MADRID - Muta alla meta, però un po´ meno nuda, la Virtus cerca di riprendersi stasera, a casa del Real, quel che ha lasciato all´Asvel. E´ ancora mezza, in attesa della sua piccola rivoluzione d´ottobre, però potrà avere il primo pezzo nuovo, per darsi una mano a cacciare i primi due punti. Dejan Koturovic ha fatto le visite ieri mattina, è stato tesserato nel pomeriggio ed ha inviato al mondo, via sito bianconero (unica zona franca del silenzio stampa), le sue prime parole virtussine. Ovviamente orgoglioso di essere qui, ha citato, fra i grandi, Danilovic, Savic e Jaric, nonché Tanjevic: se non s´era capito di che paese è. In serata, ha poi preso il volo per Madrid. Gli manca solo di esordire nel Pabellon, alle 20.30: non lo vedrete, perché non c´è tv, solo radio Lattemiele.
Essendo vicini, all´imbarco, e compagni di viaggio da una vita, ho parlato un po´ con Boscia, di Virtus e d´altro. Neanche mezza virgoletta, non sarò io a spezzare le regole della fortezza, anche perché molte idee sono condivise. Tre pezzi nuovi, due da quintetto e uno di immediata rincorsa, sarebbero un ribaltone grosso in una squadra fatta, figuriamoci in un cantiere ancora molto accidentato come il suo. Poi, va pur detto che Madrigali, che non è il presidente più popolare a Bologna, sta impiegando in questa ristrutturazione energie e denari. La Virtus com´era non funzionava, e non solo per gli infortuni, ma pure per le erronee aspettative riposte in qualche muro portante della prima costruzione. Raddrizzare non è mai facile, ma vada come vada uno sforzo c´è: se non altro, quello di ribellarsi all´andazzo. Koturovic è un pivot di caratura europea, anche se mai in squadre di primissima fascia (Parigi, Partizan, Ulker, Alba); un mese fa, compariva spesso in quintetto nella Jugoslavia campione del mondo. Dial arriva con buonissime referenze. E infine Scarone, che Siena dovrebbe mollare la prossima settimana, se sta bene, sa il mestiere.
Stasera però occorre ancora arrangiarsi e l´emergenza acuta quasi stride col ricordo. Il 21 marzo al Pabellon ripigliava la barra Messina, dopo il noto sconquasso, e pareva il mago della pioggia, sbancando 86-58 la Casa bianca facendone rintronare le gloriose volte di una cupa e lacerante corale: «Scariolo dimission». Ne fece 24 Smodis, oggi rimpiantissimo, in un congegno 3-4 che farebbe sbocciare anche Avleev, poi 21 Jaric e 15 Ginobili: tre che stasera non ci saranno. Né ci sarà Scariolo, che ha perso la panchina del Real: ripete che s´è preso l´anno sabbatico, tutti ripetono che, sull´autobus giusto, salirebbe al volo. Intanto non va alle partite del Real, dove l´aria dev´essere rimasta piuttosto bassa, dopo la sconfitta con il Siviglia. Vedremo stasera, il clima e il Real: probabilmente senza Tarlac. E vedremo la Virtus, con un pezzo in più, e con Sekularac che la società ha sdegnatamente smentito che si trovi sull´uscio. Fatti i conti, se in campionato possono giocare 4 extracomunitari, saremmo già a Avleev-Bell-Koturovic-Sekularac, aspettando Dial (e un po´ dopo Smodis). Chi va in tribuna ce lo diranno, mentre in coppa c´è solo il limite dei due Usa, e dunque rimarrebbe spazio utile per Mladen. Detto questo, stasera magari, fuori casa, sente meno pesi e vola come il vento.
Walter Fuochi
Essendo vicini, all´imbarco, e compagni di viaggio da una vita, ho parlato un po´ con Boscia, di Virtus e d´altro. Neanche mezza virgoletta, non sarò io a spezzare le regole della fortezza, anche perché molte idee sono condivise. Tre pezzi nuovi, due da quintetto e uno di immediata rincorsa, sarebbero un ribaltone grosso in una squadra fatta, figuriamoci in un cantiere ancora molto accidentato come il suo. Poi, va pur detto che Madrigali, che non è il presidente più popolare a Bologna, sta impiegando in questa ristrutturazione energie e denari. La Virtus com´era non funzionava, e non solo per gli infortuni, ma pure per le erronee aspettative riposte in qualche muro portante della prima costruzione. Raddrizzare non è mai facile, ma vada come vada uno sforzo c´è: se non altro, quello di ribellarsi all´andazzo. Koturovic è un pivot di caratura europea, anche se mai in squadre di primissima fascia (Parigi, Partizan, Ulker, Alba); un mese fa, compariva spesso in quintetto nella Jugoslavia campione del mondo. Dial arriva con buonissime referenze. E infine Scarone, che Siena dovrebbe mollare la prossima settimana, se sta bene, sa il mestiere.
Stasera però occorre ancora arrangiarsi e l´emergenza acuta quasi stride col ricordo. Il 21 marzo al Pabellon ripigliava la barra Messina, dopo il noto sconquasso, e pareva il mago della pioggia, sbancando 86-58 la Casa bianca facendone rintronare le gloriose volte di una cupa e lacerante corale: «Scariolo dimission». Ne fece 24 Smodis, oggi rimpiantissimo, in un congegno 3-4 che farebbe sbocciare anche Avleev, poi 21 Jaric e 15 Ginobili: tre che stasera non ci saranno. Né ci sarà Scariolo, che ha perso la panchina del Real: ripete che s´è preso l´anno sabbatico, tutti ripetono che, sull´autobus giusto, salirebbe al volo. Intanto non va alle partite del Real, dove l´aria dev´essere rimasta piuttosto bassa, dopo la sconfitta con il Siviglia. Vedremo stasera, il clima e il Real: probabilmente senza Tarlac. E vedremo la Virtus, con un pezzo in più, e con Sekularac che la società ha sdegnatamente smentito che si trovi sull´uscio. Fatti i conti, se in campionato possono giocare 4 extracomunitari, saremmo già a Avleev-Bell-Koturovic-Sekularac, aspettando Dial (e un po´ dopo Smodis). Chi va in tribuna ce lo diranno, mentre in coppa c´è solo il limite dei due Usa, e dunque rimarrebbe spazio utile per Mladen. Detto questo, stasera magari, fuori casa, sente meno pesi e vola come il vento.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica