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Sarà un Fabriano savio o pazzo?

Stasera in trasferta a Cantù alle 20.30

FABRIANO — E via verso Cantù, come in una giostra impazzita. Impazzita perchè solo un calendario elettrico poteva permettere al Fabriano Banca Marche di dominare la Scavolini e tre giorni dopo, sullo stesso parquet amico, concedere alla «cenerentola» Fillattice i due punti che allungano il filo della speranza salvezza. Ma, appunto, non è finita.
E' solo cominciata. Perchè la settimana senza sosta, prosegue stasera (ore 20,30, arbitri Corrias e Taurino, diretta su Rc1) con la visita all'Oregon terza della classe e si chiuderà – finalmente - domenica nell'impegno casalingo con la Viola Reggio Calabria.
Pivot a casa. Bonsignori e Washington non sono saliti ieri pomeriggio sul pullman che ha portato la squadra in Lombardia. I due centri infortunati – che sono mancati e non poco martedì con Imola... – resteranno a Fabriano a lavorare con il preparatore atletico Franco Rosei e attenderanno buone nuove dai compagni di squadra. «Spero di recuperarne almeno uno per domenica» spiega Lasi, anche se soltanto nel fine settimana si potrà sapere qualcosa di più certo. «Di sicuro non poteva capitarci momento peggiore per gli infortuni. Purtroppo proprio in questo periodo si gioca a ritmo frenetico e rischiamo di risentire non poco di certe defezioni. Lo fanno le grandi, figurarsi una formazione come la nostra. Basti ricordare che martedì sera abbiamo giocato, ieri pomeriggio è stato effettuato un allenamento di recupero e sùbito dopo siamo partiti per raggiungere Cantù... Comunque, meglio non pensarci e rimanere calmi. In fondo abbiamo conquistato la salvezza con un mese di anticipo e dobbiamo ripartire proprio dalla consapevolezza della nostra ottima stagione».
«Cari arbitri...». Ma oltre a quello riferito alle defezioni, Fabriano dovrà fronteggiare il problema delle scorie mentali. Potrebbero restarne parecchie dopo la «controprestazione» con Imola (al limite anche prevedibile, viste le condizioni fisiche e psicologiche del dopo-Scavolini) e quel finale contrassegnato dalle chiamate discusse e discutibili di Tullio e Borroni. In società fanno professione di signorilità senza uscire allo scoperto e lagnarsi pubblicamente, ma pare che qualche garbata rimostranza a chi di dovere sul filo della cornetta sia già arrivata dal vertice dirigenziale biancazzurro. «Non pensiamo più — spiega Lasi — e a questa partita e a quelle decisioni sugli episodi chiave (quarto e quinto fallo con tecnico a Thompson sul più 5 per i biancazzurri a 4' del termine, ndr) in ogni caso determinanti. Adesso c'è l'Oregon con tutte le sue qualità che l'hanno portata così in alto. Per reggere il loro passo, in queste condizioni di infermeria, servirà una grande partita».
E La Salle? Martedì è tornato in panca, anche stasera sarà tra i dieci. Ma La Salle Thompson quando rimetterà piecde in campo? «Per essere guarito è guarito», sottlinea Lasi. «Adesso, però, in cabina di regìa siamo in tanti e se Miclinton continua a giocare così bene come con Imola e Gattoni addirittura benissimo, non è facile trovare spazio sul parquet per tutti».
Alessandro Di Marco
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