casacche sponsorizzate... Scopa Pippo (mah), avrebbe osato sperare in un arrivo al fotofinish. Anche Dan Peterson, che di pallacanestro se ne intende davvero, alla fine del primo tempo aveva predetto un facile successo del gruppo di Ettore Messina. Mai previsione, invece, si è rivelata più fallace. Negli ultimi dieci minuti i biancoverdi hanno dilapidato un vantaggio di 16 punti, maturato al 30' (al 24' era addirittura di 19). A un certo punto è parso di vedere la gara dell'anno scorso, proprio a Milano. Quando, con una squadra decisamente più debole di quella guidata ora da Attilio Caja, Pittis e soci si fecero uccellare, dopo aver avuto anche 13 punti di vantaggio, dai biancorossi, esaltati da quel satanasso di «sweet» Lou Bullock, autore, in quella sera di marzo, di 38 punti. Stavolta, invece, il fantasma dei «colori uniti» si è materializzato in un ragazzo di 28 anni, tale Manuel Vanuzzo, nato a Fiesso D'Artico, in provincia di Venezia, che, proprio a Treviso, iniziò a muovere i suoi primi passi da cestista. E con la Benetton Vanuzzo vinse anche uno scudetto juniores assieme a Denis Marconato. Come spesso accade, l'ex di turno stava facendo pagare caro alla sua vecchia società il fatto di averlo lasciato andare. E la vendetta si sarebbe potuta anche materializzare, se il giovanotto della Riviera del Brenta non avesse mandato sul ferro, dopo aver realizzato 11 punti in un amen, la tripla del 95-95 a soli 4 secondi e 17 centesimi dal suono della sirena. In quel preciso istante Pittis, nella bolgia dell'area, ha, prima, preso il rimbalzo, ma la sfera gli è scivolata come una saponetta sul fondo. Palla ancora in mano alla Pippo: Edney commette il suo quinto fallo, a 89 centesimi dalla conclusione, sul castellano Coldebella. L'ex play dell'Aek Atene va sulla lunetta a 89 centesimi dalla conclusione. Claudio realizza il primo personale del 93-95, sbaglia volutamente il secondo, sperando in un rimbalzo di un compagno, ma Garbajosa, da grande lottatore, si avventa sulla palla che consegna i due punti ai campioni d'Italia.
Questa è la cronaca del palpitante finale, ma la Benetton, se è riuscita a passare su un parquet difficile come quello del Palalido, deve ringraziare un grandissimo Max Bulleri. Il play di Cecina ha tenuto letteralmente in piedi la sua squadra con 7 punti, di cui una bomba, realizzati negli ultimi 90 secondi, quelli nei quali i padroni di casa hanno gettato sul parquet tutte le loro energie per infliggere la prima sconfitta ai tricolori. Alla fine «Bullo», top-scorer della Benetton, totalizzerà 21 punti con il 67% dal campo, a testimonianza della sua grande crescita, iniziata già nella stagione precedente alla corte di Mike D'Antoni.
L'eventuale sconfitta avrebbe fatto dimenticare una grande prestazione del collettivo, con una grande difesa, stupende geometrie di gioco esaltate da Edney e Langdon e anche dalla concretezza di Marconato. Uno strapotere al quale, per trequarti di gara, si è opposto solo il vicecampione del mondo, l'argentino Sconochini, miglior marcatore della sfida con 24 punti.
Davide Vatrella
Alla fine del primo tempo (+ 15 per Treviso, autore, tra il 10' e il 20', di un terrificante parziale di 30-16), nemmeno il più sfegatato dei tifosi dell'Olimpia Milano, per la prima volta con le casacche sponsorizzate... Scopa Pippo (mah), avrebbe osato sperare in un arrivo al fotofinish. Anche Dan Peterson, che di pallacanestro se ne intende davvero, alla fine del primo tempo aveva predetto un facile successo del gruppo di Ettore Messina. Mai previsione, invece, si è rivelata più fallace. Negli ultimi dieci minuti i biancoverdi hanno dilapidato un vantaggio di 16 punti, maturato al 30' (al 24' era addirittura di 19). A un certo punto è parso di vedere la gara dell'anno scorso, proprio a Milano. Quando, con una squadra decisamente più debole di quella guidata ora da Attilio Caja, Pittis e soci si fecero uccellare, dopo aver avuto anche 13 punti di vantaggio, dai biancorossi, esaltati da quel satanasso di «sweet» Lou Bullock, autore, in quella sera di marzo, di 38 punti. Stavolta, invece, il fantasma dei «colori uniti» si è materializzato in un ragazzo di 28 anni, tale Manuel Vanuzzo, nato a Fiesso D'Artico, in provincia di Venezia, che, proprio a Treviso, iniziò a muovere i suoi primi passi da cestista. E con la Benetton Vanuzzo vinse anche uno scudetto juniores assieme a Denis Marconato. Come spesso accade, l'ex di turno stava facendo pagare caro alla sua vecchia società il fatto di averlo lasciato andare. E la vendetta si sarebbe potuta anche materializzare, se il giovanotto della Riviera del Brenta non avesse mandato sul ferro, dopo aver realizzato 11 punti in un amen, la tripla del 95-95 a soli 4 secondi e 17 centesimi dal suono della sirena. In quel preciso istante Pittis, nella bolgia dell'area, ha, prima, preso il rimbalzo, ma la sfera gli è scivolata come una saponetta sul fondo. Palla ancora in mano alla Pippo: Edney commette il suo quinto fallo, a 89 centesimi dalla conclusione, sul castellano Coldebella. L'ex play dell'Aek Atene va sulla lunetta a 89 centesimi dalla conclusione. Claudio realizza il primo personale del 93-95, sbaglia volutamente il secondo, sperando in un rimbalzo di un compagno, ma Garbajosa, da grande lottatore, si avventa sulla palla che consegna i due punti ai campioni d'Italia.
Questa è la cronaca del palpitante finale, ma la Benetton, se è riuscita a passare su un parquet difficile come quello del Palalido, deve ringraziare un grandissimo Max Bulleri. Il play di Cecina ha tenuto letteralmente in piedi la sua squadra con 7 punti, di cui una bomba, realizzati negli ultimi 90 secondi, quelli nei quali i padroni di casa hanno gettato sul parquet tutte le loro energie per infliggere la prima sconfitta ai tricolori. Alla fine «Bullo», top-scorer della Benetton, totalizzerà 21 punti con il 67% dal campo, a testimonianza della sua grande crescita, iniziata già nella stagione precedente alla corte di Mike D'Antoni.
L'eventuale sconfitta avrebbe fatto dimenticare una grande prestazione del collettivo, con una grande difesa, stupende geometrie di gioco esaltate da Edney e Langdon e anche dalla concretezza di Marconato. Uno strapotere al quale, per trequarti di gara, si è opposto solo il vicecampione del mondo, l'argentino Sconochini, miglior marcatore della sfida con 24 punti.
Davide Vatrella
