METIS VARESE: Knezevic, La Rue 13, Gorenc 17, Vescovi 8, Mc Cormack 2, Meneghin 19, Zanus Forte 5, Osella 4, Scott 12, Marin. All. Beugnot.
OREGON CANTÙ: Damiao 2, Fazzi, Hines 19, Mc Cullough 21, Jonzen 8, Gay, Jones 6, Thornton 14, Riva, Stonerook. All. Sacripanti.
Arbitri: Grossi, Ramilli e Vianello.
Note: parziali 19-12, 40-34, 59-50. Tiri liberi: Metis 15/21, Oregon 19/24.
VARESE — Affonda l'Oregon contro una Metis scatenata. Cantù è troppo piccola e sfilacciata per una Varese forte, intelligente, determinata e dal cuore grande. Vescovi e soci dominano il derby dall'inizio alla fine e conquistano una vittoria strameritata. Che per gli ospiti non ci fossero molte possibilità di uscire senza danni dal 'Palaignis' è una sensazione comune dopo il primo quarto. A Varese riesce tutto facile, a Cantù no. I brianzoli sono macchinosi e si avvitano su se stessi. Nel primo tempo la Metis costruisce una manovra fluida: l'asse La Rue-Scott è solido e una garanzia di sicurezza; Vescovi, Meneghin e Gorenc sono ali sempre pronte a trafiggere la retroguardia biancoblu. In più i padroni di casa erigono una difesa aggressiva e molto fisica. Un muro contro l'Oregon va a sbattere la faccia. Ai brianzoli manca velocità, concretezza e precisione al tiro: il 28% da tre e il 41% da due sono la fotografia di una domenica da dimenticare.
La Metis è di ben altra pasta, grazie a un impianto di gioco più razionale, a un'organizzazione semplice e lineare, con Scott dominatore dell'area con 13 rimbalzi catturati e 12 punti. Nel terzo quarto Varese mette la freccia e scava il fossato: Cantù si inabissa. Come in un film dell'orrore l'Oregon commette una sequenza di errori nelle conclusioni che fa infuriare Sacripanti e fa volare la Metis. Stonerook un fantasma, Jonzen inconsistente, Mc Cullough e Hines troppo soli. L'Oregon gioca senza continuità, con eccessivi alti e bassi per poter reggere il confronto con una Metis compatta, quadrata e che si esalta in contropiede.
Cantù vive solo sulle invenzioni dei singoli, il gioco di squadra in attacco e in difesa non c'è. Ogni volta che gli ospiti si rifanno sotto, Varese stringe i bulloni della difesa e ricaccia Cantù all'inferno. La Metis esce da questo derby con la certezza di una squadra vera e solida. Cantù invece guarda al futuro e vede che la strada è lunga e in salita.
Paolo Marelli
OREGON CANTÙ: Damiao 2, Fazzi, Hines 19, Mc Cullough 21, Jonzen 8, Gay, Jones 6, Thornton 14, Riva, Stonerook. All. Sacripanti.
Arbitri: Grossi, Ramilli e Vianello.
Note: parziali 19-12, 40-34, 59-50. Tiri liberi: Metis 15/21, Oregon 19/24.
VARESE — Affonda l'Oregon contro una Metis scatenata. Cantù è troppo piccola e sfilacciata per una Varese forte, intelligente, determinata e dal cuore grande. Vescovi e soci dominano il derby dall'inizio alla fine e conquistano una vittoria strameritata. Che per gli ospiti non ci fossero molte possibilità di uscire senza danni dal 'Palaignis' è una sensazione comune dopo il primo quarto. A Varese riesce tutto facile, a Cantù no. I brianzoli sono macchinosi e si avvitano su se stessi. Nel primo tempo la Metis costruisce una manovra fluida: l'asse La Rue-Scott è solido e una garanzia di sicurezza; Vescovi, Meneghin e Gorenc sono ali sempre pronte a trafiggere la retroguardia biancoblu. In più i padroni di casa erigono una difesa aggressiva e molto fisica. Un muro contro l'Oregon va a sbattere la faccia. Ai brianzoli manca velocità, concretezza e precisione al tiro: il 28% da tre e il 41% da due sono la fotografia di una domenica da dimenticare.
La Metis è di ben altra pasta, grazie a un impianto di gioco più razionale, a un'organizzazione semplice e lineare, con Scott dominatore dell'area con 13 rimbalzi catturati e 12 punti. Nel terzo quarto Varese mette la freccia e scava il fossato: Cantù si inabissa. Come in un film dell'orrore l'Oregon commette una sequenza di errori nelle conclusioni che fa infuriare Sacripanti e fa volare la Metis. Stonerook un fantasma, Jonzen inconsistente, Mc Cullough e Hines troppo soli. L'Oregon gioca senza continuità, con eccessivi alti e bassi per poter reggere il confronto con una Metis compatta, quadrata e che si esalta in contropiede.
Cantù vive solo sulle invenzioni dei singoli, il gioco di squadra in attacco e in difesa non c'è. Ogni volta che gli ospiti si rifanno sotto, Varese stringe i bulloni della difesa e ricaccia Cantù all'inferno. La Metis esce da questo derby con la certezza di una squadra vera e solida. Cantù invece guarda al futuro e vede che la strada è lunga e in salita.
Paolo Marelli