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Cantù cerca continuità

La squadra di Sacripanti vuole sbloccarsi soprattutto in trasferta

CANTU’ – Momento negativo per la Oregon Scientific Cantù che in trasferta proprio non riesce a sbloccarsi. Come se non bastasse, domenica a Varese, battuta d’arresto personale anche per Shaun Stonerook che, come del resto molti suoi compagni, ha finora offerto prove alterne. Contro la Metis ha giocato forse la peggior partita di quest’anno concludendo la gara addirittura con zero punti ed un solo rimbalzo in 22’ di utilizzo.
Sicuramente troppo poco per uno come lui che ci aveva abituato a prestazioni di altro genere ed a giocate spettacolari come le schiacciate volanti immortalate su tutti i giornali.
Noi abbiamo provato a chiedere direttamente a lui cosa non è andato a Varese.
Shaun, cosa ci dici della tua prestazione contro la Metis?
“E’ stata terribile! Un rimbalzo, nessun punto, tre palle perse…Succede purtroppo. Penso sia stata la peggior partita della mia carriera. Non so realmente il perché, tutti abbiamo cercato di fare del nostro meglio ma io purtroppo non ci sono riuscito e spero di non ripetere più una prova così”.
Due partite vinte e tre perse fino ad ora. Quelle perse, tutte in trasferta. E’ solo un caso o soffrite giocare lontano dal PalaOregon?
“Secondo me non c’è differenza da dove giochiamo o con chi giochiamo. Adesso è importante riuscire a giocare un buon basket perché nelle partite che abbiamo perso non credo che la squadra sia riuscita ad esprimere tutto il proprio valore. Noi dobbiamo pensare a giocare nel nostro modo e non contro chi. Se vengono qui i Lakers o se viene qui una squadra di due categorie inferiori per noi non deve fare differenza. Bisogna cercare di giocare sempre con la stessa intensità, quella messa contro Siena tanto per intenderci. Non basta giocare 15-20 minuti di buon basket”.
Nelle prime cinque partite hai segnato solamente 5,8 punti di media. Hai cambiato il tuo modo di giocare rispetto all’anno scorso?
“No, e poi non credo che solo cinque partite possano essere sufficienti per dire come si sta giocando. Devono essere prese solo come indicazioni. Ad esempio con Siena penso di aver giocato bene eppure ho segnato solamente quattro punti. Bisogna valutare anche il lavoro in difesa ed a rimbalzo”.
Cos’è cambiato nel modo di giocare della Oregon rispetto alla scorsa stagione?
“La squadra non è molto diversa. Quattro dei cinque del quintetto sono gli stessi dell’anno scorso. Non ci sono più Todd, Ryan, Antonello e Luca ma sono arrivati Phill, Fred e Cristiano. Abbiamo bisogno di un po’ tempo ancora per esprimerci come lo scorso anno. Credo che cinque partite siano troppo poche per dire quali sono le differenze. Magari adesso vinciamo cinque partite di fila ed andiamo a sette vinte e tre perse. Aspettiamo…”.
Dopo il derby con Varese, quello con Milano. Cosa ti aspetti?
“Una partita eccitante. Noi non dovremo guardare troppo contro chi giocheremo. Pensiamo a noi stessi, giochiamo il nostro basket per 40’ ed alla fine guardiamo il tabellone. Intensità, concentrazione e ed impegno per 40’”.
Simone Giofrè
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