TRIESTE - Negli occhi di Cesare Pancotto l’intensità di una partita che non ha regalato pause per 40’. Una sconfitta che brucia, arrivata sul filo della sirena, ma che lascia alle Generali la convinzione di poter recitare un ruolo importante in Europa.
«Abbiamo capito cosa vuol dire giocare in questo ’’campionato’’ che è la coppa Uleb – commenta il coach di Porto San Giorgio –. In Europa dobbiamo tenere presenti tre fattori imprescindibili: l’impatto iniziale, le percentuali di tiro e la difesa. Credo che l’aspetto psicologico sia stato fondamentale. Abbiamo sofferto all’inizio e il parziale negativo del primo quarto alla fine ci ha condizionati.
«Sulle percentuali di tiro direi che il dato che ci condanna è stato quello di non aver saputo sfruttare il maggior numero di conclusioni avute a disposizione nel corso della gara. In difesa abbiamo cominciato a mordere forse un po’ tardi, ma quando siamo riusciti a farlo abbiamo acquisito la fiducia per rientrare in corsa».
Una sconfitta arrivata sul filo di lana dopo una rimonta capolavoro. Dopo la bomba con cui Maric aveva operato il sorpasso, Trieste ha forse gestito male gli ultimi possessi.
«Volevamo un unico tiro, non il fallo commesso a 23’’ dalla fine. Abbiamo sbagliato ma sono comunque orgoglioso di quanto hanno saputo fare i giocatori».
Un piccolo rammarico anche per non aver saputo sfruttare i problemi di falli dei lunghi tedeschi.
«In attacco volevamo forzare il gioco sotto ma abbiamo avuto difficoltà perché ci hanno sporcato le linee di passaggio. Abbiamo subito troppo la loro fisicità non riuscendo a servire la palla dentro come volevamo».
Sull’altro lato della barricata il tecnico tedesco Baeck elogia le Generali. «Credo che Trieste sia un gran bel posto dove venire a giocare – il commento –. Un bel palazzetto, un pubblico molto caldo. Sono contento perché abbiamo giocato la partita che volevo. In difesa siamo riusciti a isolare Kelecevic non facendolo entrare in partita mentre abbiamo sofferto molto Erdmann, che si è dimostrato praticamente immarcabile.
«Offensivamente l’assenza di Arigbabu poteva rivelarsi importante. Qui mi preme sottolineare la buona partita di Kukic e Hammink, che hanno avuto più responsabilità del solito ma hanno fatto il loro dovere».
Lorenzo Gatto
«Abbiamo capito cosa vuol dire giocare in questo ’’campionato’’ che è la coppa Uleb – commenta il coach di Porto San Giorgio –. In Europa dobbiamo tenere presenti tre fattori imprescindibili: l’impatto iniziale, le percentuali di tiro e la difesa. Credo che l’aspetto psicologico sia stato fondamentale. Abbiamo sofferto all’inizio e il parziale negativo del primo quarto alla fine ci ha condizionati.
«Sulle percentuali di tiro direi che il dato che ci condanna è stato quello di non aver saputo sfruttare il maggior numero di conclusioni avute a disposizione nel corso della gara. In difesa abbiamo cominciato a mordere forse un po’ tardi, ma quando siamo riusciti a farlo abbiamo acquisito la fiducia per rientrare in corsa».
Una sconfitta arrivata sul filo di lana dopo una rimonta capolavoro. Dopo la bomba con cui Maric aveva operato il sorpasso, Trieste ha forse gestito male gli ultimi possessi.
«Volevamo un unico tiro, non il fallo commesso a 23’’ dalla fine. Abbiamo sbagliato ma sono comunque orgoglioso di quanto hanno saputo fare i giocatori».
Un piccolo rammarico anche per non aver saputo sfruttare i problemi di falli dei lunghi tedeschi.
«In attacco volevamo forzare il gioco sotto ma abbiamo avuto difficoltà perché ci hanno sporcato le linee di passaggio. Abbiamo subito troppo la loro fisicità non riuscendo a servire la palla dentro come volevamo».
Sull’altro lato della barricata il tecnico tedesco Baeck elogia le Generali. «Credo che Trieste sia un gran bel posto dove venire a giocare – il commento –. Un bel palazzetto, un pubblico molto caldo. Sono contento perché abbiamo giocato la partita che volevo. In difesa siamo riusciti a isolare Kelecevic non facendolo entrare in partita mentre abbiamo sofferto molto Erdmann, che si è dimostrato praticamente immarcabile.
«Offensivamente l’assenza di Arigbabu poteva rivelarsi importante. Qui mi preme sottolineare la buona partita di Kukic e Hammink, che hanno avuto più responsabilità del solito ma hanno fatto il loro dovere».
Lorenzo Gatto