Con il fiato sospeso. Così Napoli ha vinto il derby con Avellino e ricacciato indietro lo spettro della crisi profonda. Bellissima, come sempre succede quando s'incontrano queste due squadre, la partita. Una sfida intensa resa ancora più palpitante dai cori e dagli incitamenti dei tifosi delle opposte fazioni iera sera al Palablu.
Più verde che azzurro, l'avvio della gara. Al canestro iniziale di Dontae' Jones, l'Air replica immediatamente con una tripla di Corrales che dispensa baci all'indirizzo della tribuna. Napoli per un pò deve inseguire poi, dopo una «bomba» di Penberthy, passa a condurre sfruttando la vena di un Greer ispirato come ci si attende da uno come lui. E' tutto merito dell'americano il parziale di 9-0 con cui la Pompea comincia a prendere confidenza con la partita. Avellino, che al 9' è sotto di 8 punti (26-18), trova punti preziosi dalle mani del «muratore» (come lo hanno ribattezzato i tifosi in Italia) Ante Grgurevic (miglior rimbalzista del campionato), dello spagnolo Corrales e del greco Koutsopoulos. Molto meno redditizio, invece, il contributo di Bracey (-4 di valutazione al riposo) marcato in maniera impeccabile da Clack. Al 12' le due squadre sono di nuovo in parità (26-26), ma sul finire della seconda frazione Napoli comincia a premere sull'acceleratore. Prende fiato Greer (16 punti in 18'), la Pompea trova comunque il modo d'allungare sfruttando i centri di Rajola, Clack ed Andersen. Il margine di vantaggio dei partenopei comincia ad assumere proporzioni interessanti al 24' (48-39) con una punta massima di + 11 per la squadra di Mazzon dopo 27'55” (56-47). Sembra l'inizio di una strada in discesa, per Napoli. Ma ci pensa nonno Middleton, però, a riportare tutti con i piedi per terra. Due triple del 37enne americano con passaporto italiano (tra l'altro un ex a Pozzuoli) ed una allo scadere del terzo tempo di Anthony Giovacchini riaprono prepotentemente l'incontro (58 - 55) rendendo incandenscenti, sia sul parquet che sugli spalti (con tanto di litigio fra il presidente Maione e il consulente dell'Air Menotti Sanfilippo), gli ultimi 10'. Esplode, la tribuna riservata agli ospiti, quando Bracey (32'30”) trova il primo canestro su azione (una tripla) e porta l'Air in vantaggio (58-60). Immediata, rabbiosa, anche cattiva la risposta di Napoli che centra la settima «bomba» con Greer, poi brucia ancora la retina con Andersen che conquista anche fallo (64-60).
E' solo l'inizio della fase più emozionante e palpitante del match. Bracey, nullo fino a questo punto, piazza altri due micidiali diretti al mento della Pompea (64-66) e costringe Mazzon a cambiare marcatura affidando l'irlandese a Greer. Intensissimi i secondi finali del derby. Clack riporta Napoli avanti (73-71), Corrales (a 1'28” dalla fine) la ricaccia indietro (73-74). Poi Rajola, come al solito, ci mette punti e cuore (75-74) e Grgurevic, il positivissimo Grgurevic, il fallo in attacco che fa pendere l'ago della bilancia dalla parte della Pompea.
Carlo Carione
Più verde che azzurro, l'avvio della gara. Al canestro iniziale di Dontae' Jones, l'Air replica immediatamente con una tripla di Corrales che dispensa baci all'indirizzo della tribuna. Napoli per un pò deve inseguire poi, dopo una «bomba» di Penberthy, passa a condurre sfruttando la vena di un Greer ispirato come ci si attende da uno come lui. E' tutto merito dell'americano il parziale di 9-0 con cui la Pompea comincia a prendere confidenza con la partita. Avellino, che al 9' è sotto di 8 punti (26-18), trova punti preziosi dalle mani del «muratore» (come lo hanno ribattezzato i tifosi in Italia) Ante Grgurevic (miglior rimbalzista del campionato), dello spagnolo Corrales e del greco Koutsopoulos. Molto meno redditizio, invece, il contributo di Bracey (-4 di valutazione al riposo) marcato in maniera impeccabile da Clack. Al 12' le due squadre sono di nuovo in parità (26-26), ma sul finire della seconda frazione Napoli comincia a premere sull'acceleratore. Prende fiato Greer (16 punti in 18'), la Pompea trova comunque il modo d'allungare sfruttando i centri di Rajola, Clack ed Andersen. Il margine di vantaggio dei partenopei comincia ad assumere proporzioni interessanti al 24' (48-39) con una punta massima di + 11 per la squadra di Mazzon dopo 27'55” (56-47). Sembra l'inizio di una strada in discesa, per Napoli. Ma ci pensa nonno Middleton, però, a riportare tutti con i piedi per terra. Due triple del 37enne americano con passaporto italiano (tra l'altro un ex a Pozzuoli) ed una allo scadere del terzo tempo di Anthony Giovacchini riaprono prepotentemente l'incontro (58 - 55) rendendo incandenscenti, sia sul parquet che sugli spalti (con tanto di litigio fra il presidente Maione e il consulente dell'Air Menotti Sanfilippo), gli ultimi 10'. Esplode, la tribuna riservata agli ospiti, quando Bracey (32'30”) trova il primo canestro su azione (una tripla) e porta l'Air in vantaggio (58-60). Immediata, rabbiosa, anche cattiva la risposta di Napoli che centra la settima «bomba» con Greer, poi brucia ancora la retina con Andersen che conquista anche fallo (64-60).
E' solo l'inizio della fase più emozionante e palpitante del match. Bracey, nullo fino a questo punto, piazza altri due micidiali diretti al mento della Pompea (64-66) e costringe Mazzon a cambiare marcatura affidando l'irlandese a Greer. Intensissimi i secondi finali del derby. Clack riporta Napoli avanti (73-71), Corrales (a 1'28” dalla fine) la ricaccia indietro (73-74). Poi Rajola, come al solito, ci mette punti e cuore (75-74) e Grgurevic, il positivissimo Grgurevic, il fallo in attacco che fa pendere l'ago della bilancia dalla parte della Pompea.
Carlo Carione