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Chris Porter promette... sfracelli

"Dateci, un po' di tempo"

FABRIANO — Per alcuni è solo un ultrà in campo, per altri un degno ex Nba che quando avrà aggiustato la manina bizzosa diventerà un mezzo «crack» per il nostro campionato. Di certo Chris Porter oggi come oggi rappresenta l'emblema di una Carifac che corre e diverte, salta e si «gasa», ma di vincere (quando il serbatoio si svuota e gli altri la mettono sulla tattica) non se ne parla… Cantiere aperto
Ma il 24enne di Fort Gaines, non più di due stagioni or sono protagonista in maglia Golden State tra i «pro» americani, non si scompone. «Non siamo ancora al top, questo è evidente», espone Porter. «Non so dire se siamo al cinquanta per cento o qualcosa in più. In ogni caso restiamo con gli 'work in progress' e fino a quando non completeremo il processo di assemblaggio non vedrete la vera Carifac. Ma il potenziale c'è e faremo di tutto per dimostrarlo». Tanti, insomma, gli aspetti da verificare. «Domenica scorsa ci siamo fatti sorprendere a rimbalzo, ma anche in difesa dobbiamo imparare a coordinare i movimenti e a lavorare come una squadra».
Un po' di pazienza
Il Porter attuale è da 12 punti e 5 rimbalzi di media, ma anche un «perimetrale» con proprietà balistiche (4/25 da tre punti) onestamente rivedibili. Non sarà, allora, che la sua energia e il suo atletismo facciano più comodo sotto canestro al fianco di Clark? «Giocare da 'tre' o da 'quattro' per me è la stessa identica cosa», taglia corto Chris. «So di non esprimermi ancora al meglio, ma molto dipende dall'operazione di 'incastro' di tanti nuovi elementi in squadra. Datemi, anzi dateci, un po' di tempo, poi ne riparleremo».
Grazie tifosi
Domenica ad Avellino (ore 18,15) spera che ci siano ancora i sostenitori fabrianesi a lanciare quei cori di incitamento che tanto lo eccitano e ai quali puntualmente risponde con contagioso entusiasmo. «Dei prossimi avversari non conosco granchè, visto che si tratta di una formazione molto poco americana nel suo organico. Quanto al mio feeling con i tifosi è un qualcosa di naturale e il merito va proprio ai nostri fans. Sono caldissimi, ci spingono dall'inizio alla fine e hanno una carica che ti 'costringe' a dare sempre il massimo sul parquet. E poi ci seguono anche in trasferta: è davvero un pubblico fantastico».
Alessandro Di Marco
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