TRIESTE «Nel calcio si chiama zona Cesarini, nella pallacanestro zona Cesarone. Sta a significare la capacità di rovesciare il risultato negli ultimi minuti di gara. Il football ha mutuato il suo nome da un giocatore, il basket da un allenatore che di cognome fa Pancotto». Starà scritto così fra qualche anno su un manuale dello sport.
Anche contro Livorno, come con Varese e Fabriano, la Pallacanestro Trieste ha servito la vendetta fredda. Anche ieri è partita a handicap nel rush finale: 57-62 dopo un fulminante contropiede di Parente con soli 8’52” da giocare. Luca Banchi era alle stelle, i suoi giovani italiani sembravano avere un serbatoio di fiato molto più capiente. Sul parquet ha giostrato a sprazzi addirittura un quintetto tutto tricolore: Parente, play di 24 anni, Sambugaro guardia non più giovane, ma poi Cotani, ala, 21 anni, Santarossa, ala, 24 anni e Garri ala-pivot, 20 anni. Ce n’è abbastanza per stare tranquilli per il prossimo decennio a Livorno che oltretutto ha fuori per infortunio il lungo americano McLeod. Anche gli unici due stranieri presenti in squadra, lo statunitense Elliott e il serbo Mutavdzic, sono riusciti a trovare varchi non indifferenti nella retroguardia biancorossa.
Trieste però ancora una volta nel corso di 40 minuti ha saputo completare un ciclo di reincarnazioni e con pazienza buddista è stata capace di attendere il momento opportuno per elevarsi, guidata, stavolta più energeticamente che con il concorso di punti, dallo «yogi» Ivo Maric. A far finalmente sentire tutto il proprio peso, dopo una buona pre-season, ma un inizio di campionato un po’ in sordina, è stato stavolta l’altro croato Sinisa Kelecevic, autore di una doppia doppia eccezionale: 19 punti e 13 rimbalzi.
Dopo un fallo in attacco (il quarto personale) e una palla buttata via da Casoli, Trieste ha toccato il fondo della propria gara con 5 punti da recuperare e nemmeno 8 minuti da giocare. E’ stato allora il momento del Kelecevic show: canestro segnato, fallo subito e successivo libero realizzato, poi, dopo una risposta interlocutoria di Garri, fragorosa bomba, quindi conclusione vincente di un contropiede ben lanciato da Sy, ancora fallo subito e libero trasformato. Così, nel giro esattamente di 2’ e 53”, i padroni di casa hanno rovesciato la gara, passando dal 57-62 al 65-64. In questo modo però Trieste si è appena assestata sulla rampa di lancio. Podestà ha rimpinguato il bottino con un clamoroso semigancio, Roberson ha insaccato un libero e poi Erdmann un altro: 70-64 con parziale di 13-2 e, a 4’14” dalla sirena, partita se non chiusa, quasi.
Sambugaro in realtà ha riportato a due soli punti i toscani sul 74-72 con 92” da giocare, ma Podestà e Maric sono stati infallibili dalla lunetta al contrario di quanto era successo nel resto della gara ai biancorossi, non troppo precisi nei tiri liberi (15 su 22) e prodighi di palle perse, ben 23, sinonimi di concentrazione non perfetta. Frutto forse della spavalderia seguita a un avvio pieno di fuochi d’artificio con le bombe di Roberson e Erdmann e le schiacciate di Podestà che hanno portato Trieste sul 19-9 mentre Banchi persisteva nel tenere i suoi in una incredibile zonaccia 1-2-2. Appena i livornesi hanno cambiato difesa, hanno lanciato e coronato una rimonta ben presto culminata con il sorpasso sul 25-27 dopo 13’ dall’inizio.
Ne è seguita una lunga fase di gara combattuta, equilibrata, ma a tratti anche brutta. Trieste, stavolta anche grazie a un predominio conquistato ai rimbalzi, è riuscita ad appoggiarsi sul fondo e a darsi la spinta per riemergere. Ora veleggia al secondo posto in classifica dietro alla Benetton e con sole tre compagne di viaggio: Siena, Roma e Reggio Calabria. E domani al PalaTrieste contro il Colonia si apre anche il capitolo Europa. Dite se questa non è magia...
Silvio Maranzana
Anche contro Livorno, come con Varese e Fabriano, la Pallacanestro Trieste ha servito la vendetta fredda. Anche ieri è partita a handicap nel rush finale: 57-62 dopo un fulminante contropiede di Parente con soli 8’52” da giocare. Luca Banchi era alle stelle, i suoi giovani italiani sembravano avere un serbatoio di fiato molto più capiente. Sul parquet ha giostrato a sprazzi addirittura un quintetto tutto tricolore: Parente, play di 24 anni, Sambugaro guardia non più giovane, ma poi Cotani, ala, 21 anni, Santarossa, ala, 24 anni e Garri ala-pivot, 20 anni. Ce n’è abbastanza per stare tranquilli per il prossimo decennio a Livorno che oltretutto ha fuori per infortunio il lungo americano McLeod. Anche gli unici due stranieri presenti in squadra, lo statunitense Elliott e il serbo Mutavdzic, sono riusciti a trovare varchi non indifferenti nella retroguardia biancorossa.
Trieste però ancora una volta nel corso di 40 minuti ha saputo completare un ciclo di reincarnazioni e con pazienza buddista è stata capace di attendere il momento opportuno per elevarsi, guidata, stavolta più energeticamente che con il concorso di punti, dallo «yogi» Ivo Maric. A far finalmente sentire tutto il proprio peso, dopo una buona pre-season, ma un inizio di campionato un po’ in sordina, è stato stavolta l’altro croato Sinisa Kelecevic, autore di una doppia doppia eccezionale: 19 punti e 13 rimbalzi.
Dopo un fallo in attacco (il quarto personale) e una palla buttata via da Casoli, Trieste ha toccato il fondo della propria gara con 5 punti da recuperare e nemmeno 8 minuti da giocare. E’ stato allora il momento del Kelecevic show: canestro segnato, fallo subito e successivo libero realizzato, poi, dopo una risposta interlocutoria di Garri, fragorosa bomba, quindi conclusione vincente di un contropiede ben lanciato da Sy, ancora fallo subito e libero trasformato. Così, nel giro esattamente di 2’ e 53”, i padroni di casa hanno rovesciato la gara, passando dal 57-62 al 65-64. In questo modo però Trieste si è appena assestata sulla rampa di lancio. Podestà ha rimpinguato il bottino con un clamoroso semigancio, Roberson ha insaccato un libero e poi Erdmann un altro: 70-64 con parziale di 13-2 e, a 4’14” dalla sirena, partita se non chiusa, quasi.
Sambugaro in realtà ha riportato a due soli punti i toscani sul 74-72 con 92” da giocare, ma Podestà e Maric sono stati infallibili dalla lunetta al contrario di quanto era successo nel resto della gara ai biancorossi, non troppo precisi nei tiri liberi (15 su 22) e prodighi di palle perse, ben 23, sinonimi di concentrazione non perfetta. Frutto forse della spavalderia seguita a un avvio pieno di fuochi d’artificio con le bombe di Roberson e Erdmann e le schiacciate di Podestà che hanno portato Trieste sul 19-9 mentre Banchi persisteva nel tenere i suoi in una incredibile zonaccia 1-2-2. Appena i livornesi hanno cambiato difesa, hanno lanciato e coronato una rimonta ben presto culminata con il sorpasso sul 25-27 dopo 13’ dall’inizio.
Ne è seguita una lunga fase di gara combattuta, equilibrata, ma a tratti anche brutta. Trieste, stavolta anche grazie a un predominio conquistato ai rimbalzi, è riuscita ad appoggiarsi sul fondo e a darsi la spinta per riemergere. Ora veleggia al secondo posto in classifica dietro alla Benetton e con sole tre compagne di viaggio: Siena, Roma e Reggio Calabria. E domani al PalaTrieste contro il Colonia si apre anche il capitolo Europa. Dite se questa non è magia...
Silvio Maranzana